Verso il Servizio civile universale, in attesa della sua attuazione
La riforma del Terzo settore approvata nel 2017 ha introdotto anche dei cambiamenti per il Servizio civile che diventa “universale”. I principi che lo ispirano restano gli stessi, ma si è cercato di adeguare una formula pressoché invariata dalla sua istituzione nel 2001. Innanzitutto si chiama universale non perché coinvolgerà tutti i giovani che rientrano in una certa fascia di età, come per la leva militare obbligatoria, ma perché il suo obiettivo è ampliare al massimo il numero dei destinatari. Tutto dipenderà dalla sua effettiva attuazione, dalla predisposizione dei piani di programmazione e dai fondi messi a disposizione.
Cosa manca ancora
Il 30 novembre si è chiuso il bando annuale per gli enti che hanno presentato i loro progetti per il 2018: all’Ufficio nazionale sono arrivate proposte di progetto per circa 60mila avvii. È stata la prima fase ufficiale del Servizio civile universale. A dicembre sono state pubblicate la nuova Carta etica e le nuove Linee guida per il contributo alla formazione generale dei volontari. In particolare si sottolinea l'impegno “a favorire la crescita personale dei giovani” e “arricchire il loro bagaglio culturale e professionale”, affinché avvenga “un avvicinamento al mondo del lavoro”.
Lo scorso febbraio il Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale ha annunciato che “la programmazione finanziaria per il 2018 può contare su risorse statali pari a 292,1 milioni di euro”, che possono coprire quasi 58mila posti. E adesso? Si resta in attesa della definizione di tutti i decreti attuativi. Fino all'approvazione del primo Piano triennale e dei piani annuali di programmazione, il Servizio civile universale si attua, in via transitoria, con le modalità previste dalla normativa vigente sul Servizio civile nazionale.
Cosa prevede per i partecipanti
Il decreto legislativo n. 40 del 6 marzo 2017 istituisce e disciplina il Servizio civile universale (Scu). Sono ammessi a svolgerlo, oltre ai cittadini italiani e dell'Unione europea, anche gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, sgombrando il campo da ogni interpretazione restrittiva, com'era accaduto fino al 2013. Resta fermo il requisito dell'età, dai 18 ai 28 anni.
Nel futuro Scu rientreranno formalmente ampi settori: dall’assistenza alla protezione civile, dalla difesa del patrimonio ambientale, storico, artistico e culturale, all’educazione e promozione culturale e dello sport, dell’agricoltura in zona di montagna e sociale, della biodiversità, della promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata, della promozione e tutela dei diritti umani, della cooperazione allo sviluppo, della promozione della cultura italiana all’estero e del sostegno alle comunità di italiani all’estero.
L'impegno settimanale complessivo passa da 30 a 25 ore. Il Servizio civile universale continuerà a prevedere progetti svolti in Italia o all’estero, in entrambi i casi da 8 a 12 mesi, anche in relazione al settore di intervento. La novità è che quello svolto in Italia può comprendere anche un periodo fino a tre mesi in uno dei paesi dell’Unione europea; o in alternativa un tutoraggio finalizzato a facilitare l’accesso nel mercato del lavoro.
Cosa cambia per gli enti
La programmazione delle attività e la definizione degli obiettivi si basa su un Piano triennale articolato in piani annuali predisposti ed approvati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gli enti attuatori includono tutte le amministrazioni pubbliche e gli enti privati senza scopo di lucro, che hanno l'obbligo di iscriversi in un albo nazionale presso la Presidenza del Consiglio e di possedere determinate caratteristiche organizzative. In particolare devono articolarsi in almeno cento sedi di attuazione. Un requisito che costringerà gli enti a stringere partnership oppure a federarsi. Per chi opera in una sola regione, il requisito diventa di almeno 30 sedi.
Nel nuovo sistema lo Stato assume un ruolo centrale con l'attività di programmazione, che si pone come obiettivo la pianificazione degli interventi e la definizione degli standard qualitativi. La programmazione del servizio civile universale dovrà individuare i bisogni dei territori e gli interventi idonei a soddisfarli, in coerenza con gli obiettivi stabiliti dal Governo. Si prevede anche che gli enti potranno aderire agli interventi individuati dallo Stato e curarne la realizzazione.
Per approfondire: Dipartimento della gioventù e del Servizio civile nazionale