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Legge di stabilità: Patronati a rischio chiusura

    Legge di stabilità: Patronati a rischio chiusura

    La Legge di Stabilità 2015, così come presentata dal Governo, prevede all’art. 26 un forte taglio dei finanziamenti destinati ai patronati: quelle risorse che permettono ai Patronati di garantire a tutti i cittadini la piena gratuità dei loro servizi.

    Le scelte del Governo investono anche Treviso dove la presenza dei Patronati è ampia, diffusa e qualificata. Per informare i cittadini sugli effetti di queste norme inserite nella Legge di Stabilità 2015 e per portare a conoscenza dell’opinione pubblica le iniziative messe in campo per ottenere da Governo e Parlamento una loro sostanziale modifica è stata indetta una conferenza stampa giovedi 6 novembre in Prefettura a Treviso.

    In particolare sui circa 430milioni di euro del Fondo Patronati il taglio previsto per il 2015 è pari a 150milioni. Come se non bastasse si prevede anche di ridurre in via definitiva, passando dall’aliquota dallo 0,226% al 0,148% del monte contributi previdenziali, le risorse del Fondo.

    Si abbatte così un sistema solidaristico che grazie al contributo di circa 21 milioni di lavoratori (dipendenti ed autonomi) assicura servizi a oltre 50milioni di persone, così come previsto dalla Costituzione, assistenza e tutela gratuita in materia di diritti previdenziali e socio-assistenziali.

    Il taglio delle risorse è infatti così pesante che i Patronati dovranno ridurre drasticamente il personale e chiudere molte sedi. Tutto ciò mentre aumenta sempre più la platea di persone che vi si rivolge, in conseguenza della progressiva chiusura degli uffici al pubblico di enti come l’Inps.

    Oggi i soli Patronati Acli, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil, registrano a livello nazionale oltre 6,6milioni di accessi all’anno.

    L’unica alternativa potrebbe essere la cancellazione della gratuità e quindi il pagamento dei servizi di assistenza da parte dei cittadini. In questo caso i costi sarebbero però a carico delle persone e delle famiglie più disagiate, quelle cioè che hanno più bisogno di assistenza per beneficiare dei diritti sociali.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira