Prestazioni occasionali e piccoli lavori: come funziona il "Libretto famiglia"
Chi si avvale di prestazioni occasionali e saltuarie di lavoro rese nell'ambito di piccoli lavori domestici (inclusi giardinaggio e manutenzione), assistenza domiciliare a bambini, anziani, malati o diversamente abili, e di lezioni private, ha la possibilità di utilizzare un particolare titolo di pagamento chiamato "libretto di famiglia".
In vigore dal giugno 2017, è uno strumento ancora poco conosciuto. Il governo lo ha introdotto in sostituzione dei "voucher", normandolo in modo tale da evitare gli abusi verificatisi nell'utilizzo dei "voucher". La procedura, che fa capo all'Inps, è diventata però in alcuni aspetti un po' macchinosa, e probabilmente è per questo che il "libretto di famiglia" ancora è poco utilizzato, come rivelano i dati del Veneto.
Libretto di famiglia - Veneto (dati terzo trimestre 2018) | |
Lavoratori coinvolti in media al mese | 600 |
Totale ore lavorate | 44.142 |
Ore medie a prestatore | 23 |
Come accedere e attivare il libretto famiglia
Con l'aiuto di Samantha Berton, che segue questo strumento all'interno del patronato Acli di Treviso, vediamo le principali caratteristiche del "libretto di famiglia".
Intanto è necessario accedere e registrarsi nel portale dell'Inps sia da parte dell'utilizzatore (committente) che del prestatore, previa acquisizione del proprio Pin. Oppure questa fase può essere delegata a un intermediario autorizzato, come le Acli, che utilizza proprie credenziali di accesso.
Entro il giorno 3 del mese successivo l'effettuazione delle prestazioni, devono essere comunicate nel sito le ore lavorate (mentre per i voucher la comunicazione doveva essere fatta prima dell'inizio delle prestazioni).
Entro il giorno 15 del mese l'Inps provvederà a trasferire il denaro nel conto corrente bancario o postale del prestatore. Tale denaro deve essere preventivamente versato dal committente utilizzando il modello F24 oppure on-line nel sito dell'Inps.
I limiti e le caratteristiche principali
Ogni ora lavorata costa all'utilizzatore 10 euro mentre al prestatore ne arrivano 8. La differenza – 2 euro – sono destinati ad assicurazione, oneri e contributi (con i "voucher" non vi era una cifra fissa di 10 euro). Su questo tipo di reddito non c'è altra tassazione e non va a sommarsi ad altri tipi di reddito in dichiarazione.
L'Inps ha chiarito che è prevista la copertura assicurativa in caso di infortunio.
C'è un limite economico di 5 mila euro annui di spesa perl'utilizzatore, ma 5 mila euro netti annui sono anche il reddito massimo per ciascun prestatore (salgono a 7.500 per pensionati, studenti fino a 25 anni e disoccupati). Attenzione però: dallo stesso committente, il prestatore può ricevere al massimo 2.500 euro. Il massimo di ore retribuite è di 280 ore per prestatore di lavoro.
L'utilizzatore può avere più persone a servizio con il "libretto di famiglia". Ma non può attivarlo con un prestatore con il quale, nei sei mesi precedenti, ha avuto contratti attivi.
"Non può sostituire rapporti di lavoro subordinato"
"L'intento di far emergere il nero è buono ma il meccanismo è complicato e quindi poco appetibile". Così Samantha Berton del patronato Acli di Treviso commenta il libretto di famiglia.
"Poche persone fino ad oggi ci hanno chiesto consulenza," spiega. "Noi siamo a disposizione per illustrare il funzionamento del libretto e per un supporto concreto nelle fasi di registrazione e di comunicazione delle ore lavorate. Chiediamo un contributo che varia a seconda del servizio richiesto".
"Molto spesso la consulenza si allarga a una presentazione del contratto di lavoro domestico perché ci sono situazioni in cui quest'ultimo è più conveniente. Ci tengo a sottolineare che il libretto di famiglia è stato pensato per prestazioni occasionali e saltuarie. Quindi non può essere utilizzato per rapporti in realtà subordinati. Ad esempio se ho una colf ogni giorno per due ore, serve un contratto di lavoro domestico. Stesso discorso per una badante".
Berton cambierebbe sicuramente due passaggi del libretto: "Il trasferimento di denaro al prestatore deve essere più rapido, non si può aspettare il 15 del mese. E pure il sistema di caricamento del portafoglio virtuale del datore di lavoro deve essere più veloce: oggi servono 7-10 giorni".
Di Federico Citron.
Fonte: L'Azione, settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto.