"Non di solo pane": avviati i tirocini
QUANDO LE RELAZIONI DI AMICIZIA, LA PASSIONE, IL CORAGGIO E L'IMPEGNO POSSONO PROVARE A COSTRUIRE ALTERNATIVE DI VITA...
Potrebbe essere il nostro vicino di casa. Potremmo essere noi. L'immaginario sui senza fissa dimora, su quelli che vivono (e muoiono) per strada, non tiene più: la "crisi", ormai divenuta recessione, lo sta ridisegnando ovunque in Italia.
Anche nelle piccole, eleganti e ricche città di provincia del nord, come Treviso, che - secondo i dati del ministero dell'Economia e della Finanza (Mef) - è tra i primi 50 comuni italiani per reddito medio.
È qui che grazie ai fondi del 5x1000, le Acli hanno promosso con la Comunità di Sant'Egidio e Confcooperative un progetto-pilota – "Non di solo pane" – che prevede 10 percorsi di re-inserimento, anche lavorativo, per persone senza fissa dimora o in grave stato di marginalità.
Le Acli nazionali fanno il punto sul nostro progetto >>>
"Parliamo anche di persone con molte risorse personali: anni di lavoro alle spalle, capacità di tenere relazioni umane, una famiglia presente o alle spalle. “La mia opinione personale – continua Anna – è che questa ‘nuova’ marginalità sia molto legata all’indifferenza, a partire dal vicino di casa. E poi in questo periodo non è facile e quindi ciascuno tenta di resistere, però giudicando il problema dell’altro che non è stato in grado di cavarsela”. I circoli Acli potrebbero accreditarsi, non solo a Treviso, come presidi contro questa indifferenza? “Perché no – concorda Anna Simioni – Già solo avere un’opportunità di colloquio è per le persone che seguiamo un messaggio del tipo ‘noi ti vediamo’, non sei invisibile. E fa tanto”.
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