Verso il referendum costituzionale
E' stata fissata la data del referendum costituzionale per il prossimo 4 dicembre 2016.
Le Acli di Treviso propongono qui di seguito alcuni percorsi di approfondimento sulle ragioni del si e del no.
COMUNQUE VADA IL REFERENDUM
LE ACLI CONTINUERANNO AD ESSERCI!
di Laura Vacilotto, Presidente provinciale Acli
Ragioni storiche, ragioni identitarie: ho riflettuto molto sulla necessità di assumere una posizione chiara in merito al referendum costituzionale che dovrebbe tenersi nei prossimi mesi e sono giunta alla conclusione che in questa occasione il condizionale é d’obbligo e la prudenza non è mai troppa. Agire con prudenza non è astenersi, non è neppure sottrarsi alla responsabilità di accompagnare le persone, prima ancora dei nostri associati, verso scelte il più possibile consapevoli.
Come Acli ci corre l’obbligo di arricchire questo dibattito tra i sostenitori del SÌ e quelli del NO proprio incalzando l’una e l’altra parte su ciò che non ci convince o che ci convince poco. Il nostro presidente nazionale nel corso dell’ultimo convegno di studi tenutosi a Roma a metà settembre ha richiamato l’impegno concreto e quotidiano di tutti i livelli associativi per analizzare i temi e i termini della riforma, perché, ha sostenuto, “noi viviamo certi temi come un richiamo primordiale ad un’azione civile e politica”. Ed è a tal richiamo primordiale che dobbiamo sentirci chiamati.
Non ci viene domandato, in questo momento, di rispondere con un SI o con un NO; ci viene richiesto di mettere in luce i coni d’ombra della riforma, di sollecitare le forze politiche ad un’azione rispettosa dei principi fondanti della nostra democrazia.
Dobbiamo continuare a stare con il popolo, ci siamo detti. Questo significa fare proprio il sentimento di sfiducia dei cittadini nei confronti della politica, in qualunque forma esso si esprima, e cercare di tradurlo in proposte costruttive da sottoporre a chi ha funzioni pubbliche. E’ indiscutibile che deve essere sostenuta la volontà di dare al paese istituzioni efficienti e al passo con i tempi, al tempo stesso è innegabile che affermazioni del tipo “non è la migliore riforma possibile, ma almeno è un cambiamento” o ancora la sensazione che l’esito finale di questo processo riformatore sarà un testo rinnovato ma imperfetto e quindi “provvisorio”, alimentano un clima di incertezza. A mio modo di vedere rientrano in questo cono d’ombra: il rapporto rappresentanza-governabilità, il legame tra la legge elettorale e il referendum costituzionale, la necessità di un ampio consenso.
Sono questioni che richiedono un approfondimento qualificato. Si sollecita a più voci l’importanza di una partecipazione ampia alla consultazione, di un largo consenso, ma la logica referendaria in questo caso non prevede un quorum costitutivo, quindi il nostro obiettivo principale è cercare di coinvolgere chi non si sente coinvolto nel cammino di cambiamento.
Le Acli saranno fedeli a se stesse e al popolo non perché si dichiareranno favorevoli all’una o all’altra parte ma perché saranno riuscite ad operare ogni sforzo possibile per rendere consapevoli del perché si vota e di cosa si vota.
Il percorso di riforma rappresenta una straordinaria occasione di ripensamento e di riflessione per un movimento che, anche in queste occasioni, riscopre uno dei significati più profondi del proprio esistere e trova ragione del fatto che è utile continuare ad esserci sia che vinca il NO sia che vinca il Sì.
Interessanti approfondimenti sono disponibili su
www.benecomune.netdove vengono analizzate le ragioni del Si e del No
www.acli.it dove si analizza la riforma e sono pubblicati i contributi presentati all'ultimo convegno di studi appositamente dedicato al tema.