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“Non abbandonate il mondo del lavoro"

    “Non abbandonate il mondo del lavoro"

    Settanta anni di storia, di passione, di coraggio, a volte di contrapposizioni. Di impegno, anche politico, di legami, di nuove sfide ed altrettanti traguardi. Dalla nascita dei servizi, alle proposte di formazione e partecipazione; dalle battaglie a tutela dei diritti dei lavoratori, degli immigrati, delle famiglie, alla promozione di un welfare generativo e sostenibile.

    INTERVISTA A MONS. BRUNO GUMIERO, ASSISTENTE SPIRITUALE DELLE ACLI NEGLI ANNI CINQUANTA

    Le Acli di Treviso ricordano questa loro storia riflettendo soprattutto sul ruolo e sul valore dell’associazione oggi e guardando al futuro. “Le storiche fedeltà acliste alla Chiesa, al lavoro, alla democrazia e al futuro sono ancora attuali ed indicano verso dove tendere – esorta mons. Bruno Gumiero, assistente spirituale delle Acli negli anni del dopoguerra -. Credo che il patrimonio di esperienza, storia, pensiero, risorse culturali non solo non debba essere smarrito ma sia utile al rilancio dell’associazione”.

    Come ricorda gli anni in cui è stato impegnato nelle Acli?
    Sono stato assistente spirituale dell’associazione dal ’49 al ’55, nel primo dopoguerra. Ero impegnato a tempo pieno in questo servizio pastorale che si orientava soprattutto alla cura e alla formazione dei lavoratori. Erano gli anni in cui la pressione del comunismo nella classe operaia era molto forte e la Chiesa, anche attraverso le Acli, avevano scelto di essere presenti nel mondo del lavoro e di coltivare lì i valori cristiani.

    Formazione e partecipazione, in una città e in una provincia, Treviso, che si andava trasformando.
    Erano i due aspetti che in quegli anni, e nei successivi, hanno rappresentato il cuore dell’azione sociale delle Acli. La nostra città usciva devastata dalla guerra, in un condizione di grave miseria, e cominciava a risollevarsi, a far nascere – o rinasce – attività imprenditoriali. Sono stati gli anni delle scuole di formazione sociale e politica, quelli in cui sono nate i centri di formazione professionali, in cui i Patronati hanno cominciato a radicarsi per tutelare ed assistere i lavoratori. La partecipazione era quasi “scontata” perché incrociava il desiderio delle persone di informarsi, prendere coscienza, diventare libere. E poi c’era il grande tema dell’emigrazione. Io stesso sono stato in Canada su mandato del Vescovo a verificare le condizioni dei nostri veneti che andavano lì a cercare lavoro.

    Il suo incarico “a tempo pieno” dice lo stretto legame con la Chiesa locale?
    Senza dubbio. Ricordo che il mons. Antonio Mantiero durante la Quaresima si recava nelle fabbriche ad incontrare i lavoratori, faceva spesso sentire la sua vicinanza agli operai, insomma, stava nelle questioni del lavoro, con attenzione e cura di pastore. Poi, nel corso del tempo, la società e cambiata, il mondo del lavoro è cambiato… e anche le Acli sono cambiate.

    Lei ha continuato però ad esserci vicino. Come vede, oggi, la presenza della nostra associazione?
    Voglio dirlo onestamente, anche per portare il mio contributo di riflessione. Sono sicuro che venga svolto un ottimo e qualificato servizio di assistenza, ai lavoratori, ai pensionati, agli immigrati, alle famiglie. Credo anche che sia necessario proseguire con l’impegno associativo di formazione, di promozione sociale e di partecipazione, con gli strumenti oggi più incisivi. E’ complicato, lo posso ben immaginare, ma le Acli non devono mai abdicare alla loro missione originaria perché il mondo del lavoro è troppo importante nella vita di ogni persona per essere lasciato a sé stesso.

    Persone carismatiche, pensiero “profetico”, innesto sul lavoro. Tre  caratteristiche da non perdere…
    Non c’è dubbio, soprattutto se crediamo che i valori cristiani sono fondamentali nella formazione della persona. Il futuro non può che radicarsi qui perché il messaggio di Cristo non valeva solo quando eravamo poveri, 70 anni fa, ma è attuale e urgente sempre, anche oggi. Aggiungerei che anche la Chiesa dovrebbe continuare ad essere impegnata nel mondo del lavoro, per aiutare una elaborazione di pensiero e sostenere l’impegno nelle “applicazioni” del messaggio cristiano. Il movimento dei lavoratori cristiani non deve venir meno, pur nei cambiamenti e nella frammentazione di oggi.

    La specificità sul lavoro resta per lei fondamentale, anche oggi?
    Certamente. Le caratteristiche del lavoro cambiano nel tempo, ma non il suo senso profondo, costitutivo per ogni uomo. Le Acli hanno una missione, uno specifico settore in cui operare, un messaggio e dei valori da condividere. Io credo sia importante restare in questo cammino, con una presenza seria e qualificata e con parole di senso, sul presente e sul futuro.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira