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PRIMA DI TUTTO LA PACE

    PRIMA DI TUTTO LA PACE

    La guerra non ha e non potrà mai avere l'ultima parola. Continui fervente l'opera della diplomazia internazionale per trovare una intesa e cessi immediatamente la violenza.

    "Questa mattina - racconta Michela, operatrice nel Servizio Lavoro Domestico di Acli Service - si percepisce un’atmosfera diversa  tra i nostri sportelli e in sala d’attesa... Donne ucraine che sono qui per i loro contratti di lavoro, per le richieste di Naspi, per i loro Isee. Che hanno la “morte nel cuore”. A qualcuna sfugge una lacrima, qualcun’altra che ci racconta le notizie provenienti dalla loro famiglia in patria.

    In poco più di due ore ho già raccolto nel telefono messaggi preoccupati e parole sussurrate con cui queste signore ci raccontano di familiari pronti e a disposizione per difendere la propria patria, ho già visto foto di nipoti quindicenni in divisa militare pronti per la guerra. Dentro a storie normali di vita quotidiana che vengono scombussolate da un’invasione.

    Le signore Ucraine ci tengono a sottolinearmi che è dal 2014 che la paura di un’invasione russa era nell’aria….ma non pensavano potesse davvero succedere.

    E ora che si fa?.... mi chiedono. Ha senso lavorare ancora qualche anno qui per maturare il diritto alla pensione italiana o meglio che ritorni subito in patria dalla mia famiglia?

    Una di loro mi racconta: "Avevo detto a mio figlio 2 settimane fa di venire in Italia a trovarmi per un breve periodo e stamattina mi ha solo risposto: mamma avrei dovuto ascoltare il tuo consiglio... ma ora gli aeroporti già non funzionano..."

    Ivana tornata in Ucraina all’inizio di gennaio 2022 mi scrive: Michela stavo facendo le pratiche per adottare tre ragazzini di 8-11 e 13 anni rimasti soli, il loro papà  morto due anni fa , la mamma il 12 febbraio a causa di un tumore. Avevo preso i ragazzini a casa mia sperando che la mamma potesse star meglio. Ora ho iniziato l’iter per l’adozione.  Ma che succederà?

    Mi domando come potrei sentirmi io se fossi al loro posto? Spero solo che i datori di lavoro e i/le nonni/e assistiti portino pazienza se vedono queste lavoratrici sovrappensiero. Lavorare con la tristezza nel cuore e la preoccupazione che traspare nel volto.

    Da parte mia: tra un appuntamento e l’altro almeno due parole di vicinanza a chi mi trovo di fronte, a chi continua “la normalità” della vita sentendosi il cuore spezzato e la confusione in testa.

    Grazie a voi che vi occupate dei nostri parenti fragili e bisognosi e che per le cause  più disparate avete deciso di lasciare i vostri affetti più cari per poter guadagnare e dar loro la possibilità di futuro migliore".


     

    Per questo le Acli scrivono: condanniamo fortemente l’aggressione militare Russa ai danni della sovranità della Repubblica Ucraina e ci uniamo a tutte le preghiere, le manifestazioni, i cortei che chiederanno la pace e che ritengono che la pace esista solo nella giustizia, e che non siano ammesse ambiguità nel distinguere torti e ragioni, oppressi ed oppressori, aggrediti ed aggressori.

    Siamo vicini alle persone e alle famiglie in Ucraina sotto attacco, e ci stringiamo forte ai nostri amici del Patronato Acli lì presenti.

    La scelta per la pace non può far dimenticare che in questo momento la Federazione Russa svolge il ruolo dell’aggressore, attentando all’integrità territoriale e alla libertà di un Paese confinante. Esortiamo tutti gli interlocutori, per primo il Governo russo, ad abbandonare immediatamente il piano del confronto armato e a tornare a quello delle trattative diplomatiche, avendo come unico bene da tutelare la libertà e il benessere dei popoli.

    Invitiamo per questo motivo tutte le cittadine e i cittadini ad esporre le bandiere della pace e ci uniamo, con le donne e gli uomini di buona volontà, alla giornata di digiuno per la pace promossa da Papa Francesco per il 2 marzo prossimo.

     

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira