Acli Colf, è Giamaica Puntillo la nuova Segretaria Nazionale
"Lavorare sui territori, promuovere sempre più iniziative a favore di chi svolge il lavoro di cura, far sì che la categoria venga riconosciuta e che emerga il lavoro nero e grigio che c’è in tutta Italia e soprattutto al Sud".
Queste le prime parole di Giamaica Puntillo, eletta nuova Segretaria Nazionale delle Acli Colf nel corso della XIX Assemblea Nazionale. Assistente sociale e attiva dal 2010 come volontaria nella sezione di Cosenza, la neo-segretaria negli anni ha messo a disposizione il suo tempo e le sue competenze a supporto delle lavoratrici. Ha collaborato a progetti di formazione, alla costituzione del banco alimentare e farmaceutico, nonché dell’ambulatorio gratuito per le donne che non hanno le possibilità economiche per fare prevenzione e cura della propria salute.
Nel corso dell’Assemblea è stata inoltre votata all’unanimità la mozione con cui Acli Colf diventa da oggi ufficialmente Associazione Professionale, per un impegno sempre più importante nella promozione e tutela del lavoro domestico e di cura.
Il mondo Colf
Nel nostro Paese le persone impegnate nel lavoro domestico e di cura sono oltre un milione e mezzo. "I lavoratori regolarmente registrati all’Inps sono 864.526, di cui l’88,3% di sesso femminile, l’11,7% costituito da uomini," riporta l'Agenzia Sir. "Il 54.4% assunti/e come colf, il 45.6%, come badanti. Del totale, oltre il 73% è di origine straniera, il restante italiana, anche se si registra un aumento degli italiani che hanno segnato un +6.9% nel 2017 rispetto all’anno precedente".
Tuttavia, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il numero complessivo supera il milione e mezzo perché "il 60% per cento di questa forza lavoro è senza copertura previdenziale ed assicurativa".
Il "mondo Colf" è un ambito soprattutto “al femminile”, considerato "di serie B, non adeguatamente riconosciuto, nel quale i diritti sono spesso negati e in cui è drammaticamente diffuso il lavoro nero" ha dichiarato al Sir Giamaica Puntillo. "Permangono criticità che di fatto rendono difficile equipararlo alle altre professioni: ad esempio l’impossibilità di vedersi riconosciuta la maternità o la malattia", per non parlare di prevaricazioni e "forme di violenza, sia fisica che psicologica, spesso taciute, oltre a retribuzioni talvolta molto basse".
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