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Ricomincia l'avventura per il servizio civile alle Acli

Ricomincia l'avventura per il servizio civile alle Acli

E' terminata lunedi scorso l'esperienza di servizio civile per i giovani impegnati nei progetti Acli ed oggi ricomincia con nuovi volontari.

In un anno 654 ragazzi, con un età compresa tra i 18 e i 28 anni, hanno promosso la cultura della legalità, si sono impegnati nella lotta e al contrasto della dispersione scolastica, hanno sostenuto le famiglie nell’educazione e nella promozione culturale, hanno assistito anziani, immigrati e disabili.

Fra i partecipanti 45 giovani hanno scelto di vivere l’anno di volontariato in una delle sedi estere delle Acli per sostenere gli italiani fuori dall’Italia o per collaborare a progetti di cooperazione internazionale.

“I ragazzi – ha commentato Matteo Bracciali, responsabile per il Servizio civile delle Acli – hanno dato vita in tutta Italia a esperienze di carattere sociale e culturale straordinarie. Il Servizio civile è un patrimonio di formazione e relazioni fondamentale, un anno di impegno che fa crescere sia chi accoglie sia chi viene accolto. A tutti questi giovani che hanno fatto questo pezzo di strada con noi per il proprio futuro va un grande ‘in bocca al lupo’”.

Il 13 novembre, oggi, l’avventura ricomincia: i 575 volontari scelti dalle Acli si occuperanno di abbandono scolastico, anziani, contrasto alla povertà, sostegno ai giovani e alle famiglie

    Attivo il numero unico sostitutivo per contattarci: 0422 1836144

    • Pubblicato inAcli
    Attivo il numero unico sostitutivo per contattarci: 0422 1836144

    Per un problema tecnico alle linee non riconducibile alla nostra responsabilità, ci sono difficoltà a contattarci al telefono. 

    Abbiamo dovuto sospendere momentaneamente i nostri numeri telefonici per attivare un numero unico sostitutivo.

    0422 1836144
    attivo dal lunedì al venerdì, 8.30-12.30 e 14.30-18.00

    In caso di necessità, è possibile chiamare questo numero per contattare tutti i nostri servizi in tutte le sedi della provincia fino alla risoluzione del guasto.

    Restano operativi gli altri canali per fissare gli appuntamenti e le email dei nostri servizi. Sul sito www.aclitreviso.it sono disponibili le informazioni sulle sedi, gli orari e i documenti utili.

    Ci scusiamo per il disagio. Non appena la situazione sarà tornata alla normalità, avviseremo con un nuovo aggiornamento.

    Acli provinciali di Treviso

      Be Cool Be Zumba, con l'Asd Sport & Dance

      • Pubblicato inUSACLI
      Be Cool Be Zumba, con l'Asd Sport & Dance

      Sabato 25 novembre, dalle ore 22 presso la Supersonic Music Arena, l'Asd Sport & Dance (affiliata all'US Acli) presenta un'esibizione di Zumba.

      Informazioni: 340 983 2501

        Dal Sia al Rei: la via italiana contro la povertà

        • Pubblicato inAcli
        Dal Sia al Rei: la via italiana contro la povertà

        Il primo gennaio 2018 il Rei sarà operativo. La misura di contrasto alla povertà subentra al Sia. Uno studio dell’Allenza contro la povertà in Italia ne ha valutato l’efficacia. Per identificare gli elementi utili a rafforzare i processi di implementazione del Rei.

        Approfondisci il RAPPORTO DI VALUTAZIONE dal Sia al Rei dell'Alleanza contro la povertà.

        Il Sostegno per l’Inclusione Attiva, meglio conosciuto come Sia, è stata una misura di contrasto alla povertà che ha di fatto aperto le porte al Rei, il Reddito d’inclusione, uno strumento di sostegno con una portata maggiore del precedente. In previsione dell’operatività della misura, che avverrà dal gennaio 2018, l’Alleanza contro la povertà in Italia ha avviato una ricerca per identificare gli elementi utili per rafforzarne i processi di implementazione.

        Due, secondo lo studio, paiono i fattori di contesto o prerequisiti essenziali per il buon funzionamento. Il primo riguarda le azioni di rafforzamento dell’infrastruttura locale e, in primis, il rafforzamento dell’organico, delle risorse umane e delle competenze tecnico-professionali deputate a gestire i processi attuativi. Il secondo prerequisito riguarda i modelli di governance: le pratiche di integrazione tra politiche settoriali, le sinergie tra attori della PA, del terzo settore e del profit e la coerenza tra azioni promosse a diversi livelli di governo (Stato, regioni, comuni, ATS).

        La sfida che l’Unione Europea indica è l’integrazione degli schemi di reddito minimo con le politiche attive del lavoro. L’integrazione è necessaria per accompagnare i beneficiari da condizioni di esclusione sociale verso la vita attiva, evitando i rischi connessi a condizionalità che obbligano ad accettare lavori poco remunerati (working poor). Il sostegno finanziario va inoltre combinato con un accesso più facile ai servizi sociali e pubblici come l’alloggio, i servizi di cura per la prima infanzia, l’istruzione e l’assistenza sanitaria. In altre parole c’è bisogno che il sistema dei servizi di altre filiere (lavoro, formazione professionale, istruzione, sanità) faccia la loro parte. Il ReI, come tutti i regimi di reddito minimo, dovrebbe essere attuato e valutato nel contesto globale dei servizi di welfare.

        Pertanto, in sintesi, le principali raccomandazioni che emergono dallo studio sono le seguenti sei, che interpellano i diversi attori e livelli di governo.

        1. Rafforzare le strategie di implementazione del Rei. Si auspica un rafforzamento del ruolo di programmazione delle Regioni in quanto una misura di integrazione al reddito può produrre effetti di uscita dai meccanismi della trappola della povertà unicamente se utilizzata in sinergia con altre misure;

        2. Completare la governance. Emerge un problema legato al ruolo debole del terzo settore a livello di Ats e a livello regionale. Occorre prevedere pratiche congiunte di programmazione e verifica tra diversi dipartimenti regionali (sociale, lavoro, istruzione, sanità);

        3. Migliorare l’accountability e la trasparenza. Occorre migliorare il rilascio periodico da parte di Inps e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di dati utilizzabili da amministrazioni pubbliche, attori del terzo settore, dalla comunità dei ricercatori, dai media per alimentare un dibattito pubblico informato (es: dati sulla platea di beneficiari previsti, dati periodici disaggregati a livello comunale su domande pervenute e nuclei che percepiscono la misura);

        4. Migliorare i modelli di presa in carico. Sarebbe opportuno integrare le indicazioni operative esistenti, che sottendono le linee guida sul Sia. Occorre integrare il focus del servizio sociale dall’intervento sulla singola presa in carico alla promozione di opportunità a livello di comunità e concentrare le risorse professionali sui casi più fragili, che maggiormente possono beneficiare di una presa in carico intensiva.

        5. Riporre al centro la povertà minorile. La povertà minorile e giovanile, in particolare in alcuni contesti, e le strategie di rottura della trappola della povertà vanno rilette tenendo presente tre elementi. Il primo è lo scambio di pratiche su soluzioni e modelli innovativi adatti ai diversi contesti. Il secondo è costituito dalle possibili integrazioni con altri benefit e servizi utili alla presa di nuclei familiari con figli. Il terzo concerne l’attenzione ai minori 0-6 anni, agli adolescenti e ai giovani di oltre 16 anni (adempimento dell’obbligo di istruzione), i quali esprimono bisogni differenziati;

        6. Rafforzare le competenze. Occorre prevedere soluzioni multiple (aggiornamento professionale, formazione sul lavoro, seminari congiunti, e-learning, ricerca-azione…) per favorire la crescita di competenze e lo scambio di pratiche: sono abilità che non si improvvisano.

        Lo studio è stato presentato l’8 novembre a Roma presso la Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro.

          Gli orti domestici, un "atto rivoluzionario". Incontro sull'ambiente con Mercalli

          • Pubblicato inAcli
          Gli orti domestici, un "atto rivoluzionario". Incontro sull'ambiente con Mercalli

          Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo italiano, arriva a Ponte di Piave il 15 novembre per un incontro pubblico dal titolo "Il mio orto tra cielo e terra", organizzato dal Comune di Ponte di Piave in collaborazione con le Acli del Veneto e di Treviso. 

          La serata si propone di approfondire con una voce autorevole lo sviluppo sostenibile in tema ambientale e cambiamento climatico. Quali sono le soluzioni per attenuare ciò che sembra attenderci in futuro? Mercalli ci racconta una delle sue scelte: coltivare un orto domestico, un'azione concreta, quotidiana, che tutela la salute dell'ambiente e di chi lo vive.

          Per introdurre questa riflessione, pubblichiamo il commento di Andrea Citron, presidente regionale delle Acli del Veneto, che modererà la serata.

          Cambiamento climatico, un impegno di tutti

          I cambiamenti climatici si manifestano già oggi in tutta la loro forza distruttiva: risulta arduo riuscire a negarlo e mettono a serio rischio la vita di persone, specie ed ecosistemi. Già nel 2013 l'Internal Displacement Monitoring Center evidenziava che l'anno prima erano 32,4 milioni le persone nel mondo costrette ad abbandonare la propria terra a causa di disastri naturali. Mentre l'Alto commissariato dell'ONU per i rifugiati stima che entro il 2050 saranno 200 milioni coloro che migreranno per ragioni climatiche. In particolare, in molti luoghi del nostro pianeta aumenteranno le difficoltà per accedere all'acqua potabile e contemporaneamente si ridurrà la produzione agricola e la sicurezza alimentare. Tutto ciò porterà ad un aggravamento delle condizioni di povertà, già esistenti, e sarà la causa di nuovi conflitti armati e altre migrazioni.

          I cambiamenti del clima sono una delle maggiori emergenze del tempo che viviamo. L'aumento nella frequenza e nell'intensità dei fenomeni climatici coinvolge gran parte dei luoghi di questo Pianeta, con danni sempre più rilevanti. In Italia lo abbiamo visto l'ultima estate con una gravissima siccità, incendi che hanno bruciato e distrutto 120mila ettari di terreno. E ancora con calamità come l'alluvione di Livorno a settembre 2017, che ha provocato la morte di 8 persone. Nel nostro Paese questa "contabilità" dell'impatto prodotto dai fenomeni atmosferici estremi ha assunto una dimensione davvero preoccupante.

          Nessuno escluso

          L'impegno a contrastare i cambiamenti climatici, per essere efficace, ha bisogno di azioni su ogni dimensione della vita umana e produttiva. E ha bisogno dell'impegno di tutti, come ben evidenziato da Papa Francesco nell'enciclica Laudato si', dove chiama ciascun uomo di questa terra alla difesa della nostra casa comune. Serve agire insieme, agire in fretta e in modo efficace se vogliamo che i nostri figli, i nostri nipoti possano vivere la terra in condizioni non troppo peggiori di quelle che abbiamo ereditato noi, evitando di consegnare loro un mondo con una dote di guasti e malanni irreversibili.

          E' importante che ognuno si senta responsabilizzato nel suo piccolo, nel suo vivere quotidiano, a lottare contro la crisi ambientale in atto. Anche con piccoli gesti, con minimi accorgimenti possiamo contribuire a preservare la salute del pianeta, così come quella degli individui che lo abitano.

          L'incontro con Luca Mercalli

          E' un po' quello che scrive nel suo libro, Il mio orto tra cielo e terra, il climatologo Luca Mercalli (che il 15 novembre sarà ospite dell'incontro organizzato dal Comune di Ponte di Piave con le Acli). Anche una scelta semplice, concreta e quotidiana come coltivare un orto domestico, può diventare un'azione forte di resistenza contro l'inquinamento e per la tutela della salute, dell'ambiente e di tutti noi che lo abitiamo. La sostenibilità ambientale non va pretesa solo dai "grandi della terra", ma va praticata in primis da ciascuno di noi in ogni luogo di questo pianeta.

          Mercalli ci spiega come sia possibile coltivare un pezzetto di terra senza ricorrere ai dannosi fitofarmaci, nel pieno rispetto della biosfera, dimostrandoci come ogni persona, con i mezzi in suo possesso, possa concretamente impegnarsi ogni giorno senza sforzi eccessivi per la tutela della terra e quindi della propria qualità di vita. Scelte semplici ma incredibilmente importanti per chi ha un orto, per esempio: produrre compost sfruttando ogni minimo residuo di cucina e recuperando questo prezioso alimento per i vegetali da sfalci e potature del verde; o evitare inutili e dannose combustioni a cielo aperto quando le ramaglie sono ancora verdi e magari intrise di pesticidi, con tanto di dense fumate che peggiorano la già pessima qualità dell'aria che respiriamo.

          Gli orti domestici: un "atto rivoluzionario"

          Fare un orto è un atto rivoluzionario in quanto difende il suolo non solo dal suo degrado, ma pure dal peggior flagello della cementificazione, che ne determina la distruzione permanente. In Italia si continua a "consumare" suolo al ritmo di 4 metri quadri al secondo, come evidenziato dal Rapporto ISPRA (2016), da dove si evince che in totale il 7% del territorio nazionale è impermeabilizzato.

          L'impermeabilizzazione del suolo comporta un rischio accresciuto di inondazioni e di scarsità idrica, contribuisce al riscaldamento globale, minaccia la biodiversità e suscita particolare preoccupazione allorché vengono ad essere ricoperti terreni agricoli fertili, resi non più produttivi. E mentre i paesi industrializzati asfaltano e cementificano il loro territorio interno, vanno poi all'esterno a caccia di terra fertile per la loro sicurezza alimentare. Capite quindi come chi sceglie di fare un orto difenda un pezzo, piccolo quanto volete, ma assolutamente reale di pianeta terra.

          Ambiente significa innovazione

          Infine è importante riconoscere che combattere il degrado ambientale e i cambiamenti climatici risulta essere anche una risposta significativa alla crisi occupazionale e un contributo importante all'innovazione del nostro Paese. Come dimostra anche il tessuto economico del trevigiano: nel 2017 la green economy  ha portato nella Marca 6.160 posti di lavoro. Posizioni professionali che si sono aperte grazie agli investimenti di 6.230 imprese trevigiane. Si tratta di risorse dirottate verso tecnologie ecosostenibili per ridurre l'impatto ambientale, risparmiare energia, contenere le emissioni di CO2 e favorire il riutilizzo dei materiali di scarto. Un percorso virtuoso che ha portato la provincia di Treviso al quindicesimo posto in Italia tra i territori che più hanno investito nella green economy.

          Concludendo, per sperare di conservare ancora il nostro pianeta per le generazioni future, penso sia importante, riprendendo il "Manifesto di Brescia" ed estendendo la riflessione sull'agricoltura ecologica ai nostri stili di vita, ricercare una "rigenerazione sul piano culturale, ecologico ed economico, rimettendo al centro dell'operare umano il valore del saper fare e della manualità, il valore del lavoro e del suo senso, il valore delle cose e delle relazioni, il valore del tempo, dei tempi d'attesa, del silenzio e dell'otium come opportunità di conoscenza, come capacità di godere della vita senza consumarla".

          Troppi debiti: è possibile ripartire da zero?

          Troppi debiti: è possibile ripartire da zero?

          Da alcune recenti statistiche emerge che molti italiani sono sovraindebitati con scarsa possibilità di onorare gli impegni nei confronti di chi ha concesso loro dei prestiti (banche, finanziarie, eccetera). Debiti fatti per i più svariati motivi come il vizio per il gioco, una separazione oppure un'attività imprenditoriale cessata e altre situazioni. Vediamo cosa prevede la legge 3/2012, meglio conosciuta come "Salva suicidi" o "Cancella debito".

          Un esempio

          Alessandro è separato da diversi anni e vive in affitto e lavora come dipendente a tempo indeterminato. Dopo il divorzio per pagare la parcella dell’avvocato, l’assegno di mantenimento dei figli minori, la scuola e l’acquisto di un’automobile, non potendo ottenere l’anticipo del Tfr è stato costretto a indebitarsi chiedendo un finanziamento alla banca. Purtroppo l’azienda dove lavorava ha chiuso e presso la nuova società che l’ha assunto percepisce uno stipendio che non gli permette di onorare integralmente i debiti.

          L’unica soluzione possibile è stata la possibilità di utilizzare la legge 3/2012 cosiddetta "Salva suicidi". Questa normativa gli permetterà di sanare la sua posizione mettendo a disposizione il proprio patrimonio, che consiste in una casa e una parte dello stipendio.

          Crisi da sovraindebitamento, in sintesi

          In base all’art. 6 della legge 3/2012. per sovraindebitamento si intende “la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà ad adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente”.

          Chi può attivare la procedura

          Il sovraindebitamento riguarda i debitori non soggetti al fallimento (piccoli imprenditori, professionisti, privati in genere, ecc.)

          Le procedure ammesse
          • accordo di ristrutturazione dei debiti soddisfazione dei crediti sulla base di un piano proposto del debitore (serve l’ok dei creditori per almeno il 60%);
          • il piano del consumatore, omologato dal tribunale senza necessità di accordo con i creditori;
          • liquidazione del patrimonio (vengono venduti tutti i beni del debitore ad eccezione di quelli impignorabili).

          Per maggiori informazioni è necessario rivolgersi alla Lega Consumatori Treviso telefonando al numero 0422 56340 il lunedì dalle ore 14.30 alle 17.00 e il giovedi dalle ore 9.00 alle 12.00.

          A cura di Francesco Tarantolo
          Photo Credit Oliver Thomas Klein

          Buste paga, diritti del lavoratore, licenziamenti: chiedi all'Ufficio Lavoro

          Buste paga, diritti del lavoratore, licenziamenti: chiedi all'Ufficio Lavoro

          Il mondo del lavoro ti sembra sempre più complicato? Non riesci a capire la tua busta paga? Vuoi conoscere semplicemente i tuoi diritti? L'Ufficio Lavoro del nostro Patronato Acli ti aspetta. Si tratta di un servizio:

          • per chi deve ancora entrare nel mondo del lavoro e vuole capire gli strumenti possibili;
          • per chi desidera cambiare lavoro e ha bisogno di un supporto per valutare una nuova proposta;
          • per chi è al lavoro e ha bisogno di comprendere cosa gli spetta, quali diritti devono essergli riconosciuti, quali mansioni è chiamato a svolgere;
          • per chi si trova in un periodo di sospensione dall'attività lavorativa per maternità, congedo parentale, permessi per assistere un familiare disabile, per malattia o infortunio;
          • per chi sta perdendo o ha già perso il lavoro ingiustamente, vuole opporsi a tale scelta e vuole capire eventuali strumenti disponibili a sostegno del reddito.

          L’Ufficio Lavoro aiuta a comprendere il contratto individuale di lavoro, le regole applicabili derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale del settore in cui si è occupati, a leggere la busta paga in tutte le sue voci. Offre inoltre supporto qualora ci siano delle differenze retributive che non sono state riconosciute, oppure nel caso in cui sia stato intimato un licenziamento illegittimo o semplicemente venga negato un diritto legalmente riconosciuto.

          L’Ufficio Lavoro riceve tutti gli associati solo su appuntamento. Per richiedere un appuntamento è possibile scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare al numero 0422 543640 in orario di ufficio.

          Rispondiamo a un esempio pratico

          Quali permessi mi spettano per la malattia di mio figlio? 

          Entrambi i genitori, in alternativa tra loro, hanno diritto a permessi non retribuiti per le malattie di ciascun figlio. L’assenza dal lavoro è giustificata per tutta la durata della malattia del bambino fino ai 3 anni di vita o nel limite di 5 giorni lavorativi all'anno per i figli di età compresa tra i 3 e gli 8 anni. La condizione dell’età deve verificarsi al momento dell’inizio della malattia.

          La malattia del bambino deve essere certificata dal medico curante del Servizio sanitario nazionale, o con esso convenzionato, che provvederà a trasmettere il certificato direttamente per via telematica all'Inps. L’Inps provvede con immediatezza ad inoltrarla al datore di lavoro.

          Si evidenzia che la nozione di malattia del bambino comprende non solo la fase patologica acuta, ma anche quella successiva collegata al periodo di convalescenza. Sullo stato di malattia del bambino non si applicano le disposizioni previste sul controllo della malattia del lavoratore.

          Durante l’assenza non viene corrisposta la retribuzione, ma detto periodo viene computato al fine dell’anzianità di servizio e, fino ai tre anni di vita del bambino, è soggetto a contribuzione figurativa.

          Il congedo per malattia del figlio spetta anche ai genitori adottivi o affidatari. L’assenza è sempre giustificata fino ai 6 anni del bambino e nel limite dei 5 giorni lavorativi all’anno fino agli 8 anni. Se al momento dell’adozione o dell’affidamento il bambino ha dai 6 ai 12 anni, i 5 giorni lavorativi possono essere fruiti nei primi 3 anni dall’ingresso del minore in famiglia.

          (Riferimenti normativi d. lgs. 151/2001, capo VII, art. 47 e ss.)

          A cura dell'Ufficio Lavoro del Patronato Acli

           

           

            Un anno di servizio civile. Grazie ai nostri giovani! Novembre 2017

            Un anno di servizio civile. Grazie ai nostri giovani! Novembre 2017

            Si conclude il 6 novembre per Erica, Giovanni, Jeferson, Lorenzo ed Ousseynou l'esperienza di servizio civile qui alle Acli di Treviso.
            Credere nei giovani, nella necessità di offrire loro luoghi ed occasioni per mettersi alla prova, sperimentare, creare "innovazione", significa per noi favorire queste opportunità e lavorare perché siano davvero di valore.

            A loro grazie di cuore che, con questo video (disponibile su Facebook e in fondo alla pagina), ci raccontano di quest'anno.

            "Su tutto contano tre cose:
            la certezza che stiamo sempre iniziando,
            la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
            la certezza che saremo interrotti prima di finire.

            Pertanto, dobbiamo fare:
            dell’interruzione, un nuovo cammino,
            della caduta, un passo di danza,
            della paura, una scala,
            del sogno, un ponte,
            del bisogno, un incontro".

            Fernando Pessoa

              Football No Limits 2017 in Bosnia: il video

              • Pubblicato inIPSIA
              Football No Limits 2017 in Bosnia: il video

              Sotto il cielo di Football No Limits, tutti i campi da calcio sono senza confini. La scorsa estate un tour di campus sportivi itineranti ha fatto tappa in 6 diverse città della Bosnia Erzegovina. Ventuno tra volontari bosniaci e italiani, allenatori e preparatori tecnici, e quasi mille i bambini che hanno giocato sui campi di Fooball No Limits 2017, in quella che è stata la seconda edizione del progetto realizzato nei Balcani dall'ong Ipsiacon il supporto dell’Us Acli e di partner locali.

              L'obiettivo? Tra il campetto di paese e l'erba ingiallita del terreno di gioco, lo sport e il calcio sono uno dei pochi linguaggi universali in grado di superare ogni tipo di differenza e favorire l'integrazione. Anche in Bosnia Erzegovina, dove le fratture sociali e le carenze strutturali sono numerose, Football No Limits crede che il calcio possa tornare a unire e sostiene la ricostruzione di un tessuto associativo tra le generazioni più giovani. Senza barriere. Senza confini.

              Ecco cos'è stato: il video

              La carovana 2017 è condensata nei pochi secondi di questo video (disponibile in fondo alla pagina), che chiude così la propria – personalissima e sicuramente vincente  stagione calcistica in attesa delle novità per il 2018.

              Per saperne di più

              Sul nostro sito, puoi leggere anche il nostro racconto "a caldo" al rientro della carovana: "Football No Limits in Bosnia Erzegovina: sport senza confini", e il nostro approfondimento su cosa rappresenta il calcio nei Balcani e in Bosnia Erzegovina: "Il calcio che unisce, anche nei Balcani".

                Acli a scuola con i progetti contro le discriminazioni e sui diritti umani

                • Pubblicato inAcli
                Acli a scuola con i progetti contro le discriminazioni e sui diritti umani

                Prosegue l'attività delle Acli di Treviso nelle scuole della provincia, con diversi progetti.

                RECORD CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

                Calendario definito ed in fase di avvio per "RECORD: Rete territoriale di contrasto alle discriminazioni etnico razziali" realizzato in collaborazione con Veneto Lavoro.

                In regione, insieme a Treviso sono Venezia e Verona ad aver unito le forze per attivare complessivamente 15 percorsi formativi nelle scuole medie e superiori, 2 percorsi per operatori di polizia locale ed altrettanti per personale del trasporto pubblico.

                A tema dunque non solo l’informazione e la conoscenza della situazione degli stranieri in Italia, ma soprattutto la multiculturalità, la coesione sociale, la mediazione del conflitto.

                Treviso, nel dettaglio, sta realizzando tra ottobre e novembre 3 percorsi nel centro di formazione professionale Lepido Rocco di Castelfranco.

                Le attività proposte sono:

                1. Propedeutico al percorso viene chiesto alla classe coinvolta di produrre un elaborato (testo o power point o immagine o video...) che sintetizzi il braingstorming fatto in aula alla sola presenza degli insegnanti di riferimento su due parole chiave: diversità/diverso e migrare/migrante.
                2. Primo incontro in aula con gli operatori in cui: i ragazzi presentano l’elaborato che viene poi commentato e riorganizzato in un breve intervento del professionista che a partire dagli stereotipi/pregiudizi emersi o non emersi rilancia alcune informazioni e provocazioni sulle migrazioni e sull’incontro tra persone di diverse provenienze. Segue testimonianza sulla fatica della gestione della diversità e sua risoluzione.
                3. Si propone alla classe di lavorare nei giorni che separano il primo dal secondo incontro andando a far emergere difficoltà e risorse della classe stessa su questo tema (con il metodo del questionario). 
                4. Secondo incontro in aula: gioco di ruolo per coinvolgere gli alunni in un esperimento che permetta loro di immedesimarsi nei panni di altri, nello specifico di migranti. A seguire verranno raccolte ed approfondite le impressioni e i vissuti e restituiti con approfondimento dei professionisti i risultati del questionario realizzato singolarmente dagli studenti.
                5. Si propone alla classe di realizzare nell'intervallo di tempo tra il secondo e il terzo incontro una breve ricerca sul proprio contesto di vita (quartiere, condominio, comune….) che miri a far conoscere esempi positivi e/o buone prassi e/o esperienze di valorizzazione delle diversità, integrazione e contrasto alle discriminazioni.
                6. Nel terzo e ultimo incontro in aula l’incontro comincia con la restituzione dei ragazzi di quanto “scoperto” nei loro territori; segue momento di approfondimento delle strategie e delle risorse che si possono mettere in campo per una quotidiana convivenza nelle diversità e gestione creativa del conflitto (proposta di un video). Al termine i ragazzi si dedicheranno alla stesura di un decalogo che avrà per tema il superamento delle discriminazioni nella loro realtà.

                PROGETTO VOUCHER REGIONALI

                Siamo in attesa di conoscere l'esito del bando regionale sui voucher educativi della Regione in tema di diritti umani.

                Le Acli di Treviso hanno presentato due progetti da poter attivare in tutta la provincia di Treviso:

                Info: www.aclitreviso.it/notizie.

                 

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                  Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

                  Giorgio La Pira