Errore
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 508
Menu

Le tre parlamentari trevigiane a sostegno dei Patronati

    Le tre parlamentari trevigiane a sostegno dei Patronati

    CASELLATO, PUPPATO E RUBINATO A SOSTEGNO DEI PATRONATI

    "Ad essere penalizzati saranno soprattutto i cittadini, costretti a ricorrere a consulenze ben più costose o a non essere più in grado di esercitare un loro diritto", sostengono le tre parlamentari trevigiane Floriana Casellato, Laura Puppato e Simonetta Rubinato, in pressing sul Governo Renzi insieme ad altri colleghi.

    L'utilità sociale dei Patronati è indiscutibile. Lo dimostra la grande mobilitazione in loro favore che viene dai cittadini: in soli sei giorni sono state già raccolte 250 mila firme ad un ritmo di tre firme al secondo.
    Lo dimostrano le iniziative assunte in questi giorni da centinaia di parlamentari, fra cui, tre emendamenti soppressori e modificatori dei tagli ai Patronati, ed una lettera al presidente Renzi ed al ministro Padoan, sottoscritta da quasi 200 parlamentari del Pd, che chiede di ripristinare l'ammontare del fondo previsto per i Patronati nel bilancio 2014 per “evitare così il ridimensionamento dei servizi che sono particolarmente utili per i cittadini, costretti altrimenti a ricorrere a più costose alternative".

    “I Patronati sono un fiore all’occhiello del sistema sociale italiano – ribadisce FLORIANA CASELLATO”. L’Europa ce li invidia. Si tratta di un'istituzione moderna, da salvare.
    Ritengo che debba essere ripristinato l'ammontare del fondo previsto nel bilancio 2014 al fine di evitare il ridimensionamento dei servizi che sono particolarmente utili per i cittadini, costretti altrimenti a ricorrere a più costosi consulenti. Per questo ho sottoscritto un emendamento, già presentato, per sopprimereil comma 10 dell’Art. 26 che prevede il ridimensionamento del Fondo Patronati.

    “I tagli ai patronati sono contro produttivi - sottolineaLAURA PUPPATO -, non solo mettono a rischio una servizio prezioso per i cittadini, che saranno costretti a rivolgersi a professionisti ben più onerosi, ma incideranno anche su molti posti di lavoro e il danno alla pubblica amministrazione potrebbe essere maggiore del risparmio di 150 milioni. Bisogna valutare bene, nel tagliare, quali siano le spese improduttive e quali siano gli investimenti che migliorano la vita dei cittadini, come nel caso dei patronati, che sono enti che tutta Europa ci invidia per la loro efficienza e per il loro ruolo di collante sociale. Spero vivamente che il Governo ascolti l’appello e non proceda con la diminuzione del fondo, che, va ricordato, viene finanziato con una ritenuta d’acconto sui contributi previdenziali e quindi il taglio creerebbe anche un importante vizio di forma".

    “Insieme ad altri 140 parlamentari del Pd ho sottoscritto un emendamento per evitare il taglio del Fondo patronati – spiega SIMONETTA RUBINATO -. Condivido infatti le preoccupazioni espresse anche dalle Acli sul fatto che la riduzione prevista è di tale entità da mettere a rischio quello che è un front office indispensabile per garantire servizi fondamentali gratuiti a tutti i cittadini, in particolar modo le fasce più deboli.
    Ne ho parlato anche con il sottosegretario Luigi Bobba che mi ha assicurato che il ministro Poletti sta lavorando a una proposta di dimezzamento del taglio (per recuperare almeno 70-80 milioni di euro per il 2015) e insieme di riorganizzazione dei soggetti che svolgono il servizio di patronato, salvaguardando i principali (come i patronati dei sindacati e delle Acli), aprendo alla possibilità di convenzionare quest’ultimi con l’Inps per garantire i servizi ai cittadini e infine stabilendo alcune circoscritte prestazioni a remunerazione, aggiuntive rispetto agli attuali servizi gratuiti (come ad esempio l’assistenza in un eventuale contenzioso con l’Amministrazione)”.

    Torna in alto
    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira