Lo scenario in provincia di Treviso dopo il voto del 26 maggio
"Che la Lega abbia vinto mi pare ovvio. Ma dico anche che ci vuole prudenza. Non siamo più nella Prima Repubblica, quando ballavano uno o dei punti percentuali," avverte il politologo Paolo Feltrin, docente di Analisi delle politiche pubbliche all'Università di Trieste, intervistato da Bruno Desidera sul settimanale diocesano La Vita del Popolo.
L'intervista al politologo Paolo Feltrin
Oggi invece l'elettorato è mobile, vero professore?
Abbiamo almeno quattro esempi negli ultimi vent'anni. Il primo è la Lega continuamente sull'ottovolante: il picco nel 1996, la discesa, nel 2001, la risalita, il tonfo nel 2013 e poi l'ascesa di Salvini. (...) Oggi il voto non dipende più tanto dal radicamento territoriale, ma dall'opinione pubblica e quindi anche il voto alla Lega, pur assomigliando in Veneto a quello per la Dc, al tempo stesso se ne differenzia.
Perché vince Salvini?
E' stato molto abile sul piano politico-elettorale, ha capito che si apriva un enorme spazio a destra e che i temi tradizionali di questa parte politica, come ordine e sicurezza, erano ancora validi ma andavano declinati in modo nuovo. Cosa che Salvini ha fatto mettendo al centro i fenomeni migratori e prendendo voti anche dal centro-sinistra.
Treviso è la provincia comunque più leghista d'Italia. Non pensa che ci siano due leghe che si sommano? Quella "tradizionale" e quella "nazionale" di Salvini?
Questo è vero. Attenzione, però. Oggi - e sottolineo, oggi - la nuova Lega può fare a meno della vecchia, ma non il contrario. Se vogliamo dirla brutalmente, Salvini può fare a meno di Zaia, ma Zaia non può fare a meno di Salvini. Infatti si guarda bene dal distinguersi, anche se gli argomenti non mancherebbero (...).
La Lega vince anche alle Comunali, ma non dappertutto. Come mai?
Perché quello nei Comuni sotto i 15mila abitanti, anche per effetto della legge elettorale, è un voto de-politicizzato. Ci sono tante civiche, liste diverse, pezzi di partiti in schieramenti opposti... I risultati confermano questa tendenza. Un altro aspetto che emerge è l'aumento delle donne sindache. Una buona cosa in sé, ma mi viene da pensare male, che ciò avvenga anche perché fare il sindaco è sempre più una cosa poco appetibile, sempre più difficile e rischiosa.
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Un voto nuovo e antico al tempo stesso, scrive il settimanale diocesano. Nel momento in cui la "nuova Lega", nazionale e di destra, interpretata da Matteo Salvini, sfonda in tutto il Paese, la “solita Lega” di Zaia e Gobbo supera il 50 per cento in provincia di Treviso (tornata a essere la “più leghista” d’Italia), arriva attorno al 70% in Sinistra Piave (vedi Cimadolmo) e in Pedemontana. Insomma, le due anime (che ancora giocano a nascondino) della Lega finiscono per sommarsi perfettamente nel nostro territorio.
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Ecco i nuovi sindaci nella Marca
Domenica scorsa in 56 comuni della provincia di Treviso si è votato anche per il rinnovo delle amministrazioni locali.
L'affluenza alle urne nei nostri territori si è attestata a quota 61,56% degli aventi diritto. La Marca si tinge di verde e si conferma primo partito in provincia. La Lega prende Vittorio Veneto al primo turno, il centrosinistra tiene a Preganziol e Roncade. Undici comuni passano al centrodestra. Anche alcuni soci Acli hanno partecipato alla tornata elettorale con buoni risultati.
La Presidenza provinciale delle Acli di Treviso invia vive congratulazioni ai sindaci neo eletti o riconfermati per il risultato del voto, e auguri di buon lavoro. Resta salda la disponibilità delle Acli a possibili collaborazioni su iniziative e progetti volti al bene comune.
Per il quadro completo di tutti e 56 i comuni, visita questo link.