Colf: trarre forza dalle lotte del passato
Una "lezione" utile per i paesi che si avviano a regolamentare il lavoro domestico. E' quella che può offrire l'Italia, "laboratorio" interessante per alcuni motivi:
- il lavoro domestico è stato regolamentato abbastanza presto, ma in modo discriminatorio;
- esistono leggi, ma non sono sempre rispettate, tanto che è presente molto lavoro "nero" e "grigio";
- per molto tempo una parte importante dell’opinione pubblica pensava che il lavoro domestico scomparisse grazie alla modernizzazione e all’espansione dei servizi pubblici, ma esso ha invece registrato una crescita fiorente negli ultimi tre decenni.
"In altre parole - scrivono Raffaella Maioni responsabile nazionale Acli Colf e Raffaella Sarti docente dell'Università di Urbino in un contributo presentato alla 4a Conferenza della Rete per la regolamentazione per un lavoro dignitoso (Regulating for decent work network - Ilo) - ci sembra che il caso italiano possa fornire una "lezione" utile, per così dire, per gli quei paesi che si avviano oggi a regolamentare il lavoro domestico".
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