Impianto di Pirogassificazione a Paese
Il territorio del Comune di Paese, già pesantemente provato da passati interventi quali cave (nello spaventoso numero di ventinove), discariche ed elettrodotti, è oggi nuovamente minacciato dalla presentazione di un progetto che mira alla realizzazione di un pirogassificatore tra Paese e la frazione di Castagnole, nell'ambito dell'Azienda Agricola Padana. Si vorrebbe costruire un impianto, segnatamente il più grande d’Italia, di produzione di energia elettrica e termica mediante pirogassificazione a biomassa composto da due unità di potenza per una potenza complessiva di 16 Megawatt termici/ora e 4 Megawatt elettrici. Esso verrebbe ad avere due torri di raffreddamento di due metri di diametro e di 15 metri di altezza. Se ne venisse autorizzata la realizzazione, detto impianto lavorerebbe a ciclo continuo per 24 ore al giorno immettendo nell’atmosfera circa 17.000 metri cubi di fumi all’ora con una temperatura di 150°. Questo imponente intervento industriale sarebbe realizzato a circa 150 metri in linea d’aria dalle case più vicine dei residenti nella frazione di Castagnole. Sembra logico pensare a come si verrebbe a snaturare un contesto ambientale che è stato definito “area agropolitana in pianura”, e come tale esplicitamente non idoneo ad ospitare simili insediamenti e siti produttivi. Appare altresì necessario riflettere sull’effetto che l’inquinamento acustico, causato dall’esercizio continuo dei motori degli impianti, e il traffico veicolare di mezzi pesanti in entrata e in uscita dal sito, avrebbe sulla pace e la quiete di un’area che in un recente passato ha, purtroppo, già dovuto fare i conti con un’importante trasformazione in senso intensivo.
Il 17 novembre scorso si è svolta una pubblica assemblea, molto partecipata, per informare e sensibilizzare la popolazione sull’intervento in progetto ed un’altra si terrà il prossimo 28 dicembre a Castagnole. E’ inoltre già sottoscrivibile, e già sottoscritta da migliaia di cittadini, una petizione popolare che chiede alle Istituzioni di opporsi all’insediamento di una realtà industriale di impatto così importante per la vita quotidiana dei cittadini del Comune di Paese e dei Comuni limitrofi.
In un periodo come questo, in cui l’allerta per il reiterato sforamento dei limiti di emissioni inquinanti è – oltre che argomento di dibattito pubblico anche concreta preoccupazione per la salute di tutti gli abitanti della Pianura Padana – non si capisce quale sarebbe il vantaggio strategico di permettere la costruzione di un simile insediamento che costringerebbe questa zona della Provincia di Treviso, già obbligata a gestire un passato di scelte discutibili in materia ambientale, a doversi confrontare con un’ulteriore fonte di inquinamento. E se è vero i disagi per tutti i cittadini non mancheranno, quale ne sarà il vantaggio pubblico? Per quale ragione ad un peggioramento della qualità della vita di tutti dovrebbe corrispondere solo il profitto privato? La stretta vigilanza sull’intera vicenda che impegna gli Amministratori di Paese, la Politica in senso ampio e gli Organismi di controllo ai vari livelli, dovrebbe essere una priorità per tutti. La tutela di un interesse diffuso quale il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, sia sentito come espressione del dovere civico di partecipare e di essere informati rispetto ad una vicenda che, certamente, non può essere letta ed interpretata sulla base di logiche di appartenenza politica e partitica o, peggio ancora, riservata a pochi sensibili alle problematiche ambientali.