Isee: dichiarazioni scadono il 15 gennaio
Per le dichiarazioni Isee rintoccheranno a giorni le campane del rinnovo. Secondo le regole post-riforma dell’indicatore sulla ricchezza familiare, le Dsu - ovvero le Dichiarazioni sostitutive uniche - sottoscritte dai soggetti che richiedono una certa prestazione o bonus sociale, scadono tutte, nessuna esclusa, il 15 gennaio dell’anno successivo a quello in cui sono state sottoscritte. Cioè, in pratica, dal momento in cui l’Isee del nucleo familiare viene calcolato, questo resta valido sino al 15 gennaio dell’anno successivo. Per “scadenza” intendiamo dunque che: a partire dall’imminente data del 15 gennaio 2019, ogni Dsu sottoscritta nell’arco dell’intero 2018 - dal 1° gennaio al 31 dicembre - cesserà di essere valida nel caso in cui la famiglia intendesse utilizzarla per richiedere un nuovo bonus o una nuova prestazione rispetto a quella (o a quelle) già eventualmente accordata.
Alla base vi è una ragione tecnica molto semplice: con l’avvicendarsi tra il vecchio e il nuovo anno la validità delle informazioni contenute nelle singole Dsu decade automaticamente, salvo che per le prestazioni già in essere, valevoli fino a naturale scadenza. Va infatti ricordato che per accedere a una qualunque agevolazione o bonus per cui sia richiesto l’Isee, occorre essere in possesso di una certificazione in corso di validità attraverso la quale la famiglia dimostri di rientrare in determinati parametri economici, e tale certificazione è appunto legata a doppio filo con la suddetta Dsu, perché senza di essa l’Isee non può essere calcolato.
In altre parole, nel momento in cui si va al CAF a compilare la Dsu (che poi l’Inps utilizzerà per calcolare l’indicatore Isee), i redditi che si dichiarano sono quelli risalenti a due anni prima, mentre tutto ciò che concerne i patrimoni mobiliari e immobiliari (quindi, per intenderci: case, veicoli, azioni, buoni fruttiferi, assicurazioni, ecc.) dev’essere risalente al 31 dicembre dell’anno prima. Quindi in pratica le Dsu sottoscritte nel 2018, ormai sul viale del tramonto entro il prossimo 15 gennaio, contengono i redditi (come pensioni o stipendi) percepiti dai componenti del nucleo nell’anno 2016 (cioè il secondo precedente alla sottoscrizione) oltre ai patrimoni posseduti alla data del 31 dicembre 2017, a prescindere dalla loro successiva cessione o riscossione (come avviene ad esempio per i buoni postali).
Ipotizziamo allora il caso pratico di una famiglia che a novembre 2018 abbia iniziato a godere dei bonus sulle utenze luce-gas. Per farsi attivare quei bonus, valevoli ormai sino al novembre 2019, la famiglia sarà dovuta passare per il calcolo Isee, risultando idonea ai parametri previsti. Ora però, con l’arrivo del 2019, se questa famiglia volesse fare richiesta per un altro bonus (ad esempio uno sconto sui trasporti indetto dal Comune di residenza), non potrà più presentare la stessa certificazione Isee che le è servita a novembre 2018 per i bonus luce-gas, ma dovrà obbligatoriamente compilare una nuova Dsu (servizio totalmente gratuito presso le sedi CAF ACLI) e attendere che l’Inps ricalcoli nuovamente l’indicatore Isee sulla base dei nuovi dati dichiarati, ovvero non più i redditi del 2016 ma quelli dell’anno 2017, e i patrimoni in possesso di ciascun membro della famiglia alla data del 31 dicembre 2018 appena trascorso.
Ovviamente tutto ciò implica che nel frattempo la situazione possa essere cambiata, e che la famiglia possa non essere più in possesso di determinati requisiti. Con l’Isee infatti non vi sono regole certe, nel senso che il diritto a ogni agevolazione, indennità o bonus, è basato su parametri che differiscono da bando a bando, da ente erogatore a ente erogatore, o da Comune a Comune quando non si tratta di prestazioni su scala nazionale.
Ma non soltanto i dati “economici” sono quelli soggetti a cambiamento. Anche il numero dei componenti il nucleo familiare o la tipologia di residenza possono avere il loro peso. A parità di reddito, infatti, un conto è un nucleo di cinque persone, altra cosa invece è un nucleo di due. Per esempio a distanza di dodici mesi potrebbe essere nato un figlio o deceduto un anziano. Al tempo stesso, vivere in un appartamento di proprietà - magari con mutuo ipotecario in corso - è cosa ben diversa dal vivere in una casa affittata. Tutti elementi, questi, che concorreranno in maniera incisiva al calcolo Isee, e che da un anno all’altro potrebbero avere un’influenza diversa ai fini dei bonus che si richiedono.
Luca Napolitano Fonte www.mycaf.it