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Vuoi tagliare le bollette di luce e gas? Con il Caf Acli si può!

    Vuoi tagliare le bollette di luce e gas? Con il Caf Acli si può!

    Vuoi risparmiare sulle bollette di luce e gas? Il Caf Acli ti può aiutare! Da alcuni mesi è attivo presso le nostre sedi un nuovo servizio: un consulente a tua disposizione per analizzare spese e consumi e proporti un nuovo contratto a tariffe particolarmente convenienti.

    L’aiuto del Caf Acli divent particolarmente importante. Il 2020 sarà infatti l’anno del mercato libero dell’energia. Dal 1° luglio scomparirà il servizio di maggior tutela, e tutti gli utenti del mercato tutelato saranno obbligati a scegliere un fornitore, sia per la luce che per il gas, tra quelli presenti appunto nel mercato libero

    Sul mercato libero operano molte società, con tariffe differenti e con offerte che cambiano in continuazione: orientarsi non è semplice e i rischi sono molti. Anche in questo campo il Caf sarà un punto di riferimento sicuro e affidabile tra le miriadi di proposte che nei prossimi mesi le persone riceveranno dai vari operatori.

    Per fare questo, il Caf Acli ha stipulato molteplici accordi con fornitori primari di energia elettrica e gas a livello nazionale. Grazie a queste partnership, gli utenti potranno sottoscrivere i nuovi contratti direttamente presso le sedi Caf Acli e godranno di tariffe riservate particolarmente convenienti.

     Altrettanto convenienti saranno le condizioni contrattuali: ad esempio l’attivazione gratuita, il prezzo a fascia monoraria uguale in tutte le 24 ore, la fatturazione elettronica e la domiciliazione bancaria gratuite. E ancora, il prezzo bloccato per 24 mesi a partire dalla data di attivazione del contratto. Ma c’è di più: se si sceglierà di attivare attraverso il Caf Acli la fornitura sia di gas che di luce, si avrà diritto all’attivazione gratuita di una polizza assicurativa personalizzata.

    L’opportunità è aperta a tutti gli utenti. Sia a chi attualmente aderisce al mercato tutelato e vuole prepararsi per tempo alla “rivoluzione” del prossimo anno, sia a chi ha già un contratto con un operatore del mercato libero ma vuole risparmiare un po’ sulla bolletta cambiando fornitore.

    Cosa aspetti? Telefona al nostro numero unico: 0422 1836144;ti fisseremo un appuntamento con un nostro consulente, per valutare l’offerta a te più conveniente. Ricordati solo di portare le tue bollette, a tutto il resto penseremo noi: il Caf Acli è sempre al tuo fianco!

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    Porte aperte. Viaggio nell'Italia che non ha paura

      Porte aperte. Viaggio nell'Italia che non ha paura

      Ci sono le due esperienze trevigiane di Cornuda e Riese PioX ad aprire il racconto delle storie di accoglienza di migranti giunti nel nostro Paese attraverso i Corridoi umanitari, pubblicate nel libro "Porte aperte. Viaggio nell'Italia che non ha paura" di Mario Marazziti.

      E saranno presentate entrambe, la prossima settimana, contestualmente all'uscita del testo

      CORNUDA, 12 NOVEMBRE ORE 20.30 (sala Cinema Giovanni XXIII)
      CASTELFRANCO VENETO, 13 NOVEMBRE ORE 17.30
      TREVISO, 13 NOVEMBRE ORE 20.30 Chiesa di San Gregogio Magno (vicolo San Gregorio 7)

      Porte aperte dunque: della comunità, della propria casa, della mente. Le storie raccolte in questo libro iniziano così, da persone che, vincendo la diffidenza, hanno accolto in vario modo persone in fuga dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla morte.

      Attraverso di loro la rete dei Corridoi Umanitari promossi dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Conferenza Episcopale Italiana si è allargata ed è diventata il modello concreto e praticabile di una vera integrazione. Mario Marazziti, esperto e protagonista di politiche sociali innovative, ha attraversato l'intero Paese, da Treviso a Palermo, visitando città e piccoli centri, per raccogliere esperienze di un tipo di accoglienza diffusa che funziona e non richiede finanziamenti pubblici e che, mentre offre una nuova vita ai profughi, fa rinascere anche le comunità locali intorno a un progetto comune.

      Nel suo viaggio dà voce all'Italia che non cede alla paura, non distoglie lo sguardo dalle sofferenze degli altri; a cittadini che a partire dalle ragioni della solidarietà e di un umanesimo profondo, hanno dato l'avvio a una significativa trasformazione sociale. E nella conclusione offre proposte operative per le politiche italiane ed europee. Un libro di storie autentiche che lasciano intravedere un futuro alternativo ai muri e ai porti chiusi e rappresentano l'antidoto alle narrazioni che impediscono di vedere nell'altro la somiglianza con noi stessi.

      L'autore Mario Marazzini è nato a Roma nel 1952, giornalista e scrittore, autore di diversi libri, è stato per anni editorialista per il Corriere della Sera, Avvenire, Famiglia Cristiana, Huffington Post e portavoce della Comunità di Sant'Egidio.
      Presidente del Comitato per i Diritti Umani e poi della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati dal 2013 al 2018, è stato promotore e primo firmatario della legge di cittadinanza per i bambini immigrati (ius soli e ius culturae) e ha portato a termine, tra l'altro, la riforma delle professioni sanitarie, la legge di sostegno ai disabili gravi «Dopo di noi», e quella sul recupero degli sprechi alimentari. È cofondatore della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte.

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      Colf e badanti in nero? No, grazie

        Colf e badanti in nero? No, grazie

        Allo studio del Governo misure ad hoc dal 2020 per contrastare il lavoro nero e l’evasione fiscale e contributiva

        La nostra società invecchia, rimane urgente il tema dell’assistenza delle persone anziane, per le quali il nostro paese ha di fatto scelto la delega alle famiglie e al mercato delle badanti. Tra tutte le questioni aperte, una richiede oggi particolare attenzione ed è la scelta, l’impegno, la necessità di regolarizzare una lavoratrice domestica. Ciò significa, di fatto, assumere l’impegno a rispettare gli obblighi previsti dalla legge: il versamento regolare dei contributi previdenziali, il riconoscimento di uno stipendio nel rispetto del contratto, la consegna di un cedolino paga, la compilazione e la consegna una certificazione unica per i redditi percepiti dal lavoratore.

        I dati disponibili sono preoccupanti ed evidenziano che i contratti regolari in questo settore sono da qualche anno in costante diminuzione anche a causa della crisi economica. Secondo l’Istat (2017), il tasso di irregolarità degli occupati nel lavoro domestico è del 58,3%, (la media del tasso di irregolarità di tutte le attività economiche è del 13,5%). L’Inps inoltre stima in quasi 3,3 miliardi di euro i contributi evasi nel settore del lavoro domestico e di cura. A queste cifre si aggiungono quelle relative all’ evasione Irpef per mancate dichiarazioni dei redditi da parte delle lavoratrici.

        I RISCHI DEL DATORE DI LAVORO …

        Non regolarizzare a pieno il lavoro di una colf o di una collaboratrice familiare espone le famiglie a possibili sanzioni particolarmente onerose in quanto è per legge in capo al datore di lavoro l’obbligo della comunicazione dell’assunzione.

        • Per non aver comunicato l’assunzione (o per comunicarla in ritardo) alla direzione provinciale del lavoro è prevista una sanzione amministrativa che può variare da 200 a 500 euro.
        • Invece per non aver versato i contributi Inps sono previste sanzioni civili pari al 30% su base annua per ogni lavoratore. Questa viene calcolata sull’importo dei contributi evasi con un massimo del 60% ed un minino di 3.000 euro indipendentemente dal periodo lavorato. Ciò significa che anche per pochi giorni di lavoro in nero, il datore di lavoro potrebbe vedersi imputare una sanzione minima di 3.000 euro. Se invece il pagamento dei contributi avviene in ritardo ma non oltre i dodici mesi, le sanzioni sono limitate al 40% sull’importo dovuto. Il mancato versamento contributivo prevede anche la mancata iscrizione del lavoratore all’Inail, l’ente che subentra ad indennizzare il lavoratore in caso di infortunio occorso durante il rapporto di lavoro.
        • Se la collaboratrice che lavora in nero è extracomunitaria e si trova in Italia come irregolare (cioè non ha il permesso di soggiorno o ce l’ha scaduto), le sanzioni previste sono di €. 5.000per ciascun lavoratore oltre che alla prevista reclusione da 6 mesi a tre anni.

        Le maxi sanzioni a contrasto il lavoro nero, previste dal d. lgs. 151/2015 - Jobs Act - non vengono invece applicate al settore del lavoro domestico.

        Altri rischi inoltre si possono riscontrare se, avendo tenuto per un periodo una lavoratrice in nero, quest’ultima decidesse di far causa al proprio datore di lavoro e di richiedere il pagamento regolare delle sue prestazioni. La lavoratrice può esercitare questo diritto fino a 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro asserendo il mancato o incompleto versamento di stipendi, tredicesima, ferie, tfr, festività ecc. oltre naturalmente pretendere il versamento dei contributi previdenziali per il periodo lavorato.

        … E DELLE LAVORATRICI

        Nell’ambito di rapporti di lavoro irregolari le colf e badanti che, per ragioni prettamente economiche, accettano di erogare le loro prestazioni in nero, rinunciando anche alla copertura previdenziale ed assistenziale, non sono esenti dall’applicazione di sanzioni.

        Questo può accadere, per esempio, qualora la lavoratrice che percepisce dallo stato italiano l’indennità di disoccupazione, per non perdere il beneficio, accetti di non regolarizzare un contratto di lavoro che le viene proposto. Altre ipotesi potrebbero essere collegate alla fruizione di benefici fiscali o assegni per il nucleo familiare che il lavoratore perderebbe se dovesse denunciare anche il suo reddito.

        In questi casi si prefigura il reato di Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico-art.483 c.p - che prevede fino a due anni di reclusione, oltre alla perdita dell’indennità di disoccupazione e alla restituzione di quanto impropriamente percepito.

         CHE FARE?

        Regolarizzare una collaboratrice familiare o una colf è senz’altro oneroso per le famiglie che non possono rinunciare ad un aiuto domestico o di assistenza continua per i propri cari. Non farlo però può comportare l’insorgere di situazioni molto complicate da gestire sia dal punto di vista economico che penale.

        L’ideale sarebbe agire a livello legislativo e contrattuale affinchè risulti per le famiglie molto più conveniente assumere in regola le proprie collaboratrici che tenerle in nero. Si dovrebbe pertanto prevedere per il datore di lavoro una maggiore deduzione della parte contributiva dei contratti (oggi stabilita in un massimo di euro 1549,37 per ogni lavoratore) oltre che consentire maggiori detrazioni anche della parte retributiva che, tra l’altro, risulta essere la più onerosa. Oggi infatti, solo nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, è possibile per il datore di lavoro, il cui reddito non supera euro 40.000, portare in detrazione nella propria dichiarazione il 19% di un massimo di 2.100 euro inerenti le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale.

        Vedi sedi e orari degli sportelli colf in Acli Service Treviso

         

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        Dentro l'Europa. Cambiarla per rafforzarla

          Dentro l'Europa. Cambiarla per rafforzarla

          "Dentro l'Europa. Cambiarla per rafforzarla".
          Conversazione con Carmelo Cedrone, dirigente sindacale, docente e autore.
          VENERDI 15 NOVEMBRE 2019, ore 20.30
          Conegliano, sala Verde del Teatro Toniolo, via Galilei 32

          Organizzano il movimento federalista europeo, la gioventù federalista europea, la città di Conegliano, con la collaborazione, tra gli altri anche di Acli provinciali di Treviso.

          Carmelo Cedrone è appassionato dell'Europa fin da ragazzo.
          Nel 2006 entra nel comitato economico e sociale europeo. Vi resta 10 anni, dedicati alla ricerca di proposte sulla crisi dell'Eurozona.
          Lavora direttamente con la Commissione europea, il parlamento e la BCE.
          Ha insegnato politica economica europea a La Sapienza di Roma.
          Ha scritto "Dove va l'Euro?" e "Dentro l'Europa. Cambiarla per rafforzarla".

           

           

           

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          Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

          Giorgio La Pira