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Convegno: Come cambia il lavoro di cura

    Foto di Francesco Dori per la Mostra Agorà 2013Foto di Francesco Dori per la Mostra Agorà 2013

    UN WELFARE IN CRISI: COME CAMBIA IL LAVORO DI CURA?
    Nuova professionalità, nuovo contratto, nuove sfide per il sistema di welfare di oggi e di domani.
    VENERDI 23 MAGGIO 2014, ore 18.15 Sala Teatro Casa Toniolo, via Longhin 7 Treviso

    Il convegno intende approfondire le caratteristiche e soprattutto le trasformazioni del lavoro di cura che si sono verificate in questi ultimi anni e le sfide dell'assistenza agli anziani in casa, anche presentando i dati di una recente ricerca realizzata con il contributo di Acli Colf a livello nazionale.
    Tra esse: le conseguenze della crisi economica ed occupazionale; la professionalizzazione di tale impiego; le novità introdotte dal nuovo contratto di lavoro domestico; le conseguenze sul nostro sistema di welfare e sul welfare trasnazionale.

    INTERVENGONO: Silvia Gottardo, responsabile provinciale Acli Colf; Federica Suardi, avvocato e componente della segreteria nazionale Acli Colf; don Davide Schiavon, direttore Caritas Tarvisina.

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    IL NUOVO CONTRATTO TRA TUTELE E DOVERI

    Dal riposo settimanale all’assistenza continuativa garantita ai non autosufficienti, dall’aggiornamento retributivo alle previsioni rispetto alla maternità e alla malattia.
    Il nuovo contratto nazionale per il lavoro domestico di colf, assistenti familiari e baby sitter è stato formalmente ratificato al Ministero del Lavoro lo scorso febbraio, otto mesi dopo la firma ufficiale dell’accordo tra sindacati e associazioni datoriali.
    “Rappresenta uno strumento essenziale per dare dignità al lavoro di cura, che poi significa riconoscere questa dignità anche alle persone fragili, cui tale lavoro è dedicato – spiega Federica Suardi, avvocato e componente della segreteria nazionale Acli Colf -. E come si fa? In primo luogo facendo emergere il lavoro nero che porta evasione contributiva, favorendo forme di agevolazione economica per le famiglie e la garanzia di maggiori diritti, a livello pensionistico e previdenziale per i lavoratori. In secondo luogo con il pieno riconoscimento dei diritti in particolare di malattia e maternità. Per terzo, non occultando il lavoro domestico dentro le pareti di casa ma offrendo formazione e validazione delle competenze, accompagnamento in famiglia, azioni di corresponsabilità pubblica come l’inserimento a pieno titolo dell’assistente familiare nella rete dei servizi di welfare”. Continua a leggere l'intervista >>>

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira