Meno carne, più cibo per tutti
LA PASTORALE DEGLI STILI DI VITA DI VENEZIA PROPONE PER LA QUARESIMA UNA RIFLESSIONE SULL'ALIMENTAZIONE E LA SFIDA A "NUTRIRE TUTTO IL PIANETA".
Sarà che Expo ci sta invitando ad interrogarci seriamente sui temi del cibo, dell'agricoltura, dello sviluppo sostenibile, delle risorse naturali da non sprecare, dell'accesso per tutti ad una alimentazione sana ed equilibrata. Sarà che le riflessioni su questi ambiti stanno uscendo dalle nicchie a cui erano stati relegati, e che ormai l'opinione pubblica sta prendendo coscienza di quanto esse riguardino la vita quotidiana di ciascuno di noi. Sarà che la Quaresima, per i cristiani, è un tempo privilegiato di conversione e dunque una occasione per meditare e assumere decisioni concrete di cambiamento, orientando le proprie scelte e comportamenti.
Fatto sta che la Pastorale degli Stili di Vita veneziana ha promosso una interessante riflessione/provocazione, che – come nel suo stile – parte da dati concreti e che, in queste settimane, è ben approfondita dal settimanale diocesano Gente Veneta: "La proposta è vivere il tempo della Quaresima digiunando dalla carne e dal pesce - spiega il consultore diocesano don Gianni Fazzini – utilizzando questo tempo per capire come i nostri consumi alimentari incidono sull'ambiente e negli equilibri globali e per diventare più consapevoli che, da cristiani, ci è richiesto di custodire Madre Terra, non di distruggerla".
Per rifornire di carne e pesce la nostra parte ricca di Pianeta, i mari vengono spopolati e i cereali prodotti sulla terra come mangimi sovrautilizzati. In altre parole la quantità di cereali utilizzata per allevare gli animali da cui trarre la carne è spropositata, insostenibile perché per produrla si sfrutta la superficie terreste, ed eccessiva perché per fare una porzione di carne vengono usate dieci porzioni di cereali che potrebbero sfamare altrettante persone.
E tutto questo senza considerare che l'impatto ambientale di un allevamento convenzionale può essere molto pesante.
"Nel mondo c'è cibo per tutti eppure un miliardo di persone patisce la fame – ribadisce don Gianni – per questo serve una visione globale".
È assodato che l'aumento del consumo di carne è uno dei motivi principali delle recenti crisi alimentari. La crescita della domanda di beni agricoli, infatti, è dovuta non solo alla crescita demografica, ma anche all'uso di questi per fini diversi dall'alimentazione umana (foraggio e biocarburante), alla svalutazione del dollaro, all'aumento del costo del petrolio e alle speculazioni finanziarie.
Nel Sud del mondo, il consumo di carne è un lusso e la fame è la prima causa di morte. La fame non è una catastrofe naturale, ma la conseguenza di politiche ingiuste, di egoismi, sfruttamenti e indifferenza. Moderando i nostri comportamenti, nel mondo ci sarebbe carne sufficiente (e dunque territorio, acqua e aria) per le esigenze di tutti.
Al mondo siamo più di sette miliardi e la produzione attuale basta a sfamarne dieci. Tuttavia oltre un miliardo di persone non ha accesso al cibo o è denutrita.
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