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Voce del verbo sperare

    Voce del verbo sperare

    All'ultimo incontro della consulta delle aggregazioni laicali tutte le realtà rappresentate hanno consegnato al vescovo di Treviso, mons. Gianfranco Agostino Gardin, una breve riflessione sulla speranza. Ecco quella curata da Giampiero De Bortoli, componente della presidenza Acli.

    “Sperare” un verbo che in quanto tale richiama coniugazioni, anzitutto di  tempi: più di ogni altro “lo sperare” rinvia al futuro e a quanto ci possiamo attendere dall’avvenire che per noi credenti porta alla fiducia nell’attesa della venuta del nostro Signore.
    Nel frattempo ci prepariamo con l’Avvento e con la celebrazione annuale del Natale … la speranza è ben riposta perché con il Natale celebriamo i segni di un “già ora” di quanto dovrà venire nella pienezza con la seconda venuta del Signore.

    Un anziano che sta elaborando un importante lutto parlava della speranza che nasce dalla fede: se non hai fiducia in te stesso, negli altri, nella vita come puoi sperare o pensare positivamente al futuro? La speranza è una virtù teologale che si radica nella fede, quella fede che opportunamente ci viene ricordato proviene dal nostro battesimo.  Lo sperare per noi credenti non può che avere lì il suo fondamento.

    Alle Acli si rivolgono spesso persone con i problemi più vari, soprattutto al Patronato: giovani, donne, famiglie, anziani, stranieri, disoccupati ecc. ognuno con delle necessità: arrivano con fiducia, alla ricerca di una risposta a situazioni che spesso rendono opaco o persino buio il presente. Offrire qualche riferimento o persino delle soluzioni significa dare luce ad un futuro (spesso molto prossimo).

    Accogliere da cristiani in questi servizi impone uno stile: vedere anzitutto nella persona che si avvicina fiduciosa un fratello, nella consapevolezza che i credenti stanno operando nella prospettiva ampia del “Regno di Dio” che ora si annuncia nel buio della notte, in un periodo persino freddo come l’attuale “inverno”.

    Saremo forse in grado di offrire appena una mangiatoia con il calore di una stalla al fratello che rappresenta nostro Signore? Di sicuro è poco,  ma potrebbe essere già Natale.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira