Giovani donne con giovani doti: il progetto è approvato
Approvato dal Centro di servizio del volontariato di Treviso il progetto di Ipsia per la formazione e l’inserimento lavorativo di otto ragazze nell’ambito della cura dei bambini.
Ai blocchi di partenza una nuova iniziativa dell’associazione di volontariato delle Acli, Ipsia, che stavolta si propone di sostenere una decina di giovani donne disoccupate e inoccupate con azioni di orientamento e riqualificazione per l’inserimento/reinserimento lavorativo. Gli unici requisiti sono in ordine all’età – tra i 18 e i 25 anni – e la residenza in provincia di Treviso.
“Giovani donne, giovani doti è un progetto che ha vinto il bando di finanziamento del Csv ed ora sta per essere avviato – spiegano i volontari di Ipsia -. Nello specifico intendiamo realizzare un breve percorso formativo che favorisca l’avvicinamento al mondo del lavoro delle donne con l’obiettivo di offrire, facilitare e regolamentare un’opportunità occupazionale, in particolare nel settore delle attività di babysitting”.
Tra i temi che verranno affrontati in aula ci sono: la stesura di un curriculum vitae europeo e gli strumenti per la ricerca attiva del lavoro; i contratti, la tutela dei diritti e in materia previdenziale; elementi di pedagogia della relazione con il bambino e la famiglia e di psicologia dello sviluppo; puericultura e alimentazione.
Ma non sarà solo formazione teorica: il progetto prevede infatti la visita ad alcuni “nidi in famiglia” e, al termine del corso, per le partecipanti più motivate e predisposte la possibilità di realizzare un tirocinio con “borsa lavoro” presso le strutture conosciute o in alcune famiglie che necessitano di un servizio preparato e a “costo zero”. Per questo, l’intera iniziativa è svolta in collaborazione con le Acli, con il Patronato in particolare nell’ambito del Progetto Famiglia, e con l’associazione di volontariato Possibili alternative.
“Cerchiamo, in questo modo, di venire incontro alle giovani donne che cercano una strada per formarsi e fare una esperienza lavorativa con la possibilità anche di un contributo economico. La presenza dei responsabili del percorso e di un tutor qualificherà la proposta, garantendo così anche alle famiglie un servizio accurato”. Ed infatti le famiglie sono gli altri destinatari di questo progetto, perché a costo zero potranno conoscere e “provare” una babysitter per i figli.
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