Anche quest'anno le Acli del Veneto e di Treviso sostengono un interessante appuntamento all'interno del calendario promosso dal Festival Biblico di Vittorio Veneto.
In particolare sabato 21 maggio a partire dalle ore 16 si terrà un dialogo nel Cortile del Seminario Vescovile a Ceneda, Vittorio Veneto (TV)
"Tempi apocalittici. Vie di speranza nell’umana esistenza economica e sociale"
con padre Felice Autieri (storico, OFMConv Sacro Convento Assisi),
Luigi Gui (sociologo, docente Università di Trieste)
modera Francesco Polo
«e vidi un nuovo cieloe una nuova terra» (Ap 21,1)
Apocalisse è il libro con cui si chiude la Bibbia, uno scritto a tratti enigmatico, ricco di simboli e per questo di complessa interpretazione, ma anche colmo di speranza e di fiducia. Un libro di profezia, che porta con sé l’annuncio del significato della storia e apre a una visione sul futuro pur restando ben radicato nel presente, e di rivelazione – questo significa, infatti, il termine άποκάλυψις, apokálypsis, in greco – ponendo Gesù, il Crocifisso- Risorto, come chiave di lettura dell’intera vicenda umana e del mondo.
Quest’anno abbiamo scelto come criterio tematico il testo dell’Apocalisse per indagarne alcuni degli aspetti più salienti e approfondire alcune questioni che segnano il nostro tempo. Pensiamo, infatti, che Apocalisse sia un libro che offre delle chiavi interpretative per decifrare questo presente ambivalente, con coraggio, senso di responsabilità e con uno sguardo di speranza.
Sono quattro le prospettive principali attraverso le quali si articola la nostra riflessione: biblico-esegetica, con gli appuntamenti di approfondimento sul testo di Apocalisse, antropologicafilosofica, per riflettere sul senso e le dimensioni del tempo, geopolitica, che si concentra sull’oggi e sull’invito di Apocalisse a leggere e vivere ogni tempo presente, linguistica e del pensiero critico, entrambe strettamente connesse a concetti chiave del nostro vivere, come libertà, scelta, coerenza e responsabilità.
Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio
Giorgio La Pira