Associazionismo culturale e promozione sociale spazzate via dal Governo
Acli lancia l'allarme. I circoli sono a rischio e la loro chiusura potrebbe essere definitiva. « Ci aspettiamo di non essere ignorati da misure di compensazione dei danni legati a provvedimenti che impongono la sospensione delle attività e che non riguardino le sole attività commerciali»
Nel dpcm emanato per contenere la diffusione del Covid-19 in Italia, tra le altre cose si legge: «Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezioni per quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuino l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi». Significa la chiusura imposta ai 2.899 circoli Acli con 880.031 iscritti.
«Le Acli esprimono dispiacimento per le restrizioni che colpiscono duramente le associazioni culturali e i circoli pur confermando la piena solidarietà al Governo per l’impegno profuso sia a garanzia del diritto alla salute degli italiani sia a tutela di una sostenibile attività economica in una fase di grande complicazione», spiega il presidente nazionale dall'Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, Roberto Rossini.
«Ci siamo attivati da subito con investimenti di tempo e risorse finanziarie per riaprire e mettere in sicurezza le sedi con protocolli adeguati e ora questi sforzi rischiano di essere vanificati a causa dell’irresponsabilità di chi invece quei protocolli non li ha seguiti», continuano il presidente sottolineando che «La chiusura dei circoli rischia di essere definitiva per questo chiediamo un intervento del Governo mirato per salvaguardare lavoratori e spazi che rappresentano il cuore delle attività di volontariato e di educazione sociale di una comunità, fondamentali per la ripartenza».