Scuola di Patronato Arturo Boschiero
Si sono concluse, venerdì 7 febbraio, le tre settimane consecutive della XXI Edizione della Scuola “Arturo Boschiero”, hanno avuto come focus gli eventi: “Vado in pensione” e “Sono pensionato”.
Non sono mancati i momenti per riflettere anche sulla relazione con il cliente: “Cogliere le sfide” e “Le tattiche relazionali” sono state due unità di apprendimento per approfondire il nostro modo di lavorare allo sportello, grazie a uno stile e a dei valori che ci contraddistinguono.
Marco, Belluno - Purtroppo, ho scoperto tante cose che pensavo di aver capito, e invece non avevo capito nulla.
Claudia, Brescia - Aspettavo con entusiasmo il blocco della previdenza. È stata una prima settimana densissima e con formatori impeccabili. Mi sono resa conto però di un valore che avevo sottovalutato, quello esperienziale della scuola: dagli interventi di Cesare Fregola, utili anche per acquisire una maggiore maturità professionale, all'impronta valoriale data da Edi Da Ros. È effettivamente diventata qualcosa di più di una formazione tecnico-operativa.
Giulia, Forlì-Cesena - Nel susseguirsi delle giornate alla Scuola realizzo sempre più quanto il nostro lavoro sia difficile e al contempo fondamentale per le persone che incontriamo ogni giorno: siamo chiamati a portare quel sollievo dal bisogno di cui necessitano. Grazie.
Deny, Siena -“L’esperienza di ciascuno è il tesoro di tutti” (Gérard De Nerval). Ogni esperienza vissuta ha qualcosa da insegnarci, questo è ovvio. Credo però che sia la condivisione dell’esperienza stessa ad arricchirci maggiormente. Il confronto interpersonale ci permette, infatti, non solo di condividere qualcosa con altri individui, bensì di conoscere meglio noi stessi, modificare i nostri punti di vista, conoscere i limiti, mettersi continuamente in gioco: crescere.
Blerina, Torino - La vera ricchezza sta nella (differenza) diversità di ognuno di noi. Questa scuola fa sì che emerga tutto questo.
Antonella, Potenza - “Il genio è la capacità di rinnovare le proprie emozioni nell'esperienza quotidiana” (P. Cezanne). Le emozioni mutano in base alla prospettiva di osservazione. Allo sportello come se fossimo davanti ad uno specchio e per ogni utente, cambiamo prospettiva.