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Un buono scuola per soci Acli 2018 da usare sull'acquisto di libri, anche scolastici

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Un buono scuola per soci Acli 2018 da usare sull'acquisto di libri, anche scolastici

#leacliditrevisocisono. Con l'arrivo di settembre alle famiglie tocca anche l'importante onere dell'acquisto di tutto il materiale scolastico dei figli. Non solo, ci sono i libri per gli esami di ingresso all'università, la cancelleria...

Le Acli di Treviso hanno sottoscritto un accordo con la Libreria Goldoni Treviso che si trova esattamente davanti alla sede provinciale, in viale della Repubblica 154/E.

Per i soci Acli 2018 è prevista la possibilità di richiedere il Buono scuola del valore di 10 euro su una spesa minima di 100 euro che comprende l'acquisto di libri di testo (scolastici ed universitari, anche usati), cancelleria e altri libri da utilizzare presso la Libreria Goldoni Treviso.

Il buono, utilizzabile fino al 30 settembre, è nominativo e può essere ritirato alla reception degli uffici provinciali delle Acli a Treviso in viale della Repubblica 193/A nei seguenti orari: lun. - ven. 8.30-12.30 e 14.30-17.30 fino ad esaurimento dei buoni stessi.

Si ricorda che gli uffici Acli a Treviso sono aperti tutti i giorni fino al 10 agosto compreso. Restano chiusi dal 13 al 17 e riaprono lunedì 20 agosto con i consueti orari.

E' necessario presentarsi minuti di tessera Acli 2018 o di ricevuta della tessera Acli 2018. E' possibile rinnovare la tessera contestualmente al ritiro del buono.

Il buono vale su un solo scontrino fiscale e non può essere cumulato con altre promozioni.

Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    L'Alleanza contro la povertà sul Piano regionale

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    L'Alleanza contro la povertà sul Piano regionale

    E' stato approvato mrtedi 31 luglio dalla Giunta regionale del Veneto il Piano di contrasto alla povertà, previsto dalla legislazione nazionale, per ridurre le cause dell'impoverimento e aiutare le persone ad uscire da condizioni di marginalità ed esclusione sociale.

    PIANO REGIONALE CONTRO LA POVERTÀ:
    DA ‘LOBBY DEI POVERI’ A STRUMENTO DI RIEQUILIBRIO E GIUSTIZIA SOCIALE

    “Il Piano è un punto di partenza importante, che apprezziamo nell’impianto complessivo per lo sforzo di tracciare un nuovo percorso rispetto alle politiche di contrasto alla povertà - scrive in una nota il Tavolo regionale dell'Alleanza contro la povertà attraverso il suo portavoce Cristian Rosteghin -. Da questo punto di vista le esperienze del Sia e del ReI, pur con tutti i loro limiti, hanno rappresentato senza dubbio una occasione importante per costruire un modello di intervento sociale capace di promuovere un nuovo welfare di comunità. Al centro ci devono essere sussidiarietà e solidarietà, centralità della persona e del lavoro, riconoscimento delle soggettività, dello scambio, della reciprocità, della rete, dell’empowerment.

    All’Alleanza contro la povertà, tra tutti i dati riproposti - anche per esperienza diretta attraverso i servizi e i progetti attivi sui territori che rappresentano davvero una peculiarità ed un prezioso tesoro veneto - preoccupa l’aggravamento degli squilibri nella redistribuzione della ricchezza che va ad allargare la forbice sociale e fa perdere di vista i cardini della giustizia sociale, principio fondamentale per uno sviluppo equo e sostenibile. Da “lobby dei poveri” auspichiamo che il Piano sia il primo passo per costruire politiche coraggiose e determinate, capaci di ricostruire benessere per tutti, fuoriuscita dalla solitudine, autentica speranza.

    In tal senso siamo sicuri che la Regione –così solerte nell’approvazione del Piano stesso- si farà garante sui tempi di realizzazione delle azioni previste, sul monitoraggio e sulla verifica dei risultati delle diverse azioni; oltre che nell’azione di rafforzamento, di coordinamento ed integrazione fra i servizi presenti nel territorio –anche attraverso un adeguata strutturazione e sostegno degli Ambiti Territoriali- per superare le frammentazioni ed aumentare le connessioni”.

    Leggi il comunicato stampa della Regione Veneto

      Animare la città. Incontro nazionale di studi Acli

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      Animare la città. Incontro nazionale di studi Acli

      Dignità della persona, governo delle città, Europa: le Acli chiamano ad un confronto

      Arriva il programma del 51° Incontro Nazionale di Studi, “Animare la città. Le Acli nelle periferie del lavoro e della convivenza” che quest'anno si tiene a Trieste il 13-15 settembre.

      Gli snodi fondamentali che caratterizzeranno la nostra azione sociale e che vogliamo porre al centro del dibattito politico sono tre: la difesa della dignità di ogni persona, cittadini e non, in tutte le sue dimensioni; le città, il loro governo e la costruzione di una rete tra di esse come nuova modalità per la ricostruzione del tessuto sociale del nostro Paese; l’Europa, orizzonte strategico senza il quale ogni politica interna rischia di essere di breve respiro e soggetto protagonista del dialogo internazionale, a partire dal Mediterraneo.

      L’incontro di studi è per le Acli un momento di formazione e apprendimento, ma anche un’importante occasione per affermare la propria iniziativa su questioni particolarmente critiche,
      Nella tre giorni – con l’aiuto di economisti, sociologi, filosofi e politici – ci confronteremo su come ricomporre le fratture che questo tempo ci consegna e che mostrano i loro effetti nell’esperienza quotidiana di ognuno di noi.

      Sono previsti anche degli appuntamenti per le ricorrenze dei 100 anni della Grande Guerra e della nascita di Livio Labor, i 50 dagli eventi del Sessantotto, i 40 dalla riforma Basaglia, nata proprio nel capoluogo triestino.

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        Torna il Green Volley Vedelago il 25-26 agosto

        Torna il Green Volley Vedelago il 25-26 agosto

        Arriva il 25-26 agosto a Vedelago la GREEN FEST 2018, MUSIC, VOLLEY, FOOD.
        Si comincia sabato 25 con un concerto di inizio anno musicale: alle 18: aperitivo con il DJ Danny Vet. Alle 21 una band dell'associazione. Alle 21.30 Musica Live con i "The Sleepers".
        Domenica 26 alle ore 8.30 inizia il 15° Torneo Green Volley Vedelago che si svolge durante tutta la giornata. Dalle 21 serata animata dai gruppi giovani di Vedelago.
        L'evento è organizzato dalla parrrocchia in collaborazione con la pro loco, il Circolo Noi, le Acli di Vedelago, l'Avis e con il patrocinio del Comune.

        Per informazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure la pagina facebook Green Volley Vedelago

          Attenzione: Niente più Tfr in busta paga ogni mese

          Attenzione: Niente più Tfr in busta paga ogni mese

          Il 30 giugno 2018 è terminato il periodo sperimentale che consentiva ai lavoratori dipendenti del settore privato, ad eccezione dei lavoratori domestici e di quelli del settore agricolo,  di percepire ogni mese il Trattamento di fine rapporto in busta paga.

          Dal 1° luglio 2018, non essendo intervenuta la proroga del periodo sperimentale, i datori di lavoro non sono più tenuti ad inserire il cosiddetto QuIR nel cedolino del dipendente che ne ha richiesto l’erogazione mensile.

          Tale possibilità era stata introdotta dalla Legge di Stabilità del 2015 (Legge n. 190/2014) e regolamentata dal Decreto del Presidente del consiglio dei Ministri n. 29/2015. Il lavoratore dipendente del settore privato, con un rapporto di lavoro da almeno 6 mesi, poteva richiedere volontariamente  per i periodi di paga dal 1° marzo 2015 al 30 giugno 2018 la liquidazione diretta mensile del Tfr maturando,  manifestando una scelta irrevocabile attraverso lo consegna al proprio datore di lavoro del “Modello QuIR” previsto dal DPCM 29/2015. In conseguenza all’esercizio di questa scelta il trattamento di fine rapporto non veniva più accantonato ai fini della liquidazione al momento della cessazione del rapporto per dimissioni, licenziamento o risoluzione consensuale.

          Dal momento della manifestazione della volontà di recepire la quota del Tfr mensilmente, il lavoratore trovava in busta paga la cosiddetta Quota Integrativa della retribuzione (Qu.I.R.). Tale Quota soggetta a tassazione ordinaria IRPEF, più addizionali regionali e comunali, non costituiva imponibile previdenziale, pur essendo considerata parte integrativa della retribuzione.

          Con Messaggio n. 2791 del 10 luglio 2018, l’Inps, recepita la decadenza della norma, ha emanato istruzioni operative in merito per i datori di lavoro.

           https://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fMessaggi%2fMessaggio%20numero%202791%20del%2010-07-2018.htm

            Il trevigiano Franco Bernardi nella segreteria nazionale della FAP

            • Pubblicato inFAP
            Il trevigiano Franco Bernardi nella segreteria nazionale della FAP

            Dopo la riconferma di Serafino Zilio a Segretario Nazionale della Fap dello scorso 4 luglio, il Comitato nazionale riunitosi il 19 luglio 2018, ha eletto la nuova segreteria nazionale della Fap nelle persone di Giambattista Armelloni, Franco Bernardi, Rosario Cavallo, Gianni Dettori, Paolo Formelli e Michele Zannini. Inoltre Michele Mariotto in rappresentanza delle Acli e  Antonino Ziglio in rappresentanza di  Acli Terra, oltre al Segretario Generale delle Acli Damiano Bettoni. Invitate in Segreteria  Annina Botta e Rosanna Carlevaris.

              Sulla Balkan Route, con migranti e volontari

              • Pubblicato inIPSIA
              Sulla Balkan Route, con migranti e volontari

              Questo weekend sono atterrati in Serbia i primi volontari che parteciperanno alle attività di Ipsia nei campi profughi del Paese.

              Si tratta dei ragazzi e delle ragazze dei “Cantieri della solidarietà” promossi da Caritas Ambrosiana e Caritas Italiana, che insieme all'ong delle Acli e la Caritas locale serba, da due anni portano avanti attività di supporto psico-sociale per i migranti e gli operatori presenti nei centri di accoglienza.

              Qui Serbia

              Saranno realizzati 5 turni di due settimane: tre turni nel campo di Bogovadja, nei pressi di Valjevo, e due nel campo di Krnjača, a Belgrado. Per ogni turno si alterneranno 4-5 volontari che organizzeranno momenti di gioco e animazione con i bambini, sport e attività specifiche con teenager, minori non accompagnati e donne, affiancati dagli operatori locali di Caritas. 

              Inoltre, all'interno del Social Café #RefugeeWelcome, saranno proposte iniziative per tutta la popolazione del campo, oltre a gite e attività ricreative con donne e adolescenti

              Nel campo di Bogovadja, il numero medio di persone accolte è circa 160. “C'è stato un drastico crollo all'inizio del 2018, con l'apertura a primavera della cosiddetta rotta bosniaca”, spiega Silvia Maraone, operatrice di Ipsia nei Balcani, “ma si sta rivelando un altro collo di bottiglia. Tanti migranti che hanno cercato di lasciare la Serbia, nella speranza di raggiungere più velocemente l'Europa attraverso la Bosnia, si sono trovati bloccati in tanti campi informali”.

              “Tuttavia nell'ultimo mese i numeri si sono nuovamente alzati, la rotta balcanica di fatto non si è mai chiusa, e su una capienza totale di 200 persone ne accogliamo circa 130. In particolare la scorsa settimana sono arrivate 35 uomini, single men, soprattutto dall'Afghanistan, di cui 15 minori non accompagnati”.

              La minoranza fa richiesta di asilo in Serbia, mentre le altre persone sperano di poter risalire la rotta verso l'Europa. Le condizioni di vita e psicologiche a Bogovadja non sono pessime: “Svolgiamo parecchie attività, ma si vive in un contesto di attesa e di limbo: è comunque un mondo costruito sempre dalle stesse routine e dalle stesse dinamiche”, spiega Silvia Maraone. “Quindi ora più che mai ha importanza ha senso investire in interventi di animazione e supporto psico-sociale, come Ipsia e Caritas stanno facendo”.

              Qui Bosnia Erzegovina

              Nel frattempo, come accennato, non si ferma l'emergenza migranti nella confinante Bosnia Erzegovina, che nel 2018 ha visto crescere, con eccezionale intensità e rapidità, i flussi di rifugiati e richiedenti asilo all'interno del paese.

              Secondo le stime ufficiali fornite dalle Nazioni Unite – riporta Silvia Maraone – se a gennaio 2018 si erano registrati 237 ingressi, nei primi cinque mesi dell'anno almeno 5.290 migranti sono entrati in Bosnia.

              Un numero di persone che ha colpito inaspettatamente soprattutto la capitale Sarajevo e la regione nord-occidentale al confine con la Croazia. E che ha trovato impreparate autorità e istituzioni bosniache, con gli unici due centri di accoglienza ufficiali in tutto il paese già al limite della capienza. Senza contare i campi informali.

              “Solo in questi giorni il governo bosniaco sta trovando delle risposte con il supporto dell'UNHCR e dell'OIM per trovare degli alloggi”, spiega Silvia Maraone, “progettando la creazione di campi profughi e cercando appartamenti o piccole case per le categorie più vulnerabili”.

              Il flusso migratorio proviene da Serbia e Montenegro e si dirige verso i confini dell'UE, con i migranti che tentano di entrare in Croazia irregolarmente. 

              Il 50% delle persone registrate fino a questa primavera è costituito da donne e bambini, particolarmente vulnerabili. Critica è la situazione nella città di Bihać, dove è presente Ipsia: manca un'accoglienza adeguata – i migranti trovano ricovero in due strutture abbandonate – e ci sono difficoltà a garantire generi di prima necessità.

              Nell'ex dormitorio studentesco alla periferia della città, improvvisato in centro di accoglienza, Ipsia con la Croce Rossa cittadina e i volontari di One Bridge to Idomeni si impegna a distribuire quotidianamente cibo, vestiario, tende, coperte e materiale igienico-sanitario.

              Per acquistare il materiale da distribuire a Bihać e garantire lo svolgimento di queste attività di supporto, Ipsia ha attivato una raccolta fondi che è possibile sostenere a questo link.

              Nonostante ciò le condizioni di vita restano estremamente precarie, chiarisce Silvia Maraone: in un contesto di degrado generale, esposti alle intemperie come è accaduto nelle ultime settimane di forte pioggia, e con il rischio di un acuirsi delle tensioni tra i migranti, donne e bambini continuano a dormire in posti non sicuri e non adeguatamente sorvegliati.

              Il 51esimo Incontro Nazionale di Studi delle Acli a Trieste

              • Pubblicato inAcli
              Il 51esimo Incontro Nazionale di Studi delle Acli a Trieste

              il 51esimo Incontro Nazionale di Studi delle Acli, dal titolo “Animare la cittàLe Acli nelle periferie del lavoro e della convivenza”, si svolgerà a Trieste dal 13 al 15 settembre 2018, e avrà un format in parte nuovo: l’itinerario politico-culturale delle giornate di studio, che si terranno presso la Stazione marittima di Trieste, si intreccerà con momenti aperti alla città ospitante.

              Il messaggio del presidente nazionale Roberto Rossini

              "Perché "animare la città"? Tra le lacerazioni e le disuguaglianze del nostro tempo due fratture in particolare ci interrogano: quella generazionale e quella territoriale. Attraverso il lavoro e l’azione sociale, le Acli operano per dare un'anima ai legami che rafforzano coesione e solidarietà.

              "L’Europa, la Chiesa (convocata da Papa Francesco a Sinodo sui giovani) e il mondo del lavoro sono i nostri contesti di appartenenza e di impegno. Dialogheremo con la politica e contribuiremo con le nostre proposte ad un progetto per l’Italia. Le Acli sono e vogliono essere corresponsabili della civitas, quella comunità aperta, organizzata e solidale di cui le istituzioni sono garanzia.

              "Infine, faremo memoria di alcune importanti ricorrenze, rispetto alle quali la città di Trieste avrà tanto da testimoniarci: i cent’anni dalla fine della Grande Guerra, che coincidono con l’anno di nascita a Leopoli del nostro presidente Livio Labor, i cinquant’anni dagli eventi del 1968 e i quaranta dalla riforma Basaglia, maturata proprio tra le mura del manicomio di Trieste e che ha generato, tra l'altro, alcuni tra i primi movimenti di cooperazione sociale italiana."

              A breve sarà disponibile il programma completo.

              Progetto Form@, la strada del ricongiungimento passa da qui

              Progetto Form@, la strada del ricongiungimento passa da qui

              Adil e Aicha, Rana e Omar, Nure e Besmir, Sakina, Hana e Xu Yuqin. Ogni nome è un volto che cela una storia personale, dove si intrecciano paesi diversi, legami familiari, speranze, piccole e grandi paure.

              Lasciare il proprio paese di origine per riunirsi a un proprio familiare, immigrato in Italia, è un percorso costellato anche di ostacoli: il ricongiungimento familiare non è solo questione di burocrazia e documenti, ma può scontrarsi con barriere, soprattutto linguistiche, che spesso rallentano l’inserimento nella quotidianità della vita sociale, scolastica, di relazione in Italia, ma anche il riconoscimento di diritti e doveri.

              A partire da questa esigenza, la rete di Patronati CePa ha progettato uno strumento di accompagnamento all’integrazione nel nostro paese, denominato FORM@, che vuole contribuire ad allentare — e in molti casi ad eliminare — queste barriere, entrando in azione e andando incontro ai cittadini stranieri fin nel loro paese di origine.

              10 paesi e una vasta rete di soggetti

              Il Progetto FORM@ (Formazione Orientamento Ricongiungimento Familiare) ha preso il via alla fine del 2017 e ha come obiettivo quello di attivare un processo virtuoso di integrazione, soprattutto civico-linguistica, rivolto ai cittadini stranieri che giungono in Italia tramite il ricongiungimento familiare. Un percorso da avviare già nel loro Paese d’origine e che viene realizzato in Albania, Cina, Ecuador, Egitto, Marocco, Moldova, Perù, Senegal, Tunisia, Ucraina.

              Il progetto è promosso dai patronati INCA-CGIL, INAS-CISL, ITAL-UIL e Patronato Acli, da sempre impegnati nell’assistenza e nella tutela di cittadini italiani e stranieri, in partnership con alcune eccellenze nazionali nel campo della formazione linguistica e delle politiche di integrazione. Sostenuto dal ministero dell’Interno e dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la Direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, il progetto è co-finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione ed Integrazione (FAMI 2014-2020) e si avvale della collaborazione delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane nei paesi coinvolti.

              Un patto di servizio pre-partenza

              Ovviamente è implicata anche tutta la rete territoriale italiana di questi Patronati, in quanto il primo passo avviene proprio in Italia. Infatti il cittadino straniero legalmente soggiornante in Italia che richiede, tramite i servizi del Patronato, l’aiuto alla compilazione e all’invio telematico della pratica di ricongiungimento familiare, è invitato a sottoscrivere un Patto di Servizio con cui si impegna a fare in modo che i parenti (coniuge, figli o genitori) seguano un periodo di formazione civico-linguistica prima della partenza, in attesa del rilascio del visto di ingresso in Italia.

              Tutti i soggetti familiari sono coinvolti, compreso il richiedente, riconoscendo e dando valore al suo ruolo di "facilitatore" di tutto il percorso. Il risultato atteso è fornire ai familiari destinatari del ricongiungimento tutte quelle conoscenze e competenze utili per partecipare attivamente alla vita sociale, dalla lingua italiana alla consapevolezza dei diritti e dei doveri previsti dalla normativa italiana.

              Alcune storie

              Il Progetto FORM@, che terminerà a marzo 2019, ha raccolto alcune di queste storie di ricongiungimento familiare, mostrando sia il punto di vista dei cittadini immigrati sia quello degli operatori di patronato coinvolti.

              Sakina e le sue figlie dal Marocco

              "Il Marocco è africano, il Marocco è anche arabico, il Marocco è incredibilmente vicino all’Europa: ecco lo sfaccettato cuore di un bellissimo Paese. (…) Oggi il Marocco è anche terra di migranti, le cui difficoltà di vita sono sempre difficili da immaginare. E ancor più arduo è mettersi nei panni di chi rimane e vede partire i cari in cerca di fortuna. Un nuovo abbraccio avviene tempo dopo, quando chi è partito finalmente torna a prendere chi è rimasto e lo conduce nel luogo dove ricostruire la loro vita, insieme.

              (…) 'Ho 44 anni e sono nata e cresciuta in Marocco, dove lavoro come parrucchiera ed estetista, accudendo le mie tre bimbe', racconta Sakina. Da quando suo marito è partito per l’Italia in cerca di un futuro migliore, Sakina vive insieme ai genitori e alle sue figlie (…): 'Vorrei tanto che, una volta giunte in Italia, alle mie bambine venisse garantita una buona formazione scolastica. Mi piacerebbe trovare un lavoro, avere l’accesso alla sanità e ai diritti sociali'. Eppure Sakina, come le sue piccole, un po’ spaventata lo è stata: 'Non nascondo di aver avuto qualche timore all'idea di dover lasciare il mio Paese, i miei genitori, le mie radici." Continua a leggere.

              Carla, operatrice a Milano

              "Opera, assisti, aiuta: questo potrebbe essere un motto che ben descriverebbe il sentimento che ogni giorno, da anni, muove Carla, responsabile dell’Ufficio Immigrazione del Patronato Acli di Milano, e i 14 operatori di molte nazionalità (non solo italiani, ma anche eritrei, filippini, albanesi, costaricani) che lavorano con lei. A coadiuvare gli operatori, un gruppo di 15 volontari, anch’essi di varia provenienza geografica.

              'Prima di diventare operatori o volontari, le persone straniere che operano presso il mio patronato sono state protagoniste di un percorso migratorio conclusosi positivamente. È anche per questo che crediamo fermamente nel lavoro che svolgiamo presso l’Ufficio Immigrazione ed è anche per questo che abbiamo accolto con entusiasmo il Progetto Form@, mirato al ricongiungimento familiare', racconta Carla." Continua a leggere.

              Per tutte le informazioni: www.progettoforma.eu

              Pubblicità, scommesse e slot machine: “La dignità delle persone non è in gioco”

              • Pubblicato inAcli
              Pubblicità, scommesse e slot machine: “La dignità delle persone non è in gioco”

              Da sempre le Acli lottano per contrastare il fenomeno della patologia da gioco d’azzardo che colpisce e indebita le famiglie, fino a ridurle sul lastrico. Una patologia silenziosa che coinvolge sempre più persone, soprattutto le giovani generazioni, che attraverso la tecnologia degli smartphone trovano un accesso facile e veloce: il giro vorticoso di scommesse online per i Mondiali di calcio in corso in Russia ne sono un esempio attuale ed eclatante.

              Secondo il recente studio realizzato dall’Osservatorio Young Millennials Monitor di Nomisma, un minore su 2 è tentato dalle scommesse, ma solo il 17% ne avverte effettivamente la componente di rischio o dipendenza. Giocare d’azzardo si trasforma molto facilmente in una dipendenza, con implicazioni gravi per la salute e il benessere psicologico di chi ne è vittima: "Chi gioca perde la capacità di controllare i propri comportamenti e non riesce più a stabilire e rispettare un limite di tempo e denaro da impiegare", ha affermato Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, "l'unico scopo dei giocatori diventa quindi la ricerca compulsiva dell’attività che genera piacere", un problema che si riflette inevitabilmente anche sulle famiglie. Ricordiamo che tale disfunzione è già inserita tra gli stati patologici oggetto di cura del Sistema Sanitario Nazionale dal decreto legge 158/2012.

              In provincia di Treviso, nel 2016 315 persone hanno chiesto di farsi curare presso i servizi dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, mentre in Veneto "i giocatori problematici sono 32.500 e i potenziali malati di gioco patologico sono stimabili tra i 3.200 e i 3.700", riporta la tribuna di Treviso"ma solo la metà di questi si rivolge ai servizi pubblici per chiedere un aiuto a uscire dalla spirale della lupopatia". Nel 2016 nella Marca la spesa media pro-capite si è attestata a 897 euro, mentre gli incassi da slot hanno registrato un giro d'affari di 795 milioni di euro: Treviso è la quarta provincia in Italia nella poco invidiabile classifica degli incassi derivanti dal gioco d'azzardo.

              In questo contesto si inseriscono poi le infiltrazione della criminalità organizzata che trova terreno fertile sia nel gioco lecito e illecito, per riciclaggio e business milionari. Secondo la Direzione Nazionale Antimafia la criminalità ne condiziona direttamente la gestione, spesso attraverso prestanome, di sale e punti di raccolta inseriti nel circuito ‘legale’ di gioco e scommesse; si è dotata di "strutture parallele" con le quali esercitare l’offerta illegale: dai centri scommesse mimetizzati come Centri Trasmissione Dati alla realizzazione di siti abusivi per l’offerta di gioco e scommesse online, situati anche all’estero.

              Il valore del mercato dei giochi regolamentati con vincita di denaro, secondo la fotografia scattata dall’Osservatorio Gioco Online del Politecnico di Milano, è stato pari a 1,3 miliardi di euro, con una crescita del 25% rispetto al 2015. Tre le categorie più apprezzate, rappresentano il 90% del mercato, dai giocatori italiani: casino games, scommesse sportive, poker.

              Il gioco del calcio è tra i maggiori protagonisti delle scommesse online e continua a richiamare la fetta più grande di scommettitori: il 2017 è stato un anno record con 10 miliardi di euro spesi, e cioè circa la metà del valore dell’intero mercato delle scommesse sportive.

              Dati preoccupanti che vanno a minare seriamente la dignità della persona e che impongono la promozione in primis di una educazione preventiva e una comunicazione corretta che passi anche attraverso il blocco di ogni forma di pubblicità. Per questo le Acli sostengono il provvedimento del Governo come punto di partenza verso una regolamentazione completa e articolata di tutto il settore, che è anche l’obiettivo principale della Campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo "Mettiamoci in gioco", della quale le Acli nazionali si sono fatte promotrici.

              “Scommettiamo che…?” L’intervista delle Acli sul calcioscommesse 

              Lo chiameremo "Antonio", per ragioni di privacy, e non è un giocatore patologico ma un ragazzo come tanti, di 17 anni, che ha gentilmente risposto a qualche domanda per capire meglio e da vicino uno dei tanti volti del gioco online.

              Si gioca la semifinale dei Mondiali, cosa scommetti?

              Decido durante la partita, si chiamano scommesse ‘live’, ovvero si gioca sull’evento in diretta. Si può fare comodamente da cellulare ma anche da un centro scommesse, ad ogni modo bisogna essere velocissimi, capaci nel leggere la partita in corso, intuitivi, perchè le quote cambiano di continuo. 

              Questa tipologia – che è quella più in voga tra i ragazzi al momento –  consente di avere un notevole vantaggio economico e anche in termini di adrenalina. 

              Scommettere sulla vittoria di una squadra sembra quasi banale…

              Non è vero, si fa anche quello ma il campo è molto più vasto e più il risultato è improbabile e più è alta la vittoria. Faccio degli esempi, di solito scommetto su: chi segna per primo e a quale minuto; con quale risultato termina il match; se entrambe le squadre segneranno; si possono giocare gli ‘under’ e ‘over’,  indicando cioè il numero della somma dei goal durante una partita che sarà appunto maggiore (over) o minore (under) rispetto al numero indicato. 

              Si scommette su tutto: su chi retrocederà in Serie B; su chi arriverà ultimo in classifica o su quale giocatore cambierà maglia; il toto allenatori sulla loro durata in carica; quanti goal farà un calciatore; per non parlare poi delle quote scommesse sull’ingaggio di Ronaldo alla Juve… 

              Raccontami una tua scommessa, vinta o persa.

              Ho scommesso 70 euro euro sulla vittoria della Roma contro il Barcellona, si parla di Champions League e ho vinto 60 volte la posta giocata. Ai Mondiali invece ho scommesso più o meno la stessa cifra sulla vittoria della Svizzera contro la Svezia e sai com’è finita… 

              Un gioco che mi appassiona poi sono i Fantasy Match, le gare virtuali tra due squadre che in campo non si affrontano direttamente oppure i Virtual dove le squadre sono inventate. È quello che si fa in Inghilterra del resto con le cosiddette “novelty bets”, vale a dire scommesse su eventi di cronaca o costume come i matrimoni reali o di coppie del mondo dello spettacolo. 

              Fonte: acli.it

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              Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

              Giorgio La Pira