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Cerchiamo il volto umano dello sport

    Cerchiamo il volto umano dello sport

    (Intervista de L'Azione del 20/11/22 a Ceron Claudia, presidente provinciale US Acli aps di Treviso)

    CERON, PRESIDENTE US ACLI TREVISO, E LE RECENTI OMBRE SULLA GINNASTICA
    Hanno suscitato clamore nei giorni scorsi, le confessioni divarie atlete del mondo della ginnastica che hanno denunciatooffese e insulti, discriminazioni ed umiliazioni da parte deiloro allenatori. Ne vien fuori uno spaccato in nessun modoedificante della pratica sportiva: una visione “malata” dellosport come contesto nel quale ogni metodo è buono perraggiungere il massimo risultato e dove la vittoria conta piùdella persona-atleta.
    Riguardo a questo scandalo che ha scosso il mondo dellosport italiano, con la possibilità che possano emergere altresituazioni simili, abbiamo sentito Claudia Ceron, presidenteprovinciale dell’US Acli Treviso, ente di promozionesportiva che raccoglie 50 società sportive nelle quali sipraticano oltre 40 specialità sportive organizzandomanifestazioni agonistiche di vario genere.


    Presidente Ceron, com’è possibile che nel mondo dellosport si arrivi ad esasperazioni come quelle che stannoemergendo dalle denunce delle atlete della ginnasticaritmica?
    «Si può arrivare ad esasperazioni simili quando parliamo disport ad alti livelli in cui si dà più importanza agli interessieconomici ed al risultato piuttosto che al valore sociale. Dasempre come US Acli ci battiamo per uno sport che sostengail rispetto della dignità e l’attenzione alla persona e alla suacentralità in tutte le iniziative, richiamandone la sua funzioneeducativa e pedagogica».


    Ci sono situazioni simili anche in altri sport? Anche nelnostro territorio?
    «Sicuramente anche nel nostro territorio ci sono situazionisimili, negli sport dove c’è una forte competizione. Adesempio, per esperienza personale, posso dire che nel mondodella danza a livello professionale, il peso e la forma delproprio corpo sono una vera e propria ossessione. Nell’USAcli ci impegniamo perché questo non succedapromuovendo uno “sport per tutti” di cui ci facciamoportatori attraverso la diffusione di valori sociali per noiimprescindibili quali il rispetto, la collaborazione,l’integrazione, la sana competizione».


    Cosa fare per evitare che si arrivi ad eccessi simili? Comesi può coniugare una pratica sportiva rispettosa degliatleti e della loro crescita con l’agonismo e la ricerca deirisultati sportivi massimi?
    «In questo gli istruttori e i tecnici hanno un ruolo chiave. Gliistruttori hanno il compito di insegnare lo sport in manierasana trasmettendo la passione per la propria attività unita all’impegno, alla forza e alla determinazione. Una passioneper lo sport che emerge in particolare quando lo si vive inrelazione con gli altri come luogo di amicizia e di incontro.Praticare sport può aiutare a sviluppare la fiducia in sé stessie avere autostima. Sappiamo bene che nelle cronachequotidiane, le attività sportive sono al centro del dibattitoprincipalmente per gli aspetti agonistici. Dietro laperformance si cela però il volto umano dello sport, che lorende uno strumento in grado di influenzare lo sviluppo e laformazione dei giovani e di offrire un contesto educativoche, al pari della famiglia o della scuola, ha il compito ditrasmettere valori come il rispetto, la disciplina, il lavoro di squadra».

    Franco Pozzebon - L'Azione, settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto

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