Vaccino Anti Covid: come fare se l'assistente familiare lo rifiuta
Ad oggi, la vaccinazione contro il coronavirus non è obbligatoria per la popolazione generale.
Tutta la categoria dei lavoratori domestici tra cui gli assistenti familiari, potrà vaccinarsi seguendo l'andamento della fase vaccinale in atto, in base all'anno di nascita a cui si appartiene.
Nel caso in cui i collaboratori domestici addetti all'assistenza, scegliessero di non sottoporsi al vaccino contro il Covid-19 e il datore di lavoro le giudicasse non più idonee alla propria situazione familiare, il rapporto di lavoro potrà essere interrotto.
Il rifiuto del vaccino da parte del lavoratore, potrebbe portare il datore di lavoro e i caregivers familiari a temere di non riuscire più a garantire una certa protezione per il proprio assistito.
Ricordiamo infatti che il blocco dei licenziamenti non si applica alla categoria dei lavoratori domestici, pertanto il datore di lavoro potrà chiudere il contratto domestico per licenziamento, senza esplicitare una motivazione.
Per il licenziamento è necessario rispettare il periodo di preavviso previsto dall'art. 40 del CCNL che varia a seconda dell'anzianità di servizio.
Qualora il datore di lavoro, giudicasse il preavviso lavorato come controindicato per la salute del proprio assistito a seguito del perdurare della scelta del lavoratore di non vaccinarsi, potrà interrompere il rapporto di lavoro in modo immediato, indennizzando economicamente il preavviso come indennità sostitutiva.
Pe ulteriori informazioni contatta l'Uff. Lavoro domestico al n. 0422545226 oppure scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Fonte: Acli Service Treviso srl - Servizio paghe lavoratori domestici