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#Ultimabustapaga: ti sono state inserite tutte le competenze di fine rapporto?

#Ultimabustapaga: ti sono state inserite tutte le competenze di fine rapporto?

Busta paga, questa sconosciuta. Ed è un gran problema, soprattutto al momento della cessazione del rapporto di lavoro, perché qui rientrano conteggi di spettanze non sempre note.

L'ufficio Lavoro del Patronato Acli consiglia dunque di verificare la correttezza dell'ultima busta paga per controllare che siano state inserite tutte le competenze di fine rapporto e non solo il Tfr.

Il nuovo servizio è appositamente pensato per chi ha dei dubbi o vuole comunque stare tranquillo, interamente online riducendo al minimo il tempo da dedicare e lo stress.

#ULTIMABUSTAPAGA
COME FUNZIONA IL SERVIZIO
 

Invia a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. una mail con oggetto ULTIMABUSTAPAGA + COGNOME/NOME, allegando i documenti necessari perchè i nostri operatori possano effettuare correttamente la verifica:

  • Copia di identità e recapito telefonico
  • Ultime due buste paga ricevute
  • Lettera di licenziamento o UNILAV o lettera di dimissione o altro motivo di cessazione
  • CU dell'anno precedente
  • Bonifico del pagamento del servizio ULTIMABUSTAPAGA (=35 euro)

Dai nostri operatori esperti verrà verificato il contenuto della busta paga. Nello specifico la presenza di tutte le voci di spettanze di fine rapporto:

  • Ratei di tredicesima
  • Ratei di quattordicesima (eventuale)
  • Indennità per ferie/rol/ex festività non godute
  • Indennità di mancato preavviso (eventuale)
  • Trattamento di fine rapporto

Il servizio verrà erogato in 5 giorni lavorativi dalla consegna della documentazione completa. Verrà inviato sempre attraverso mail all'interessato un report con i dettagli delle voci verificate ed in particolare: importo lordo spettante a titolo di paga base ed eventuale contingenza, rispetto al livello di inquadramento del CCNL applicato; importo lordo spettante a titolo di scatti di anzianità valutati rispetto al livello di inquadramento e all’anzianità aziendale; importo dell’indennità sostitutiva del preavviso eventualmente dovuta/trattenuta; ratei di mensilità differite spettanti (tredicesima e quattordicesima); indennità per ferie/rol/ex festività non godute; presenza liquidazione TFR.

#ULTIMABUSTAPAGA
COME EFFETTUARE IL PAGAMENTO

Insieme ai documenti utili per il controllo, invia per mail anche l'attestazione di avvenuto pagamento:

Beneficiario: Patronato Acli
Iban: IT39 J030 6912 0801 0000 0003 560
Causale: ULTIMABUSTAPAGA + NOME/COGNOME
costo del servizio da bonificare: 35 euro

#ULTIMABUSTAPAGA
INFORMAZIONI E SUPPORTO

Patronato Acli Treviso
Viale della Repubblicav 193/A Treviso
www.aclitreviso.it      Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
tel 0422 1836144 opzione 2

#ULTIMABUSTAPAGA
COMPILA IL QUESTIONARIO

Nell'ambito del servizio #ultimabustapaga l'Ufficio Lavoro del Patronato Acli di Treviso promuove un questionario online rivolto a dipendenti del settore privato, con qualsiasi inquadramento professionale.
Compila il questionario

Le alternative per andare in pensione nel 2022

Le alternative per andare in pensione nel 2022

Con la Legge di bilancio 2022 sono state sostanzialmente confermate tutte le anticipazioni in materia previdenziale. Ecco dunque come si potrà andare in pensione quest’anno, in alternative alle regole ordinarie che chiedono il perfezionamento di almeno 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica (pensione anticipata) o il raggiungimento di un’età anagrafica pari a 67 anni unitamente a 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia). Come sempre le sedi del Patronato Acli della provincia di Treviso sono a disposizione per consulenze previdenziali personalizzate e per l’assistenza in tutte le fasi di presentazione della domanda di pensione.

QUOTA 102

La novità più importante è la cosiddetta Quota 102, una nuova porta di accesso alla pensione che sarà introdotta solo per il 2022. Il nuovo trattamento pensionistico sarà rivolto ai lavoratori che, entro il 31 dicembre 2022, avranno maturato i requisiti dei 64 anni di età e dei 38 anni di contributi. Una volta raggiunte entrambe tali “soglie”, la finestra per la decorrenza vera e propria della pensione si aprirà dopo tre mesi per i lavoratori del settore privato e dopo 6 mesi per i dipendenti pubblici.  

È utile sottolineare come Quota 100 non vada comunque completamente… in pensione. Chi infatti avrà maturato i requisiti richiesti al 31 dicembre 2021 (62 anni di età e 38 anni di contributi) e non è andato in pensione entro quest’anno, avrà sempre la possibilità di farlo anche negli anni successivi. Lo stesso vale per chi maturerà i requisiti previsti da Quota 102 nell’arco del prossimo anno: se deciderà di continuare a lavorare, potrà comunque sfruttare l’opportunità e accedere al pensionamento anche nel 2023, 2024 e anni successivi.

OPZIONE DONNA

Sono previste poi due importanti conferme. La prima riguarda Opzione Donna, opportunità che riguarda le lavoratrici con 58 anni (per le dipendenti) o 59 anni (per le autonome) e 35 anni di contributi. La facoltà è sostanzialmente a disposizione per le lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1963 e delle autonome nate entro il 31 dicembre 1962 a condizione, per entrambe le categorie, che sia raggiunto entro il 31 dicembre 2021 il requisito contributivo di 35 anni. Ricordiamo scegliendo questa opzione, la pensione viene calcolata interamente con il sistema contributivo e subisce una decurtazione media del 20-30% rispetto alle regole del sistema misto retributivo-contributivo. Il taglio è tuttavia molto variabile a seconda dell’età della lavoratrice e del suo percorso professionale.

APE SOCIALE

La seconda conferma è l’Ape Sociale. Anche nel 2022 gli addetti ai lavori “gravosi” potranno andare in pensione con 63 anni di età e 36 di contributi. Le professioni classificate come gravose sono riportate qui (all’allegato A) e qui. Sempre con Ape Sociale si potrà accedere al pensionamento anche con 63 anni di età e 30 di contributi, a patto di rientrare in una delle seguenti categorie: disoccupati che hanno terminato di utilizzare gli ammortizzatori sociali, lavoratori con handicap pari almeno al 74%, caregivers (persone che danno assistenza quotidianamente ad un familiare non autosufficiente).

"La conversione ecologica non è rinviabile", intervista ad Andrea Citron

  • Pubblicato inAcli
"La conversione ecologica non è rinviabile", intervista ad Andrea Citron

"Dobbiamo prima di tutto riconoscere il legame imprescindibile che esiste tra l’equilibrio della natura e la sopravvivenza dell’uomo, da qui il nostro impegno e la massima attenzione alla cura di quella casa comune che oggi è a un passo dal non poterci più garantire quell’accoglienza necessaria alla nostra vita.

Un impegno, non più rinviabilem che ci porta a fare nostre le parole del Papa che ci ricorda che “siamo chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre affinché il nostro pianeta possa essere quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza”.

Con queste parole si apre l'intervista che Benecomune.net ha fatto ad Andrea Citron, presidente delle Acli del Veneto e delegato dalla Direzione nazionale Acli alle questioni ambientali.

Ne riportiamo alcuni stralci, il testo integrale CLICCANDO QUI.


Quale è il pensiero delle Acli e gli obiettivi che si pone l'associazione rispetto alle urgenze poste dall'ambiente?

Ambiente e sviluppo non sono due questioni contrapposte, ma devono procedere insieme per il bene di tutti noi. Ecco perché, attraverso la nostra presenza capillare su tutto il Paese, possiamo promuovere un deciso cambio di marcia in grado di avvicinarci ad una vera conversione ecologica, ascoltando così il grido di aiuto che ci viene dalla Terra e dagli ultimi delle nostre società, i poveri, coloro che più di tutti soffrono, in ogni parte del mondo, gli effetti di uno sviluppo non più sostenibile.

Questi temi che ci legano alla promozione dell’economia circolare, nella convinzione che il tradizionale modello economico lineare, fondato sullo schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare” non sia più possibile. Per questo ci stiamo impegnando, insieme ad altri, verso una progettualità che punta ad estendere il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti e lo spreco. Da ultimo serve contrastare energicamente e senza perdere ulteriore tempo quel degrado socio-ambientale che negli ultimi due anni si è intrecciato e rafforzato con i drammatici fenomeni pandemici legati alla diffusione del Covid 19.

Sviluppo, progresso, ecologia integrale: come orientarsi?

Ciò che è necessario è una vera transizione ecologica che possa trasformare in sostenibili alcuni presupposti di fondo del nostro modello di sviluppo e rinnovare i nostri stili di vita sia nelle relazioni interpersonali che nel rapportarci con la madre terra. Dobbiamo esser capaci di cambiare in profondità il nostro esser parte di questo pianeta, consapevoli dell’urgenza, per salvaguardarlo, di realizzare quella conversione ecologica verso cui ci sprona il VI capitolo della “Laudato Sì”.

Il cambiamento climatico continua ad avanzare con danni sempre più visibili e insostenibili. L’ultimo rapporto IPCC sullo stato delle conoscenze fisico-scientifiche sui cambiamenti climatici mostra, con più forza dei precedenti, che i cambiamenti climatici già in corso ed evidenti in tutto il pianeta, sono inequivocabilmente causati dalle attività umane e implicano fenomeni di portata millennaria oramai irreversibili, come la de-glaciazione e l’aumento dei livelli marini.

La prima risposta a questi inviti ad agire per la terra è la consapevolezza che tutti possiamo contribuire, che nessuno è escluso da questo richiamo alla conversione ecologica. Anche ogni piccolo contributo a ridurre la nostra impronta ecologica, a rendere il nostro stile di vita più sostenibile è un utile aiuto alla causa della salvaguardia del pianeta. Mentre a livello di politiche globali di lotta al cambiamento climatico sono alcuni i punti su cui dobbiamo insistere in quella che non deve sembrarci una battaglia ormai persa e per questo inutile. Come cristiani sappiamo “che c’è sempre una via d’uscita, che possiamo sempre cambiare rotta” (Laudato sì, 61). In particolare dobbiamo portare a compimento l’impegno ad azzerare entro la metà del secolo le nostre emissioni, contenere l’aumento delle temperature entro il grado e mezzo, accelerando l’eliminazione del carbone, riducendo la deforestazione ed incrementando l’utilizzo di energie rinnovabili.

La Cop di Glasgow ha fallito?

A Glasgow per la prima volta viene riconosciuto che l’obiettivo delle politiche climatiche deve essere quello di mantenere la temperatura globale entro un aumento massimo di 1.5°C rispetto all’epoca preindustriale. Solo 6 anni fa, con l’Accordo di Parigi, ci si era proposti come obiettivo i 2°C: indubbiamente aver portato tutte le nazioni presenti ad un impegno più stringente può essere considerato a ragione un ottimo segnale.

Certo già oggi viviamo, drammaticamente, un incremento medio di 1.1°C; questo significa che le politiche climatiche dei vari paesi dovranno essere aggiornate alla luce di tale riferimento, essendo evidente che con quanto previsto l’obiettivo del grado e mezzo di incremento non potrà essere rispettato.

Va evidenziato, inoltre, che a Glasgow per la prima volta nelle conferenze sul clima delle Nazioni Unite si è espressamente citato il carbone quale combustibile più dannoso. Certo il passaggio all’ultimo minuto nel testo dal “phasing out” (eliminazione) al “phasing down” (limitazione) del carbone, imposto dall’India, non ci permette di parlare di un risultato storico, ma è altrettanto evidente che Paesi come India, Cina, Sud Africa e Australia, e le “europee” Serbia e Polonia, che dipendono dal carbone per il 60-80% della generazione elettrica, hanno bisogno di tempo per eliminarne l’uso e convertirsi sulle fonti rinnovabili.

Altro risultato positivo della Conferenza è l’aver stabilito lo stop alla deforestazione entro il 2030. Decisione molto ampia cui hanno aderito fra gli altri anche la Cina e la Russia, con un impegno di 12 miliardi di dollari per la riforestazione a livello mondiale, in particolare in Amazzonia, nel bacino del Congo e in Indonesia. L’impegno del G20 fatto proprio dalla COP26, è quello di piantare mille miliardi di alberi nei prossimi anni.

E la settimana sociale di Taranto cosa ci consegna?

Mi soffermo, tra le mote emerse, su due possibili azioni di conversione e di generatività futura per le nostre strutture di base e le tante realtà che ruotano attorno al sistema Acli.

La prima è la costruzione dicomunità energetiche. Nel nostro Paese vi è una quota ancora troppo limitata di produzione di energia da fonti rinnovabili. Le comunità energetiche attraverso le quali gruppi di cittadini o di imprese diventano produttori di energia, che in primo luogo permette di ridurre i costi in bolletta anche vendendo in rete le eccedenze prodotte, sono una grande opportunità dal basso per provare a superare questo limite. Queste sono, inoltre, un’occasione per rafforzare i legami interpersonali tra cittadini, che condividendo scelte concrete in direzione del bene comune trovano il modo di saldare conoscenze e appartenenze associative e parrocchiali. Come Acli possiamo impegnarci affinché più circoli presenti in tutta Italia prendano in considerazione di avviare un progetto e diventare quindi comunità energetiche.

La seconda azione è quella della finanza responsabile. Nella Laudato si’ Papa Francesco parla di uscire progressivamente dalle fonti fossili. Possiamo spingere affinché le nostre Acli e gli aclisti sparsi in ogni angolo del Paese diventino “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio utilizzando il loro voto col portafoglio per premiare le aziende leader nella capacità di coniugare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale coerentemente con le numerose prese di posizione nella dottrina sociale della Chiesa che evidenziano il ruolo fondamentale del consumo e del risparmio sostenibile come strumento efficace di partecipazione di tutti alla costruzione del bene comune. Anche questa sarebbe un’importante azione dal basso di sostegno alla lotta al cambiamento climatico.

    L’Assegno Unico non eclissa le detrazioni sulle spese

    • Pubblicato inCaf
    L’Assegno Unico non eclissa le detrazioni sulle spese

    Le detrazioni sulle spese per i figli a carico restano al sicuro, con o senza Assegno Unico. Ci ha pensato infatti il Decreto Sostegni-ter, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 gennaio, a “sigillare” il diritto al beneficio fiscale per quei genitori i cui figli si ritrovano da quest’anno nella scia d’azione dell’Assegno Unico Universale. Si tratta, a ben vedere, di una rassicurazione più che di una disposizione normativa vera e propria, con cui il legislatore ha voluto chiarire fin da subito che, nonostante l’entrata in vigore a partire da marzo dell’assegno ai figli, prestazione sostitutiva di altri benefici tra cui appunto le detrazioni sui carichi fiscali, le detrazioni sulle spese effettuate per i figli resteranno comunque vive e vegete in dichiarazione senza essere cancellate.

    Il passaggio che sancisce tale permanenza è l’articolo 19, comma 6, del Sostegni-ter, che va in pratica a modificare l’articolo 12 del TUIR (con l’aggiunta del nuovo comma 4-ter) equiparando in buona sostanza il trattamento fiscale delle spese per i figli a prescindere dalla presenza o meno dell'Assegno Unico. E' come se con questo intervento il legislatore avesse voluto, in un certo senso, farsi "portavoce" dei timori che già serpeggiavano nella platea dei futuri beneficiari dell’Assegno Unico, vale a dire quei genitori con figli fiscalmente a carico fino a 21 anni, che da marzo non godranno più delle detrazioni sui carichi applicate direttamente in busta paga (tramite il datore di lavoro), ma si vedranno appunto erogare l’Assegno Unico, compensativo delle suddette detrazioni, come anche di altri benefici quali il Bonus Bebè, gli assegni familiari, ecc.

    La domanda, quindi, che in molti – giustamente – cominciavano a porsi, ha trovato subito una risposta: no, tranquilli, le detrazioni sulle spese sostenute per i figli non andranno perse. Domanda che di per sé era più che legittima: con l’Assegno Unico, infatti, le detrazioni sui figli a carico fino all’età di 21 anni vengono depennate, di qui il timore comprensibile che di riflesso anche le detrazioni sulle spese (tutt’altra cosa però rispetto ai carichi fiscali) potessero uscirne compromesse. Cosa che non sarà – e del resto non poteva andare diversamente – dal momento che le detrazioni sui carichi fiscali sono/erano un diritto inamovibile, come del resto è l’Assegno Unico, legato esclusivamente alla capacità reddituale dei figli che guadagnino eventualmente fino a 4.000 euro annui di reddito entro i 24 anni, oppure non più di 2.840, 51 euro dai 25 in su.

    Le detrazioni, invece, al 19% sulle spese materiali, come ad esempio quelle mediche, sportive, d’istruzione, universitarie, ecc, rappresentano un “di più” vincolato chiaramente all’esistenza di una certa spesa, e sono comunque un beneficio cangiante a seconda della famiglia specifica. Quindi, per concludere, assegno o non assegno, i genitori dovranno comunque continuare a dichiarare la condizione di carico fiscale dei loro figli nel Modello 730. Poi, ovviamente, a seconda dell’età dei figli (fino ai 21 anni, o dai 22 a salire) gli stessi genitori riceveranno l’Assegno Unico oppure godranno delle detrazioni sui carichi, ma in ogni caso, con o senza l’Assegno Unico, il diritto alle detrazioni del 19% sulle spese materiali rimarrà in pianta stabile.

    Luca Napolitano

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      Donne e arte a Venezia e in Veneto

      • Pubblicato inAcli
      Donne e arte a Venezia e in Veneto

      Proseguono le proposte per "I Venerdì con le Acli" riservate ai nostri soci Acli e Fap Acli.

      Le prossime due approfondiscono il contributo femminile nel collezionismo e nello sviluppo artistico di Venezia.
      In occasione della Giornata internazionale della Donna 2022, ecco allora due incontri per parlare di donne che hanno impresso un sigillo di grande valore all'arte del nostro territorio.
      Interviene Giulia Semenzin, storica dell'arte.
      Gli incontri sono gratuiti per soci Acli/Fap Acli e si tengono su piattaforma online.

      VENERDI 25 FEBBRAIO ORE 17.00
      Il '700: ISABELLA TEOTOCHI ALBRIZZI
      https://us06web.zoom.us/j/83632234995 - ID riunione: 836 3223 4995

      VENERDI 11 MARZO ore 17.00
      Il '900: FELICITA BEVILACQUA LA MASA E PEGGY GUGGENHEIM
      https://us06web.zoom.us/j/86520019965 - ID riunione: 865 2001 9965

      Per info e iscrizioni tel 0422 56340 oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

        Alla Settimana sociale si parla di finanza

        • Pubblicato inAcli
        Alla Settimana sociale si parla di finanza

        "Finanza - Tra profitto e bene comune” è il tema 19ª Settimana Sociale della diocesi di Vittorio Veneto.
        Tutti riconosciamo l’importanza della finanza nel nostro vivere quotidiano, ma allo stesso tempo ne percepiamo, senza distinguerle troppo, le sue contraddizioni.
        Nelle tre giornate della Settimana Sociale si cercherà di comprendere il fine della finanza, il suo crescente ruolo, le sue incoerenze e il cambiamento di rotta necessario per passare da una finanza di mercato ad una finanza per il mercato.

        Il primo appuntamento, lunedì 21 febbraio è in presenza. Alle 20.45 all’auditorium Toniolo di Conegliano, i docenti universitari Luigino Bruni e Alberto Lanzavecchia approfondiscono le origini della finanza e il crescente ruolo che la stessa ha occupato nel tempo.

        Mercoledì 23 febbraio, alle 20.45, incontro online con i professori universitari Luca Fantacci e Simona Beretta che presenteranno i nodi della finanza.

        Infine venerdì 25 febbraio alle 20.45, sempre online, dibattito sulla finanza sostenibile con i rappresentanti di Banca Etica, Banca della Marca e Banca Prealpi San Biagio.

          Patto di prova: facciamo chiarezza

          Patto di prova: facciamo chiarezza

          Molti lavoratori confondono il periodo di prova con un contratto a termine, credendo che spesso coincidano. Oppure ritengono legittima la richiesta di del datore di lavoro di andare a “provare” prima della stipula del contratto stesso.

          Facciamo chiarezza.

          In ogni contratto di lavoro dipendente, sia esso a termine o a tempo indeterminato, le parti possono prevedere un periodo di prova per consentire di valutare la convenienza del rapporto di lavoro.

          Ciò significa che nella lettera di assunzione può essere previsto un periodo di prova.  Al fine della sua validità il patto di prova deve essere scritto e sottoscritto contestualmente all’assunzione. Se il patto viene fatto sottoscrivere successivamente è nullo.

          La durata della prova indicata nella lettera di assunzione può essere definita in giorni di calendario o in giorni di effettiva prestazione lavorativa. In questo ultimo caso non sono computabili i giorni di sospensione del rapporto di lavoro (malattia, infortunio, gravidanza e puerperio, permessi, sciopero, ecc). Per legge la durata massima è di 6 mesi salvo diversa previsione del Contratto Collettivo applicato all’azienda.

          Durante tale periodo le parti hanno gli stessi diritti e doveri previsti nel normale svolgimento di un rapporto di lavoro e sono garantite le stesse condizioni economiche con la maturazione degli istituti indiretti.

          La differenza sostanziale è che durante questo periodo, sia l’azienda sia il lavoratore possono recedere dal contratto senza bisogno del preavviso o indennità. L’azienda inoltre non deve addurre una giusta causa o un giustificato motivo al recesso.

          Se alla scadenza del periodo di prova il datore di lavoro ritiene che la prestazione sia stata soddisfacente può confermare in servizio il lavoratore senza tuttavia necessità di alcuna comunicazione scritta. Basta far continuare l’attività lavorativa oltre la scadenza prefissata della prova.

          Qualora si voglia interrompere il rapporto prima della scadenza, il datore di lavoro comunicherà il licenziamento durante il periodo di prova, mentre il lavoratore potrà dimettersi con una semplice lettera scritta consegnata al datore. In tale caso specifico non sono necessarie le dimissioni telematiche.

          Sottolineamo che anche le lavoratrici madri durante la gravidanza e fino all’anno di età del bambino possono essere licenziate in caso di esito negativo della prova.

          Il licenziamento intimato durante il periodo di prova può essere contestato da lavoratore quando:

          • le mansioni affidate al lavoratore non sono state indicate in modo puntuale e pertanto non è stato possibile per il lavoratore comprendere in quale attività dimostrare le sue capacità e competenze. Su questo tema con sentenza del 14 gennaio si è espressa la Cassazione che ha sancito che al fine di rendere specifico il patto di prova è necessario, oltre all’indicazione del contratto collettivo applicato, che siano precisamente individuate le mansioni affidate e sulle quali sarà valutato il lavoratore;
          • il lavoratore è stato addetto a mansioni diverse da quelle contrattualmente definite;
          • il periodo di prova non è stato apposto per iscritto all’atto dell’assunzione;
          • non è stato consentito il reale svolgimento dell’attività lavorativa durante il periodo di prova;
          • il recesso è dovuto a motivi illeciti (ad esempio per ragioni discriminatorie) o estranei al rapporto di lavoro.

          Ricordiamo che la volontà di impugnare il licenziamento deve essere manifestata con atto scritto entro 60 giorni dalla comunicazione del recesso.

          Si riceve su appuntamento telefonando al numero del Patronato Acli di Treviso 0422 1836144 o scrivendo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

            L'accesso ai nostri uffici è con green pass

            • Pubblicato inAcli
            L'accesso ai nostri uffici è con green pass

            Stato di emergenza: come accedere alle sedi di Patronato e Caf Acli

            Dal 1° febbraio, fino alla data di cessazione dello stato di emergenza (31 marzo 2022), l’accesso fisico agli uffici del Patronato e del Caf Acli, è consentito soltanto se si è in possesso di green pass di base, secondo quanto stabilito dal decreto-legge n. 1 del 7 gennaio 2022.

            Il possesso del green pass non può essere autocertificato. Le norme sull’obbligo di certificazione verde Covid-19 non si applicano ai bambini sotto i 12 anni e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica (vedi circolare del Ministero della Salute del 4 agosto 2021).

            Per contattare i nostri uffici e fissare appuntamento segnaliamo che è possibile procedere anche attraverso mail o apposito collegamento internet.

            Ecco i riferimenti:

            ACLI PROVINCIALI DI TREVISO
            Viale della Repubblica 193/A - 31000 Treviso
            tel. numero unico 0422 1836144
            sito: www.aclitreviso.it

            PER IL PATRONATO ACLI
            Fissa online il tuo appuntamento con il Patronato: A questo link, con pochi semplici clic.
            Oppure scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefona al numero unico tel. 0422 1836144 (opzione 2)

            PER IL CAF ACLI
            Fissa online il tuo appuntamento con Caf Acli: registrati al sito www.mycaf.it e con pochi clic decidi quando recarti nelle nostre sedi.
            Oppure scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefona al nostro numero unico tel. 0422 1836144 (opzione 1)

            PER LA LEGA CONSUMATORI
            Fissa il tuo appuntamento telefonando il lunedi mattina o il giovedi pomeriggio in orario di ufficio al numero 392 1012239 o scrivici a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

              Venerdì con le Acli: l'11 febbraio "Potatura delle rose e sistemazione giardini"

              • Pubblicato inAcli
              Venerdì con le Acli: l'11 febbraio "Potatura delle rose e sistemazione giardini"

              LA POTATURA DELLE ROSE E LA SISTEMAZIONE DEI GIARDINI
              INCONTRO IN PRESENZA VENERDI’ 11 FEBBRAIO 2022, ore 15.30 presso la FLORICOLTURA TONON - Via Trieste 117 PAESE

              ACCESSO CONSENTITO SOLO CON GREEN PASS

              Per ragioni organizzative si chiede conferma di partecipazione inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

              L’incontro è gratuito e rivolto a tesserati ACLI 2022. Si può sottoscrivere la tessera online:

              • sul sito www.aclitreviso.it
              • mandando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
              • recandosi nei nostri uffici in orario di apertura

              Con la tessera Acli sconto in negozio su tutti i prodotti e su diversi servizi dell’associazione (come il modello 730/2022). Ulteriori convenzioni sul sito aclitreviso.it. Info tel: 0422 56340.

                Nuovo servizio: Informazioni finanziarie sugli investimenti

                Nuovo servizio: Informazioni finanziarie sugli investimenti

                Apre alle Acli di Treviso, in collaborazione con la Lega Consumatori, un servizio di informazioni finanziarie su prodotti di investimento e gestione del portafoglio.

                C’è chi ha il dubbio di avere prodotti rischiosi tra i propri investimenti; chi sente che il modo in cui i risparmi sono stati impiegati non corrisponde alle aspettative. Qualcuno arriva convinto di aver necessità di una consulenza rispetto a quanto firmato in banca. O anche si chiede se il suo portafoglio sarebbe in grado di reggere un aumento dei tassi di interesse.

                Tutti motivi, e profili, di persone che si stanno rivolgendo al nuovo servizio appena aperto della Lega Consumatori di Treviso: informazioni finanziarie su prodotti di investimento e gestione del portafoglio. “All’ufficio di Treviso e Conegliano è possibile avere una valutazione terza ed indipendente, dunque senza finalità di vendita, dei prodotti di investimento – spiega Davide Magagnini, presidente della Lega Consumatori di Treviso -. Abbiamo fortemente voluto questo nuovo servizio per venire incontro ai risparmiatori ed offrire, in tempi così incerti e precari, uno spazio competente e sicuro dove valutare la propria situazione”.

                Al servizio dunque viene valutata:

                • la corrispondenza degli strumenti finanziari agli obiettivi di investimento dell’investitore;
                • la coerenza tra la rischiosità degli strumenti e la propensione al rischio dell’investitore.

                “Dopo una ventennale e pesante fase deflattiva ci troviamo di fronte ad un’improvvisa, seppur prevedibile, risalita dei prezzi seguita ad una crisi pandemica, tensioni geopolitiche e crescita del prezzo dell’energia, generando inevitabilmente paure nei risparmiatori – commenta ancora Magagnini -. Secondo quanto riportato nell’ultimo bollettino di Bankitalia, nei conti correnti delle famiglie venete sono fermi 149,9 miliardi di euro, dato cresciuto del 6% nell’ultimo anno”. Questo dato, del resto, è confermato anche dal trend nazionale. La fase pandemica ha generato profonda insicurezza negli italiani, rimandando a tempi migliori gli investimenti, ed a comportamenti più prudenti dal punto di vista finanziario, per essere pronti a fronteggiare i momenti di incertezza. E' quanto ha messo recentemente in evidenza anche la Fabi, il sindacato dei bancari. Nell'ultimo anno sono aumentate del 5,6% le riserve, mentre la crescita dei mutui si è attestata al 3,5%. Complessivamente, i salvadanai delle famiglie italiane sono passati da 1.070 miliardi a 1.130 miliardi.

                “Le scelte di portafoglio sono generalmente guidate dalla necessità degli operatori di collocare presso i risparmiatori determinati prodotti finanziari presenti nel mercato. Il nostro servizio sfugge a tale condizionamento, avendo come finalità un’attenta analisi del patrimonio della persona, a partire da quello finanziario, per vedere che sia efficacemente diversificato e posizionato di fronte alle nuove sfide dei mercati. In primis certamente l’inflazione, che si può affrontare con degli strumenti su misura come delle gestioni monetarie, dei piani di accumulo o altre soluzioni protettive, e poi allargando il monitoraggio ai reali bisogni e gestione dei risparmi di famiglia”. 

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                  Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

                  Giorgio La Pira