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Cibo, salute, ambiente: un'anima per Expo

    Cibo, salute, ambiente: un'anima per Expo

    ESPOSIZIONE UNIVERSALE 2015: PER UN FUTURO PIU’ SOSTENIBILE?
    Intervista al prof. Riccardo Valentini, relatore protocollo di Milano, premio Nobel 2007
    Stop allo spreco alimentare. Avanti con uno sviluppo sostenibile. Supereremo la crisi e risparmieremo il pianeta?

    Un evento mondiale che ha il merito di aver acceso i riflettori su temi essenziali per il futuro di tutti: l’accesso al cibo, la sicurezza alimentare ed ambientale, il ruolo dell’agricoltura e dei cambiamenti climatici, il diritto a vivere con dignità. Con 850 milioni di sottonutriti e 500 milioni che soffrono di obesità, Expo sta diventando un’occasione irripetibile per accendere i riflettori su grandi paradossi e mobilitare coscienze ed energie nell’impegno per un pianeta più giusto ed equilibrato.
    Dove i vantaggi ci sono per tutti, se assicuriamo all’umanità una alimentazione sana, buona, sufficiente e sostenibile. E sarà la prima volta nella storia delle esposizioni universali che, a evento concluso, un’Expo lascerà in eredità un manifesto di impegni e priorità “frutto di un percorso condiviso e partecipato sul tema dell’Expo stesso”: la Carta di Milano. Da un paio di anni ci sta lavorando un gruppo di docenti e ricercatori, nel tentativo di produrre un documento che impegni i Governi ad un’assunzione di responsabilità nella battaglia per il diritto al cibo e contro le diseguaglianze e gli sprechi alimentari, indicando contestualmente le priorità per raggiungere gli obiettivi.

    Ne parliamo con Riccardo Valentini, relatore del Protocollo di Milano, anticipando alcune riflessioni che proporrà anche all’incontro con le Acli di Treviso il prossimo 9 maggio.

    Oltre ad una grande vetrina, una occasione commerciale, quali contenuti può davvero veicolare Expo in tema di agricoltura, cibo, biodiversità, cambiamenti climatici?
    Sono molteplici, basti pensare che lo slogan è “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Expo rappresenta una opportunità straordinaria per offrire al mondo la visione di un'Italia capace di rendersi protagonista assoluta sui temi della sana alimentazione e della lotta agli sprechi alimentari.

    Perché la Carta di Milano? Quali sono gli obiettivi raggiungibili da questo documento che dovrebbe essere firmato dai governi durante Expo?
    La Carta di Milano, presentata il 7 febbraio scorso, è la naturale evoluzione del protocollo, promosso dalla fondazione Barilla Center for Food and Nutrition e frutto della sinergia tra società civile e comunità scientifica. Promuovendo la Carta di Milano il governo italiano fa propria la sfida di un sistema alimentare globale sostenibile attraverso azioni mirate a combattere lo spreco di cibo, favorire l’agricoltura sostenibile e contrastare fame e obesità. Un risultato importante per chi, come noi scienziati e la fondazione Barilla, ha lavorato per costruire il percorso che ha permesso di raggiungere questo primo decisivo obiettivo. Il protocollo ha posto obiettivi concreti: abbattimento del 50% entro il 2020 della cifra pari a 1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo; attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, ponendo limitazioni nei confronti di chi scommette sul prezzo delle materie prime e dell’utilizzo della terra per biocarburanti a base alimentare; lotta alla fame e all’obesità.

    Si può sperare che Expo sia realmente propulsore di cambiamento? Come?
    Occorre lavorare tutti affinché dalla speranza si passi alla certezza in breve tempo. Expo è alle porte e non possiamo assolutamente permetterci di perdere questo treno decisivo. Decisivo per l’Italia, decisivo per l’intero pianeta. A tal proposito, oltre ad una carta di intenti, sarebbe auspicabile un meccanismo che permetta ai governi e ai sistemi di produzione, trasformazione e commercializzazione della filiera agroalimentari il raggiungimento di risultati dichiarati in modo esplicito e trasparente. Un esempio potrebbe essere rappresentato dai rapporti Ocse dove ogni singolo paese è tenuto a comunicare le finalità che si intendono raggiungere e gli obiettivi realizzati. Un meccanismo che individui nel metodo "Name and shame" il proprio punto di riferimento. Gli obiettivi devono essere monitorati e giudicati da tutta la società civile. La Carta di Milano è oggi un'occasione unica ed irripetibile che l'Italia offre al mondo. Un'opportunità di fondamentale importanza da cui deve nascere un impegno concreto sulla sostenibilità del sistema agroalimentare globale. 

     

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