Smart working? Difficile da conciliare con carichi familiari
Come stanno riuscendo gli italiani a cavarsela in questo frangente, che ha completamente stravolto la routine? Quali strategie sono state messe in campo? Quali preoccupazioni sono affiorate? Come hanno vissuto coloro che hanno potuto affrontare la nuova dimensione del lavoro da remoto?
La recente ricerca realizzata dal #CoordinamentoDonneAcli e dall'#Iref ha rilevato in luce come il lockdown abbia messo in luce la disparità di genere nella distribuzione dei carichi familiari.
"Il sondaggio - spiegano i curatori dell'indagine - che ha coinvolto più di 1.000 persone, ha rivelato una persistente asimmetria di genere, che il periodo di lockdown sembra aver reso più complicata da gestire. Il carico di lavoro domestico ed extra domestico assunto dalle donne durante la chiusura forzata supera di gran lunga quello sostenuto dagli uomini, con i quali non è equamente ripartito: il 63% delle donne intervistate ha visto aumentare i propri carichi di lavoro nella fase di isolamento, mentre per il 43% degli uomini questi sono rimasti gli stessi di prima".
"Il lavoro - si legge nelle conclusioni della ricerca - è uno dei fattori decisivi del cambiamento dei rapporti tra uomini e donne, pertanto l’obiettivo dovrebbe essere non quello di tornare allo status quo ante, bensì di sviluppare un mix efficace di politiche e misure di cui i servizi rappresentano un perno fondamentale, che consentano di superare le criticità esistenti già prima".
E c'è una questione anche maggiore: "che crisi legata alla pandemia renda evidenti le interrelazioni esistenti nel mondo come pure le distanze e le disuguaglianze: tra i generi, fra le generazioni, fra chi sta meglio e chi peggio, tra chi è fragile socialmente e chi no. A seguito della pandemia le tante linee di frattura rischiano di approfondirsi e nuove si profilano all’orizzonte".