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Assegno unico: al via il 1° luglio

    Assegno unico: al via il 1° luglio

    Quando andrà a regime rappresenterà una vera e propria rivoluzione nell’ambito degli aiuti economici alle famiglie con figli. Per ora di certo abbiamo il nome: Assegno unico e universale, che già di suo contiene due informazioni fondamentali, sarà cioè non solo una misura estesa a tutti i figli fiscalmente a carico (“universale” appunto) ma anche “unica”, quindi in pratica sarà la sola a “mangiarsi” letteralmente la scena - attualmente molto sfaccettata - dei contributi alla famiglia. Insomma, quella che oggi si presenta come una polifonia sovrapposta di assegni, bonus, detrazioni, ecc, è destinata a divenire il monologo di un solo sussidio.

    Già in molti si stanno muovendo tramite CAF e Patronati nell’intento di chiedere informazioni utili su quando e come sarà possibile entrarne in possesso. Anche se tecnicamente, dall’approvazione definitiva della Legge Delega 46/2021 avvenuta lo scorso 30 marzo, la triade di ministeri coinvolti (MEF in primis, con Famiglia e Politiche sociali) ha 12 mesi a disposizione per tracciare i confini operativi di tutta la macchina dell’Assegno, la volontà politica più volte ribadita è quella di sbandierare lo start già dal prossimo 1° luglio, il che qualche dubbio tecnico lo comporta, non tanto per l’approvazione in sé dei decreti attuativi, quanto per gli oltre 7 milioni e mezzo di famiglie potenzialmente beneficiarie del contributo: riusciranno tutte entro luglio a farsi fare l’Isee ai fini dell’erogazione? Nel frattempo, comunque, alcune informazioni basilari per tratteggiare sommariamente la natura dell’Assegno possiamo darle.

    Cos’è l’Assegno unico?

    Abbiamo detto che è stato istituito con la Legge Delega 46/2021 dello scorso 30 marzo, dopo che già a dicembre la Legge di Bilancio ne aveva stabilito la copertura finanziaria; il resto lo faranno appunto i diversi decreti ministeriali. Sostanzialmente l’Assegno, da quando andrà a regime, manderà in pensione sei attuali misure a sostegno delle famiglie (più avanti vedremo quali) a fronte appunto di un assegno unico destinato a tutti i figli a carico dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del 21esimo anno. Il godimento dell’assegno potrà essere applicato in due modi: o sotto forma di erogazione mensile (come avviene ad esempio per il Bonus Bebè) oppure sotto forma di credito d’imposta (quindi in quel caso bisognerà attendere la dichiarazione dei redditi). Dal momento che per usufruire dell’Assegno è prevista la presentazione dell’ISEE, una parte dell’importo spettante (da stabilire coi decreti attuativi) varierà a seconda dell’indicatore economico. È comunque plausibile – ipotesi nostra – che anche non presentando l’ISEE si potrà comunque aver diritto al minimo importo previsto (anche questa regola sarebbe “importata” dal Bonus Bebè). Ultima notazione: l’Assegno sarà comunque compatibile con eventuali altri assegni regionali o locali e con il reddito di cittadinanza.

    Chi avrà diritto all’Assegno unico?

    L’Assegno sarà destinato a qualunque famiglia abbia al suo interno dei figli a carico (di base ragazzi senza reddito o con un reddito lordo fino a 4.000 euro, oppure a 2.840,51 euro se maggiori di 24 anni). Questo, quindi, è il primo requisito fondamentale per goderne: la presenza di figli fiscalmente a carico. Va però specificato che i figli non saranno l’unica variante decisiva per stabilire l’importo dell’Assegno, che infatti sarà il risultato di due quote distinte: una fissa, uguale per tutti, legata appunto a ciascun figlio, e l’altra variabile in base alla composizione del nucleo e quindi in base al valore ISEE.

    Cosa sostituisce l’Assegno unico?

    Come già abbiamo accennato, l’Assegno unico si impadronirà di tutta la scena relativa agli aiuti economici alle famiglie con figli. La sua entrata in vigore prevede infatti il superamento e la soppressione di sei misure già esistenti, queste:

    1.  le detrazioni fiscali per i figli a carico, che attualmente non raggiungono gli incapienti Irpef;
    2. gli assegni al nucleo familiare per figli minori, destinati ai soli lavoratori dipendenti (non ne beneficiano i lavoratori autonomi), per i quali ogni anno va rinnovata la domanda;
    3. gli assegni al nucleo per le famiglie numerose che viene erogato per 13 mesi a partire dal terzo figlio in caso di ISEE inferiore a 8.788,99 euro;
    4. il Bonus Bebé;
    5. il premio alla nascita;
    6. il fondo natalità per le garanzie sui prestiti.
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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira