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Un'altra idea di mondo è possibile

    Ambiente e sviluppo sostenibile tra le priorità delle Acli di TrevisoAmbiente e sviluppo sostenibile tra le priorità delle Acli di Treviso

    L’ambiente, lo sviluppo e il benessere sostenibili, le scelte che in modo trasversale su ogni settore incidono nel cambiamento. Dal riciclo alla green economy, dalla tutela del nostro territorio alla mobilità sostenibile: temi non tanto “non rinviabili”, quanto piuttosto “essenziali” per il ben vivere di tutti noi.

    Ne parliamo con Laura Puppato, senatrice trevigiana del partito democratico che ha costituito l’associazione “Un’altra idea di mondo” per promuovere in ogni modo ed occasione i comportamenti consapevoli e le scelte responsabili, affinché ognuno si senta custode e garante del futuro del pianeta. Non in modo astratto, ma concretamente.

    COME NASCE "UN'ALTRA IDEA DI MONDO"? CON QUALI OBIETTIVI?
    L’associazione nasce dall’esperienza delle primarie per la candidatura a Presidente del Consiglio del centrosinistra. In quel momento abbiamo provato a diffondere in Italia temi legati all’ambiente e alla solidarietà. Per non disperdere la rete di relazioni create e per garantire un’azione che fosse anche “fuori dai palazzi” abbiamo voluto creare l’associazione, che prende il nome dallo slogan usato durante la campagna elettorale.
    L’obiettivo principale è di raccogliere e diffondere le “buone pratiche” che consentano uno sviluppo e un benessere sostenibili. Oggi sull’ambientalismo si può costruire cultura, l’associazione vuole porsi come ponte tra diverse realtà per creare sinergie e condivisione, nonché come ponte tra queste realtà e i livelli decisionali del paese.

    COSA VUOL DIRE, IN PRATICA, "RIPENSARE GLI STILI DI VITA (...) E IL LEGAME TRA TEMI ECONOMICI-INDUSTRIALI E AMBIENTALI", COME SI LEGGE NEL PROGETTO?
    Secondo molti ancora oggi, purtroppo, l’ambientalismo è considerato una filosofia che si oppone allo sviluppo industriale ed economico, come se ambiente e lavoro fossero antitetici. E’ invece il contrario, come ormai dimostrato ampiamente.
    Basti pensare, per esempio, all'analisi sulla sola questione dei rifiuti urbani appena redatta dalla Commissione europea che valuta in almeno 180.000 i posti di lavoro creabili da una corretta gestione dei rifiuti inserendoli in una "economia circolare" che consideri la materia prima bene primario per la sua scarsità e dunque da recuperare in modo infinito, attraverso il riciclo e il riutilizzo.
    Molte delle problematiche che oggi comportano danni economici e vittime, il dissesto ne è la massima riprova, nascono da una scarsa considerazione dell’indispensabilità di tutela e corretta gestione del territorio.
    Noi sosteniamo che esiste un benessere responsabile che non devasta il pianeta e che diventa vantaggioso nel medio periodo, perché più economico ed efficiente. Benessere e tutela ambientale vanno a braccetto nel nuovo ed intelligente stile di vita e di produzione da assumere, nessuno di noi “ecologisti” vagheggia un ritorno al passato, ma dobbiamo cercare di realizzare un mondo in cui produzione industriale e ambiente siano efficienti ed in armonia. 

    QUALI SONO LE PRIME INIZIATIVE REALIZZATE?
    Innanzitutto ci siamo concentrati sul diffondere l’associazione, la prima azione concreta è partita dallo sviluppare e pubblicizzare il Protocollo di Milano sullo spreco di cibo che verrà promosso di fronte ai 194 paesi aderenti all'Expo 2015. Il protocollo mira ad unire i paesi "evoluti" in una comune battaglia contro lo spreco e le speculazioni finanziarie sulle derrate alimentari, si prefigge di far diminuire l’impatto inquinante in agricoltura e far comprendere come l'allevamento intensivo sia un tema problematico per la sostenibilità.
    Tutto parte dal conoscere che gli squilibri esistenti sono inaccettabili perché alimentano una società ingiusta e ad alto rischio sanitario. Infatti l'obesità che è causa di morte per 29 milioni di persone all’anno, mentre la malnutrizione ne causa 38 milioni, sono in pratica 2 facce della stessa medaglia il cui risultato è sempre la malattia, l'ingiustizia evidente.
    Dunque dobbiamo guarire sanando questi assurdi squilibri.
    A fianco alle iniziative nazionali stanno nascendo iniziative regionali, su base locale ed in relazione a fatti o richieste provenienti dai territori. L’associazione non ha ancora un anno di vita, ma già diverse centinaia di persone si sono iscritte per mettere a disposizione il loro contributo attivo e le loro competenze.
    Una voce speciale verrà dai soci onorari, figure di grande apporto, tra i quali annoveriamo oggi il Premio Nobel con l'IPCC Riccardo Valentini e l'ex presidente FAI, ora sottosegretario ai beni culturali e al paesaggio, Ilaria Borletti.

    COM'E' LO STATO DI SALUTE DEL VENETO SU QUESTI TEMI?
    Come dico sempre, il Veneto racchiude in sè quanto di meglio, vere eccellenze mondiali, ma anche quanto di peggio in termine di consumo di suolo e mercificazione del paesaggio.
    Difficile dunque collocare la regione Veneto in termini ambientali, se guardiamo alcuni aspetti come la raccolta differenziata e le filiere del riciclo siamo leader in Italia e tra i migliori del mondo, se poi invece leggiamo i dati sulla cementificazione vengono i brividi, siamo la regione più cementificata e che continua a farlo con maggiore velocità.
    Cosa concludere? Che a livello locale alcuni amministratori e gruppi di cittadini hanno avuto grande lungimiranza e progettualità, mentre a livello di governo regionalel’ambiente è percepito come una fastidiosa seccatura. Senza alcuna sensibilità dimostrata.
    Il caso della centrale a carbone di Porto Tolle è un ulteriore, recente e macroscopico esempio di incapacità di vedere al di là del proprio interesse immediato e conservativo, senza visione alcuna. Siamo stati per tanti anni sotto attacco della speculazione edilizia, sotto l'egida del “ are", tutto era autorizzato ma permane anche una rilevante passione civile che si occupa di amare e tutelare il suo territorio.
    E’ necessario che qualcuno prenda la guida di questa cultura e si faccia carico di rappresentarla, sono convinta che riusciremo davvero a diventare leader in bellezza, regione dunque "virtuosissima" ed esempio per gli altri. 


    C'E' INTERESSE TRA LE PERSONE? TRA GLI IMPRENDITORI? IN POLITICA?
    Si, ed è piuttosto alto
    , in generale e da parte di quasi tutti, anche se la strada da fare è molta. Spesso però i cittadini sono molto più avanti dei loro governanti e maggiormente disponibili a comprendere le ragioni del futuro. Erano e sono in molti, appartenenti ad ogni classe sociale, ad attendere che la crisi del sistema produca una crescita culturale e sociale e permetta l'avvio di un nuovo corso; una via insieme proficua e innovativa, sicura e responsabile da perseguire in modo coerente e caparbio. Il Veneto è un laboratorio, per sua natura e storia annusa l'aria e spesso è stato capace, nel bene e nel male, di precorrere i tempi rispetto agli altri, ne sono esempi il business della moda, il turismo, il volontariato. Ora si percepisce molto forte il tema di un vero cambiamento nelle politiche ambientali. 

    QUALE PUO' ESSERE IL RUOLO DI ASSOCIAZIONI COME LE ACLI A SOSTEGNO DELLA VOSTRA AZIONE?
    Un principio fondamentale della nostra associazione è che non dobbiamo aspettare che la soluzione ci venga calata dall’alto, tutti noi siamo attori del nostro destino, applichiamo l'aforisma espresso da Gandhi: "Sii il cambiamento che vuoi nel mondo”.
    Tutti possiamo fare molto, ogni giorno determiniamo scelte economiche, sociali, politiche etc,.. anche solo eliminando lo spreco dentro casa nostra, risolviamo una piccola parte di un grande problema, per esempio.
    Associazioni come le Acli possono essere fondamentali per contribuire alla diffusione di questo principio, grazie alla loro ricca rete di relazioni sensibili ai temi sociali. E dunque parafrasando Kennedy, direi che "Non dobbiamo chiederci cosa possa fare il nostro èaese per noi" ma che cosa possa fare ciascuno di noi io per migliorare la vita della mia città, il sociale, l'ambiente etc..

    IL SUO INTERESSE SU QUESTI TEMI E' UN LEIT MOTIVE DEL SUO IMPEGNO POLITICO. COME MAI?
    Direi piuttosto che è un leit motive della mia vita, ancor prima che iniziassi ad occuparmi di politica in senso stretto. Il motivo a me appare nella sua semplicità: non posso fare a meno di pensare al mondo che lascerò, non posso rassegnarmi a tacere quando la razza umana diventa una razza predatrice ed autodistruttiva e dunque ho inteso impegnarmi, per dimostrare che si può fare molto sul terreno della sostenibilità e della solidarietà, senza peggiorare affatto la propria vita, anzi, arricchendola.
    Il dibattito politico sui temi ambientali è ancora troppo limitato, troppo poco trasversale alle varie tematiche: sviluppo economico, sociale, mobilità, scuola e ricerca… Portiamo ancora avanti una filosofia economica liberista che ha già dimostrato tutta la sua precarietà se non il fallimento conclamato.
    Il tema dei cambiamenti climatici, per esempio, è invece già diventato patrimonio non solo delle sinistre ma anche delle destre europee, noi su questo non stiamo lavorando abbastanza. Cause e conseguenze non vengono adeguatamente studiate per porvi rimedio, fosse anche solo per evitarne l'aggravio e quindi adattarsi meglio. Non si fa politica seriamente, ma potrei anche dire che non si può vivere sul pianeta Terra, senza mettere l’ambiente al centro del nostro discorso, qualunque programma sociale o economico del futuro dovrà fare i conti con quest’aspetto fondamentale. 

    NEL SUO IMPEGNO PARLAMENTARE E DENTRO IL PD COME VIVE QUESTE SFIDE AMBIENTALI? TROVA SENSIBILITA'?
    Dovrei rispondere con un “ni”. La consapevolezza inizia ad esserci, ma ancora fatica ad avere il posto che merita. Uno dei motivi per cui rimango nel PD è che il partito ha strumenti democratici al suo interno per portare avanti queste idee.
    Non credo serva contrapporsi pregiudizialmente su questi temi, come fanno altri movimenti, credo sia molto più faticoso ma premiante e utile un lento, continuo, quotidiano lavoro di convincimento, di attenzione, di proposta, senza mai abbattersi ma continuando a combattere per una buona causa.
    Alla fine ci sei, sei un valore e qualcosa passa. Certo non è l'apertura che sognavo, ma sono fiduciosa perché vedo che tra i più giovani ormai queste idee sono accolte e il nostro lavoro lascerà a loro la porta aperta. Se poi i risultati arriveranno prima meglio, non bisogna pensare di ottenere subito ciò che ci pare chiaro quando non lo è per molti altri, quando hai ancora troppi colleghi più supini a consuetudini, a convenienze o interessi specifici, oppure la delusione rischia di far saltare tutto.
    Spesso mi rendo conto che a distanza di tempo, anche cinque o più anni, diventa acquisito ciò che era rigettato con fastidio, in molti si accorgono di quello che avevamo già affermato è divenuto realtà e si corre ai ripari rifacendo lo stesso errore, senza una strategia. A volte mi sento un avanguardia politica, ma in realtà affermo cose che altri paesi hanno già acquisito e l'Italia tende ancora a non voler attuare. Ma non demordo, anzi. 

    Altre informazioni sul sito www.unaltraideadimondo.it.
    Affamare lo spreco: ambiente ed alimentazione per uscire dalla crisi. Le slide del premio nobel Riccardo Valentini alla presentazione dell'associazione "Un'altra idea di mondo" - Asolo, 26 settembre 2014. >>>

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira