Bollette insostenibili. Le famiglie ora molto più attente
(Intervista de L'Azione del 23/10/22 a Davide Magagnini, legale rappresentante della Lega Consumatori provinciale di Treviso)
Sul preoccupante rincaro delle bollette che rende sempre più difficile far quadrare i bilanci familiari, abbiamo sentito Davide Magagnini, presidente provinciale della Lega Consumatori di Treviso, che fa capo alle Acli di Treviso.
Magagnini, può farci alcuni esempi di casi che vi vengono sottoposti dalle persone che si rivolgono a voi?
«Il maggior numero di casi è quello di persone che si rivolgono a noi per esercitare il diritto di ripensamento entro 14 giorni dalla sottoscrizione del contratto. Questo avviene soprattutto per i contratti stipulati telefonicamente (o presso il proprio domicilio). Un’ulteriore richiesta significativa riguarda i reclami per l’attivazione di forniture non richieste - alle persone arrivano bollette da parte di società che non sono il solito fornitore -, per le quali interveniamo ai fini della richiesta di annullamento del contratto e delle bollette.
In questo periodo le famiglie sono molto più attente nel controllare la loro spesa energetica, pertanto abbiamo avuto un aumento importante di richieste di verifica su anomalie delle fatture. Nella maggior parte dei casi rileviamo che l’aumento dell’importo della bolletta è dovuto a errori di fatturazione, spesso ad applicazione di tariffa diversa da quella contrattualmente stabilita, senza darne preavviso. Anche in questo caso interveniamo sporgendo reclamo per il ricalcolo della fatturazione.
Altro fenomeno in aumento negli ultimi mesi sono i reclami per la sospensione della fornitura senza che il cliente abbia ricevuto preavviso, così come le richieste di informazioni circa variazioni unilaterali delle condizioni contrattuali, che il “decreto aiuti bis” ha dichiarato inefficaci fino al 30 aprile 2023.
Una richiesta divenuta pressante è quella di consigli su quale possa essere il fornitore più economico. Ovviamente a tale richiesta noi non possiamo dare risposta anche se consigliamo di utilizzare il portale “ilportaleofferte.it”, creato dall’Autorità garante Arera, per confrontare le offerte attuali».
Quali consigli si possono dare a cittadini e famiglie per far fronte a questi rincari?
«Sembrerà una cosa scontata, ma una prima regola è quella di evitare di farsi prendere dalla “frenesia da risparmio” e finire per comunicare i propri dati quando si ricevono telefonate da call center. È importante farsi inviare l’offerta per email per valutarla bene prima di accettarla. Così si può evitare di sottoscrivere contratti spesso molto più onerosi di quelli precedenti. Altro consiglio è quello di controllare la correttezza delle bollette. E poi di confrontare l’offerta del proprio fornitore con altre offerte sul mercato attraverso “ilportaleofferte.it”. Un altro consiglio riguarda il consumo di metano, con il grosso della spesa legato al funzionamento della caldaia. Per avere un risparmio del gas non basta, come spesso si pensa, cambiare la caldaia. Se si fa un errato uso non vedremo grandi cambiamenti in merito al consumo. Invece è importante agire su due fattori: la “temperatura di mandata” dell’acqua; la temperatura impostata, con una riduzione di -1°C (tenendola tra i 1920°C), che può consentire un risparmio fino al 10%».
Quali effetti sono prevedibili se il caro energia non si arresta?
«Molte famiglie sono già da ora in seria difficoltà a pagare le utenze. E chiedere la rateazione è una soluzione temporanea, ma a lungo termine rischia di creare una situazione insostenibile in quanto i piani di rientro di ciascuna bolletta andrebbero a sovrapporsi, generando una situazione insostenibile di sovraindebitamento.
Nel sistema-imprese la situazione rischia di divenire insostenibile. Per le imprese energivore l’esplosione dei costi può divenire un fattore di crisi aziendale, da un lato perché ne bloccherebbe l’operatività, dall’altro inciderebbe in modo significativo sui costi degli ordini, generando perdite ancor prima della realizzazione dei ricavi previsti. A lungo andare verrebbe compromessa la competitività del Paese, con il rischio di ritrovarci fuori mercato in molti settori, creando un circolo negativo, il cui terminale sarebbero sempre le famiglie più fragili dove la perdita del lavoro potrebbe compromettere ulteriormente il bilancio familiare».
Quali interventi sono auspicabili per arginare questa situazione?
«Innanzitutto è assolutamente necessaria la proroga del termine di chiusura del mercato tutelato per famiglie (e microimprese), che ad oggi è fissata per il 31 dicembre prossimo. Nonostante non sia la panacea di tutti i mali, un’ulteriore proroga consentirebbe di avere almeno prezzi sotto controllo in una fase così complessa».
Franco Pozzebon - L'Azione, settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto