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Emergenza freddo per i rifugiati in Serbia: sostieni Ipsia

    Emergenza freddo per i rifugiati in Serbia: sostieni Ipsia

    Nel campo profughi di Bogovadja, a 70 chilometri da Belgrado, è in corso un'emergenza freddo. Le persone più fragili sono a rischio e l'ong delle Acli, Ipsia, si impegna a distribuire vestiti pesanti, impermeabili, calze e scarpe, oltre a kit scolastici indispensabili per lo studio. Dal 26 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018, 4 volontari provenienti dall'Italia saranno impegnati a Bogovadja nel campo di animazione invernale di Terre e Libertà, organizzato con la collaborazione di Caritas Ambrosiana. Ma ha bisogno anche del tuo aiuto.

    La situazione

    Nel centro di transito per richiedenti asilo di Bogovadja, con le temperature sotto zero, i bambini si trovano a rischio di ipotermia, polmonite e altre pericolose malattie respiratorie. Si tratta di minori fuggiti dai loro Paesi d’origine a causa di guerre e fame, e ora intrappolati in Serbia dopo la chiusura delle frontiere.

    Negli ultimi mesi, con i confini ungheresi maggiormente sorvegliati, molti tentano di attraversare i boschi tra Serbia e Croazia. “La Croazia da quest’estate sembrava più porosa, e poi se proprio non si riusciva ad andare verso Austria o Ungheria, si poteva chiedere l’asilo. Non sarà Schengen, ma è pur sempre UE,” riporta Silvia Maraone, operatrice Ipsia. Tuttavia, a Bogovadja, nei primi giorni di dicembre sono arrivati altri 47 migranti, per un totale di 225 persone ospitate nella struttura. I trafficanti li hanno derubati e maltrattati al confine serbo-ungherese, senza soldi sono stati costretti a tornare in Serbia. A Bogovadja, si trovano in maggioranza famiglie, donne e bambini provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq, spesso vittime di torture e violenze lungo il loro viaggio.

    Cosa fa Ipsia

    Lo spazio del “Social Cafè” all'interno del campo è aperto per garantire un luogo caldo e accogliente dove i minori possano superare i traumi subiti, giocare ed anche imparare grazie a kit scolastici forniti da Ipsia e Caritas. Il Governo serbo infatti ha recentemente dato la possibilità ai rifugiati di frequentare alcune ore di lezione nelle scuole statali, ma non ha stanziato nessun fondo per libri e quaderni che sono a carico delle famiglie.

    Hadi è un bambino siriano di 11 anni arrivato a Bogovadja cinque mesi fa. È fuggito dalla guerra con sua madre, le sue sorelle Eve di 19 anni, Fatima di 15, Tina di 8 e suo fratello Mohammed di 9. Ci racconta: “Io e la mia famiglia siamo estremamente grati per tutto quello che stiamo ricevendo qui al campo! Mi piacerebbe davvero tanto poter vivere in un Paese più libero come l’Italia o in altri Paesi Europei, poter studiare e fare politica per aiutare poi la gente del mio Paese”.

    Cosa puoi fare

    Per sostenere Ipsia, si può donare online attraverso il sito o con un bonifico bancario: www.ipsia-acli.it/it/sostieni-ipsia.
    Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira