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Lavori usuranti, difficoltosi e gravosi: chi andrà in pensione prima?

Lavori usuranti, difficoltosi e gravosi: chi andrà in pensione prima?

Dopo gli ultimi incontri con le Organizzazioni Sindacali, ed in vista della prossima approvazione della Legge di Bilancio per il 2018prendono corpo con maggiore chiarezza gli impegni del Governo sul “cantiere” della previdenza.

Il tema percepito con più urgenza ed attenzione è, certamente, l’innalzamento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia ed anticipata, previsto dalla normativa vigente a partire dal 1 gennaio 2019 e già quantificato dall’ISTAT (in base all’andamento dell’aspettativa di vita) in 5 mesi.

In particolare, oltre a voler rivedere nel loro complesso i meccanismi di adeguamento dei requisiti pensionistici a partire dal 2021 e ad istituire una commissione che valuti su base scientifica la gravosità delle occupazioni, l’Esecutivo si è impegnato nell’immediata esenzione dall’innalzamento del 2019 per 15 categorie di occupazioni ritenute particolarmente gravose.

L’emendamento presentato il 23 novembre 2017 dall’Esecutivo alla manovra prevede come annunciato che 15 categorie impegnate in lavori gravosi siano esentate dall’aumento automatico dell’età pensionabile a 67 anni che scatterà per tutti gli altri dal 2019. Nel 2019 saranno esonerati dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni 14.600 persone impegnate in lavori ‘gravosi, si prevede per il primo anno un costo di 100 milioni e nel triennio fino al 2021 quasi 385 milioni.

Non si tratta, certo, di una contro-riforma previdenziale, ma rappresenta un ulteriore meccanismo di flessibilità rispetto alla rigidità che da subito ha caratterizzato la Riforma Monti Fornero.

Di seguito il riepilogo della lavorazioni rilevanti e, in sintesi, le opportunità previdenziali che meritano di essere valutate ed approfondite nei nostri uffici.

Lavori usuranti

4 categorie con possibilità di accesso a pensione con le regole ante Fornero

1. Lavoratori impegnati nelle seguenti mansioni particolarmente usuranti:

  • Lavori in galleria, cava o miniera: mansioni svolte in sotterraneo con carattere di prevalenza e continuità;
  • lavori nelle cave, mansioni svolte dagli addetti alle cave di materiale di pietra e   ornamentale;
  • lavori nelle gallerie, mansioni svolte dagli addetti al fronte di avanzamento con carattere di prevalenza e continuità;
  • lavori in cassoni ad aria compressa;
  • lavori svolti dai palombari;
  • lavori ad alte temperature: mansioni che espongono ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, quali, a titolo esemplificativo, quelle degli addetti alle fonderie di seconda fusione, non comandata a distanza, dei refrattaristi, degli addetti ad operazioni di colata manuale;
  • lavorazione del vetro cavo: mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio;
  • lavori espletati in spazi ristretti, con carattere di prevalenza e continuità ed in particolare delle attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, le mansioni svolte continuamente all’interno di spazi ristetti, quali intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture;
  • lavori di asportazione dell’amianto: mansioni svolte con carattere di prevalenza e continuità.

 2. Lavoratori notturni che possano far valere una determinata permanenza nel lavoro notturno, con le seguenti modalità:

  • lavoratori a turni, che prestano la loro attività di notte per almeno 6 ore, comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per un numero minimo di giorni lavorativi annui non inferiore a 78 per coloro che perfezionano i requisiti per l’accesso anticipato nel periodo compreso tra il 1° luglio 2008 ed il 30 giugno 2009, e non inferiore a 64, per coloro che maturano i requisiti per l’accesso anticipato dal 1° luglio 2009;
  • lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo.

3. Lavoratori addetti alla cosiddetta “linea catena”

4. Conducenti di veicoli pesanti, di capienza complessiva non inferiore ai nove posti compreso il conducente, adibiti a servizi pubblici di trasporto.

Questi lavoratori, a condizione che abbiano svolto le lavorazioni usuranti per un determinato periodo di tempo, hanno la possibilità di accedere al pensionamento anticipato secondo il meccanismo delle quote, in vigore prima della Riforma Monti Fornero. Inoltre, se in possesso di almeno 52 settimane di contributi effettivi prima del 19esimo hanno di età, possono beneficiare della pensione anticipata riservata ai cosiddetti lavoratori precoci.

Lavori difficoltosi e rischiosi

11 categorie con possibilità di accesso all’APe Sociale e alle Pensione precoci

 Sono lavoratori che svolgono da almeno sei anni in via continuativa una delle seguenti attività:

  1. operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  2. conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  3. conciatori di pelli e di pellicce;
  4. conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  5. conduttori di mezzi pesanti e camion;
  6. personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  7. addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  8. insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  9. facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
  10. personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  11. operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti.

Questi lavoratori, in presenza della altre condizioni di legge, possono accedere all’Ape Sociale o alla pensione anticipata dei lavoratori precoci nel rispetto delle disponibilità economiche stanziate.

Lavori gravosi

15 categorie con possibilità di esenzione all’adeguamento aspettative di vita

Elenco dei lavori gravosi esclusi dall’aumento dell’età pensionabile a 67 anni dal 2019:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici; conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza; insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti

Alla seguente lista, che corrisponde a quella dei lavoratori ammessi all’Ape social, si aggiungono altre quattro categorie aggiunte nell’elenco degli esclusi dalle novità della riforma pensioni stilata al momento dal Governo:

  • operai siderurgici;
  • marinai;
  • operai agricoli;
  • marittimi.

Se confermato, questi lavoratori, in presenza della condizioni di legge, sono esonerati dai 5 mesi di innalzamento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia e contributivi per la pensione anticipata previsti a decorrere dal 1 gennaio 2019.

Fonte: Patronato Acli

    A gennaio due nuovi corsi di inglese alle Acli

    • Pubblicato inFAP
    A gennaio due nuovi corsi di inglese alle Acli

    Cominciano entrambi il 16 gennaio 2018 i due nuovi corsi di inglese, livello base e livello avanzato, organizzati dalle Acli provinciali di Treviso in collaborazione con la Fap Acli.

    Il CORSO BASE si tiene dalle 08:45 alle 10:30.
    Il CORSO AVANZATO: dalle 10:45 alle 12:30.
    Entrambi si svolgono presso le Acli provinciali di Treviso in viale della repubblica 193/a.

    La QUOTA TESSERATI ACLI 2018: 85 Euro
    La QUOTA TESSERATI FAP: 60 Euro

    E' possibile partecipare anche ad entrambi i livelli.

    Informazioni ed iscrizioni entro il 22 dicembre in segreteria provinciale:
    tel 0422 1836144 - 0422 56340 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

      Apre una nuova sede Acli a Spresiano

      • Pubblicato inCAF
      Apre una nuova sede Acli a Spresiano

      Dal 9 gennaio 2018 apre a Spresiano, in via San Pio X 18, una nuova sede che ospita i servizi di Acli Service Treviso srl ed un recapito del Patronato Acli di Treviso.

      • Acli Service Treviso srl sarà aperta il martedì dalle ore 8.30 alle 12.30, e il giovedì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Per contattare l’ufficio si può telefonare al numero 0422 1836144 o 0422 56228.
      • Il recapito del Patronato sarà invece aperto il lunedì dalle 15 alle 17.

        Tradizionale appuntamento con San Nicola in piazza a Susegana

        Tradizionale appuntamento in piazza per i bambini di Susegana che incontrano San Nicola per la consegna dei doni e un momento di convivialità. 

        Il venerando Vescovo di Bari, con il suo calessino carico di regali, arriva in piazza Martiri a Susegana per un momento magico di festa per l'infanzia.

        L'iniziativa è organizzata, come ogni anno, dal Circolo Acli di Susegana con la parrocchia.

          Anche a Carbonera si parla di bollette e mercato libero

          Anche a Carbonera si parla di bollette e mercato libero

          ARRIVA IL MERCATO LIBERO
          BOLLETTE DELL’ENERGIA E DEL GAS: COSA PAGHIAMO DAVVERO?

          L’abolizione delle tariffe elettriche e del gas dal servizio di maggior tutela è slittata di un anno, al 1° luglio 2019. Ma già ora si delineano molte questioni: come si fa a capire se, per il momento, conviene rimanere nel regime tutelato oppure è meglio scegliere tra i numerosi pacchetti promozionali offerti dalle società? A cosa bisogna prestare attenzione nelle condizioni contrattuali e nel prezzo?

          Incontro pubblico, ingresso gratuito

          MERCOLEDI 13 DICEMBRE, ore 20.30 Sala parrocchiale di Carbonera, via Brigata Marche 9

          Interviene Francesco Tarantolo Lega Consumatori Treviso

          Nel corso della serata verrà dato ampio spazio alle domande dei cittadini

           

          Evento finanziato con risorse del 5X1000 dell’Irpef dell’anno 2015.

            Anche la Fap aderisce alla campagna "Io ci vado" a vaccinarmi

            • Pubblicato inFAP
            Anche la Fap aderisce alla campagna "Io ci vado" a vaccinarmi

            E’ partita la campagna “Io ci vado” a favore della vaccinazione anti-influenzale e anti-pneumococco, promossa da Happyageing, alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, nata nel 2014 per promuovere nel nostro Paese politiche e iniziative volte a tutelare la salute dell’anziano e a sviluppare le indicazioni della Commissione europea sul fronte dell’invecchiamento attivo.  La Fap Acli, che fa parte del nucleo fondativo di questa piattaforma, aderisce all’appello perchè gli over 65 corrano a vaccinarsi, non perdendo un importante appuntamento con la salvaguardia della propria salute. Ogni anno, infatti, come si legge nel comunicato stampa di HappyAgeing sotto riportato, migliaia sono i decessi e i ricoveri ospedalieri per la mancata vaccinazione, con ingenti costi anche per l’intero sistema sanitario nazionale.

            Roma, 6 novembre 2017 – A partire da quest’anno, oltre al vaccino anti influenzale, quello anti pneumococco è gratuito per gli over 65. La novità, prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017 -2019 e inserita nei nuovi Livelli essenziali di assistenza, è stata introdotta per arginare il rischio di contrarre malattie da pneumococco, un batterio potenzialmente pericoloso e letale per l’uomo e che nella popolazione anziana provoca le polmoniti. Eppure la percezione dei rischi è ancora scarsa: solo un anziano su tre sa che di polmonite si può morire. Per questo motivo, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo HappyAgeing (www.happyageing.it) con la nuova campagna “Io ci vado” e il claim “ll vaccino Ti spetta. Tu che aspetti?” esorta i nati nel 1952 e tutti gli anziani a far proprie queste conquiste di prevenzione, compiendo un importante gesto in difesa della propria salute.

            A fotografare la situazione, una ricerca quantitativa condotta da AstraRicerche nel mese di settembre su un campione di oltre mille italiani: nonostante rispetto a due anni fa siano aumentate sia la conoscenza del vaccino contro la polmonite (+12,8%, +19% negli over60) sia il numero di persone che dichiarano di essere vaccinate contro la polmonite (+4,8%) gli anziani (la ricerca è sugli over 60) si sentono sempre meno a rischio, tanto che solo 1 su 10 ha la percezione di poter contrarre personalmente la malattia. Inoltre, rimangono alcuni falsi miti sulle modalità di prevenzione: per 4 persone su 5 è sufficiente mantenersi genericamente in buona salute, per 1 su 3 lavarsi le mani. Solo 1 intervistato su 3 pensa che la prevenzione della polmonite passi attraverso la vaccinazione.

            “Ogni anno, in Italia, sono migliaia i decessi e i ricoveri ospedalieri per complicanze derivate da malattie evitabili grazie a un vaccino come polmoniti batteriche, influenza o herpes zoster, quasi tutti anziani – ha voluto ricordare Michele Conversano, presidente di HappyAgeing in occasione del lancio della campagna – In particolare, la polmonite è ancora la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali. Se si abbinasse la vaccinazione antinfluenzale al vaccino anti pneumococco, si potrebbe arrivare a ridurre il numero di decessi fino anche del 60%. Far conoscere questo diritto ed esigerlo in tutta Italia è un dovere civile verso sé e verso la collettività”.

            In aggiunta, la mancata vaccinazione genera costi che gravano sul sistema sanitario, sui pazienti e sulla spesa sociale in generale: un recente studio condotto dall’ ALTEMS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e presentato in occasione del Congresso della Società Italiana di Health Technology Assessment stima in circa un miliardo di euro annuo il costo complessivo e l’impatto fiscale della mancata vaccinazione contro lo pneumococco, le polmoniti batteriche e l’herpes zoster e la conseguente malattia della popolazione attiva in Italia. Una cifra enorme e altrettanto sottostimata, se si tiene in considerazione che la gran parte delle persone maggiormente esposte a contrarre malattie evitabili come da PNPV, ha più di 65 anni.

             “Contribuire a una corretta informazione sulle vaccinazioni, con attenzione particolare a quelle rivolte alle persone anziane, è uno degli obiettivi che ci siamo posti come Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo – ha dichiarato Marco Magheri Direttore di HappyAgeing – Lo scorso anno abbiamo così promosso una campagna di sensibilizzazione e informazione che ha raggiunto oltre 10 milioni di cittadini. Con questa campagna, particolarmente efficace dal punto di vista comunicativo, puntiamo a raggiungere un risultato ancora più ambizioso, incrementare il numero degli anziani vaccinati, già da questo autunno”. 

            La campagna di HappyAgeing lancia un appello a non perdere l’appuntamento con la salvaguardia della salute attraverso “Vacciomino” character appositamente realizzato da Peter Goes, che rappresenta una fialetta di vaccino umanizzata. La campagna stampa e radiofonica, ideata da direttore creativo Fabio Ferri e presente anche sui social con l’hashtag #tispetta, invita a non perdere l’appuntamento con la prevenzione in difesa della propria salute. Ascolta qui lo spot radio www.happyageing.it.

            Lo scopo dell’Alleanza – costituita dalla Società Italiana di Igiene (SItI), la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG), la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER), i sindacati, SPI CGIL, FNP CISL e UIL Pensionati, la FAP ACLI e Federsanità ANCI – è contribuire al raggiungimento di migliori condizioni di salute per gli over 65. Un’azione ispirata anche dalla Commissione Europea che pone per il 2020 il traguardo dell’allungamento di 2 anni della vita in salute dei cittadini, indicando le vaccinazioni come uno dei cinque pilastri – quello più efficace già nel breve periodo – per mantenersi in salute e al riparo da patologie evitabili.

              Nell'era dei robot contano creatività ed adattamento

              • Pubblicato inAcli
              Nell'era dei robot contano creatività ed adattamento

              Più che distruggere posti, la tecnologia trasformerà il modo di lavorare. Servono azioni precise di riqualificazione e formazione continua.

              Ne parliamo venerdì sera alle 20.45 alla Biblioteca di Casier, via Roma 2 a Dosson, con il prof. Francesco Seghezzi, direttore della Fondazione ADAPT costituita da Marco Biagi per studiare il mondo del lavoro, e la testimonianza di un giovane imprenditore della zona.

              "Fare previsioni oggi è impossibile, anzi è controproducente -scrive in un recente articolo pubblicato su Avvenire -. Questo perché è molto facile intuire quali saranno i posti di lavoro che scompariranno nel breve e nel lungo periodo, mentre molto più complesso è immaginare quali nuove professioni nasceranno nello stesso arco di tempo (...).

              Il faro a cui guardare sarà sempre più la persona del lavoratore, sia all’interno dei processi produttivi sia nel mercato del lavoro. La vera scommessa, radicale nei suoi rischi e nelle sue opportunità, è quella che corre sul filo della persona, o il suo assorbimento in logiche tecnologiche autonome e disumanizzanti o un vero e proprio rinascimento possibile proprio grazie alla tecnologia e alla nuova complessità dei processi, che può mettere al centro il lavoratore (...).

              Tutto ciò rende necessario un ripensamento dei percorsi di formazione, sia nel metodo che nel contenuto. Un generico appello agli investimenti in formazione, di per sé ragionevole e urgente, non basta più. Occorre evolvere l’idea stessa della formazione (...).

              Sindacati e associazioni datoriali, se vorranno essere utili per i loro membri, dovranno individuare modalità per ripensare alla costruzione della maturità di lavoratori e imprese, partendo in primo luogo dalla valorizzazione di quello che già c’è, spesso sconosciuto se considerato come una massa indistinta e non come una soggettività sempre diversa e ricca di originalità sulla quale costruire".

              Leggi tutto l'articolo su www.avvenire.it

                È partita la campagna RED

                È partita la campagna RED

                È partita, come ogni anno, la Campagna RED ordinaria dell'Inps, attraverso la quale l’Istituto di Previdenza, effettuando il controllo sui redditi 2016 di pensionati e possessori di varie forme di sostegno al reddito, verifica l’effettivo diritto di molti cittadini ad usufruire di determinate prestazioni.

                Novità

                Quest’anno l’INPS ha introdotto la modalità cosiddetta "dichiarazione ZERO RED".

                Questa modalità è riservata a coloro i quali nelle dichiarazioni RED relative agli anni 2014 e 2015 hanno dichiarato zero redditi, oltre la pensione, rilevanti per tutti i componenti il nucleo familiare.

                Entro il 15 febbraio 2018:

                • i pensionati che hanno avuto redditi zero, personali o familiari, diversi rispetto a quelli liquidati dall'Inps, negli anni 2014 e 2015 ed anche nel 2016, non sono obbligati a presentare la dichiarazione reddituale all'Istituto, a meno che non lo ritengano necessario
                • i pensionati, invece, che nel 2016 hanno avuto redditi, personali o familiari, che incidono sulle prestazioni in godimento sono tenuti a presentare la citata dichiarazione reddituale all'Inps
                • la dichiarazione reddituale, in tutti i casi, può essere resa, anche "a mezzo posta, fax e posta elettronica, accompagnate dal documento d’identità”, oppure "attraverso la presentazione di una domanda telematica di ricostituzione reddituale".

                Puoi venire al Patronato 

                Se hai dubbi sull'obbligo o non obbligo, se non sai quali sono i redditi rilevanti per la tua prestazione, presso il Patronato Acli è possibile trovare le risposte e l'operatore potrà inoltrare la domanda di ricostituzione per motivi reddituali.

                  Tornano i campi di volontariato invernale con Terre e Libertà 2017

                  • Pubblicato inIPSIA
                  Tornano i campi di volontariato invernale con Terre e Libertà 2017

                  Hai voglia di un’esperienza di volontariato internazionale anche in inverno? Anche quest’anno Ipsia-Acli propone campi di animazione invernale nei Balcani.

                  Quando e dove

                  Dal 27 dicembre al 7 gennaio:

                  • In Bosnia Erzegovina a Bihac, nel quartiere di Ružica.
                  • In Kosovo a Zojz (vicino a Prizren), all’interno della Scuola Sinan Thaqi.

                  Dal 12 al 23 dicembre o dal 26 dicembre al 7 gennaio:

                  • In Serbia a Bogovadja, all’interno del Centro di transito per richiedenti asilo, in collaborazione con Caritas Ambrosiana.

                  Cosa e come

                  I volontari saranno impegnati in attività di animazione con bambini e ragazzi.

                  Per partecipare ai campi di volontariato invernale date uno sguardo alle schede riassuntive per il campo di volontariato in Bosnia Erzegovina, per il campo di volontariato in Kosovo e per i campi in Serbia.

                  La quota di iscrizione ai campi di animazione invernale è di 200 euro. Comprende: le spese organizzative, un incontro di formazione pre-partenza, l’alloggio durante il campo e l’assicurazione obbligatoria. Le spese di viaggio e di vitto durante il campo non sono comprese nella quota e sono a carico del volontario.

                  Per iscriversi è necessario avere almeno 18 anni, compilare online la scheda di partecipazione, e prendere visione del regolamento.

                  Il termine per inviare le iscrizioni è il 1° dicembre 2017 per il primo campo in Serbia, l'11 dicembre per gli altri campi.

                  Per saperne di più puoi navigare nel sito www.terreliberta.org, per scoprire le destinazioni, e seguire la pagina Facebook. Oppure puoi scrivere all'email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare lo 02 77 23 227.

                  Ti aspettiamo!

                    Cittadinanza italiana, storie e volti dei nuovi italiani

                    Cittadinanza italiana, storie e volti dei nuovi italiani

                    Mentre nell'area dell’Unione Europea si registra una diminuzione delle richieste negli ultimi anni, nella provincia di Treviso, per ora, le richieste di cittadinanza crescono. Per raccontare e spiegare questo fenomeno abbiamo preparato un approfondimento e raccolto alcune testimonianze, a cura del Servizio immigrazione Patronato Acli di Treviso.

                    L’Italia è il primo paese in Europa per concessioni di cittadinanza a migranti (rapporto Eurostat 2017). Gli stessi dati indicano un trend costantemente in calo negli ultimi anni. Questa diminuzione non si rispecchia nella situazione della provincia di Treviso, dove le concessioni di cittadinanza sono passate dalle 6.684 del 2015 alle 7.858 del 2016, né nelle richieste di informazione e assistenza che riceviamo quotidianamente nei nostri uffici in numero sempre crescente.

                    Inevitabilmente siamo chiamati a confrontarci con le motivazioni, ma anche con le criticità e le fatiche legate a questo percorso che tanto dice della storia dei singoli, ma anche dell’evoluzione delle migrazioni. Il primo punto critico, nonostante l’innegabile accelerata impressa alla procedura con l’introduzione della domanda telematica, riguarda senza dubbio la tempistica: maturato il requisito previsto dalla legge, la risposta arrivain media dopo due anni, con situazioni eccezionali che vedono attese di tre, quattro e più anni. A questo si aggiungono i costi, non solo economici, legati alla produzione dei certificati dei paesi di origine, ma anche al contributo previsto per la presentazione dell’istanza.

                    La motivazione rimane comunque più forte delle difficoltà: la cittadinanza rappresenta il traguardo cui puntano la quasi totalità dei cittadini stranieri per sperare di superare il "confine" non solo geografico, ma anche amministrativo, burocratico, culturale, tra chi è italiano e chi, pur vivendo da molti anni in Italia, non lo è. Alcuni sono guidati principalmente dal desiderio di evitare la necessità di pratiche lunghe e costose legate alla propria condizione di stranieri, a volte anche dal progetto di migrare in altro paese europeo dove cercare maggior fortuna o una situazione apparentemente più favorevole grazie a una cittadinanza, quella italiana, che facilita la mobilità e la ricerca di lavoro. Talvolta il passaporto è uno strumento per una vita più agevole, ma rischia di avere poco a che vedere con un effettivo radicamento nella società italiana.

                    Per molti, però, soprattutto i più giovani, l’acquisto della cittadinanza formalizza e dà sostanza a un legame con l’Italia vivo e forte: chi è nato in Italia o vi è giunto da giovanissimo si sente spesso più italiano che senegalese, ucraino o indiano e anche chi è arrivato in età più avanzata ha costruito qui la sua vita e vede il suo futuro e quello dei suoi figli nel nostro paese. Si desidera partecipare a pieno titolo alla vita sociale e civile del luogo in cui si vive, si studia, si cresce, si lavora, si forma una nuova famiglia. 

                    Giovani, radicati nel territorio, con le famiglie: chi sono i migranti che chiedono la cittadinanza

                    I richiedenti la cittadinanza sono giovani, quasi i due terzi hanno meno di 45 anni, e, se si considera che i minori non possono presentare questa richiesta, il numero è ancor più significativo. Un dato provocatorio soprattutto a fronte del costante invecchiamento della popolazione italiana.

                    Sono sempre più spesso donne: dopo anni in cui la cittadinanza era appannaggio soprattutto degli uomini, nell'ultimo periodo la situazione si è capovolta.

                    Il 55% di coloro che si rivolgono ai nostri uffici provengono da soli 5 paesi: Albania, Bangladesh, Marocco, Moldova, Macedonia; si arriva a oltre il 75% se si aggiungono Romania, Senegal, Ghana, Ucraina, India. I nuovi o futuri italiani provengono anche dal Vietnam, dalla Bolivia, dalle Isole Mauritius, da Cuba, dall'Uganda, dal Kazakistan e dal Libano, come dalla Germania e dalla Gran Bretagna.

                    Nell'elenco delle nazionalità dei richiedenti, rispetto ai dati italiani tra le prime due nazionalità (Albania con circa il 18% delle domande e Marocco con 8%) si inserisce il Bangladesh con oltre il 12% delle domande e i cittadini moldavi (per tre quarti donne, impegnate in gran parte nel lavoro di cura) staccano di pochissimo quelli macedoni.

                    Quasi un quarto delle domande sono presentate da cittadini africani, oltre un terzo da chi proviene dall'Est Europa, dall'Albania all’area balcanica e ai paesi dell’ex Unione Sovietica.

                    Dalla prima domanda compilata nei nostri uffici nel 2006, il lavoro è cambiato in maniera radicale e questo perché è mutata la presenza degli immigrati nel nostro territorio: nonostante la crisi, la gran parte dei cittadini stranieri sono stabilmente radicati nella provincia. A volte hanno affrontato le difficoltà economiche scegliendo di rimandare nel paese di origine moglie e figli, ma quasi sempre l’obiettivo è riunire la famiglia in Italia, dove ci si è costruita una nuova vita e i figli si sentono più a casa rispetto al paese di provenienza.

                    Chi ha cancellato la residenza, magari senza essere consapevole di perdere così anche il requisito per la cittadinanza, ricomincia a "costruire" gli anni necessari per la richiesta di cittadinanza, ma non vi rinuncia. Chi, invece, ha tenacemente e faticosamente mantenuto questo legame con l’Italia si affretta a chiedere la cittadinanza.

                    E la cittadinanza è sempre più un “affare di famiglia”: negli anni sono aumentate esponenzialmente le domande di cittadinanza per matrimonio, non solo perché un cittadino o una cittadina straniera sposano un italiano, ma soprattutto perché uno dei coniugi diventa italiano, con lui i figli e, in seguito, il coniuge. Ma è cittadinanza di famiglia anche perché spesso sono famiglie intere che presentano la domanda, 4 o 5 persone che quasi fanno a gara per raggiungere il traguardo del giuramento.

                    (Fonte: dati Patronato Acli Treviso, 2017)

                     

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                    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

                    Giorgio La Pira