Ucraina e lavoro domestico
Dai dati INPS emerge che circa il 15% dei lavoratori domestici impiegati in Italia è di origine Ucraina. Possiamo quindi considerare l'Ucraina come la terza nazionalità per numero di assistenti familiari presente nel nostro Paese.
In questo momento di crisi, i datori di lavoro domestico possono farsi prossimi e offrire il loro sostegno per i lavoratori domestici ucraini alle proprie dipendenze e al loro nucleo familiare, diventando un importante punto di riferimento.
Tuttavia, è necessario non sottovalutare le ripercussioni di tale conflitto nell'ambito della gestione di un rapporto di lavoro domestico. Cosa fare dunque se la colf o la badante ucraina decide di partire?
Se l’attività lavorativa viene sospesa le opzioni pratiche per gestire l’assenza sono tre:
- concordare un periodo di ferie con il lavoratore (qualora il domestico non le abbia maturate si possono anche anticipare);
- concordare un periodo di aspettativa non retribuita;
- un mix delle due soluzioni precedenti: concordare un periodo di ferie fino ad esaurimento e poi procedere con l'aspettativa non retribuita.
Ricordiamo inoltre che, su richiesta del lavoratore è possibile anticipare una parte del TFR maturato al dipendente.
In prossimità della partenza, si consiglia in ogni caso di sottoscrivere un accordo scritto rispetto all'assenza concordata e di farsi lasciare un recapito telefonico ( anche estero) oltre ad un indirizzo mail.
Per ulteriori informazioni l'ufficio Lavoro domestico di Acli Service Treviso è disponibile al n. 0422545226 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.