730 precompilato: a correggere c'è sempre tempo
Se la dichiarazione è stata trasmessa sbagliata, c’è tempo e modo di recuperare. Sappiamo che dal 2 maggio è scattata la possibilità di metter mano, concretamente, alle dichiarazioni precompilate 2018 rese disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate a partire dal 16 aprile.
Fino al 20 giugno, si può chiedere l'annullamento
E infatti sono già molti i contribuenti che, rivoltisi al CAF per l’elaborazione e l’invio dei modelli 730, si sono poi accorti di aver comunicato valori di spesa non corretti, oppure di essersi dimenticati di presentare la documentazione relativa a oneri per cui sarebbe spettata una detrazione o una deduzione.
Ma niente paura, perché in casi come questi scatta il piano B. L’intermediario fiscale, infatti, a partire dal 28 maggio e fino al 20 giugno, potrà chiedere anzitutto l’annullamento della dichiarazione trasmessa, e subito dopo potrà inviarne una nuova debitamente corretta. In pratica all’Agenzia risulterà l’invio di un solo modello (l’ultimo trasmesso) mentre del primo annullato non resterà alcuna traccia, come se non fosse mai esistito.
Entro ottobre, si può integrare o correggere
Passata poi la data del 20 giugno, sarà comunque possibile correggere la dichiarazione precedentemente inviata (a quel punto non più annullabile) presentando un modello 730 integrativo entro il 25 ottobre (ma solo nel caso in cui si tratti di una dichiarazione a favore del contribuente). L’alternativa sarà trasmettere un modello Redditi correttivo nei termini entro il 31 ottobre, oppure un Redditi integrativo a partire dal 1° novembre 2018.
Come funziona la dichiarazione precompilata
Ma vediamo come procedere con le precompilate, che gli intermediari fiscali – CAF e commercialisti – hanno comunque la possibilità di scaricare dal sito dell’Agenzia, previa delega del contribuente. Confermare un modello precompilato significa rispedirlo così com’è al mittente, cioè all’Agenzia, senza apporre nessuna modifica.
Qualora invece qualcosa non andasse, le soluzioni potrebbero essere due: o modificare i dati già precompilati, perché inesatti, oppure integrare eventuali dati mancanti, perché non inseriti dall’Agenzia. Ovviamente nulla vieta, ove necessario, la modifica e al tempo stesso l’integrazione, per aggiungere dati mancanti e sostituirne al tempo stesso altri non corretti.
Il ruolo del Caf
Ora, se il cittadino decide di modificare e inviare la dichiarazione autonomamente, se ne assume tutta la responsabilità. Viceversa, nel momento in cui si interpella l’intermediario fiscale, l’intermediario stesso prenderà in esame tutta la documentazione, dopodiché apporrà il cosiddetto “visto di conformità”, sciogliendo così il cittadino da qualunque responsabilità. L’apposizione del “visto”, quindi, pur restando una questione tecnica di poco interesse per il contribuente, è in realtà l’architrave sul quale poggiano la maggior garanzia e la maggior tutela che si hanno nel caso in cui si decida di rivolgersi al CAF.
Col “visto”, in pratica, il CAF garantisce a nome del contribuente la bontà e la liceità di quanto dichiarato all’interno del modello. L’unica cosa, però, di cui gli intermediari non possono rispondere è l’eventuale comportamento doloso da parte del cittadino. Detto altrimenti, in caso di dichiarazione infedele, se l’errore fosse addebitabile alla sola negligenza del CAF, quest’ultimo si farebbe carico sia della maggiore imposta non versata che delle sanzioni più gli interessi (il cittadino quindi non pagherebbe nulla). Viceversa, se fosse provato il dolo, il contribuente sarebbe chiamato a rispondere in prima persona versando sia la maggiore imposta, che le sanzioni più gli interessi.
Le spese e i redditi precompilati
Anche quest’anno si amplia rispetto al passato il menu dei dati precompilati dall’Agenzia delle Entrate. Se ricorderete, l’anno di debutto del modello precompilato i contribuenti vi avevano trovato solo poche voci: i redditi dei terreni e dei fabbricati, quelli da lavoro dipendente e pensione, più gli interessi sui mutui e i contributi previdenziali-assistenziali.
Dopodiché il ventaglio si è andato via via allargando, includendo ad esempio le spese d’istruzione, le spese funebri, le spese veterinarie, i premi di assicurazioni sulla vita e ovviamente tutto il ricco comparto delle spese mediche, ivi compresi (dallo scorso anno) i farmaci da banco, le spese per gli psicologi, le spese ottiche (occhiali, lenti a contatto ecc).
Inoltre, fra le altre somme che nel 2017 hanno fatto il loro ingresso nella dichiarazione precompilata, vi sono state anche quelle comunicate all’amministrazione finanziaria dagli amministratori di condominio relativamente agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici.
Dal 2018, invece, entrano come dati precompilati le spese per gli asili nido e tutte le donazioni ad Onlus, associazioni di promozione sociale, fondazioni e ulteriori associazioni. Al tempo stesso, però, resta da evidenziare l’assenza di tutta un’altra serie di informazioni come le spese di affitto generalmente intese oltre a quelle, specificatamente, sostenute dagli inquilini o dagli studenti fuori sede. Mancheranno inoltre anche le spese per le attività sportive dei ragazzi.
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A cura di Luca Napolitano. Fonte: mycaf.it
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